Def entro martedì in Cdm, in salita la trattativa con Bruxelles

Def entro martedì in Cdm, in salita la trattativa con Bruxelles

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23 settembre 2016

Il governo si appresta, tra lunedì e martedì, a tagliare le stime di crescita dell'economia italiana ed è a caccia di risorse per la legge di bilancio 2017, ma si profila sempre più in salita la trattativa con Bruxelles sulla flessibilità da cui dipenderà l'entità della manovra che dovrebbe attestarsi tra i 25 e i 30 miliardi. Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker,  ha lanciato un messaggio chiaro all'esecutivo: senza la flessibilità l'Italia avrebbe dovuto spendere 19 miliardi di meno. Ed è il Paese che ne ha beneficiato più di tutti. Parole che riflettono la distanza tra le richieste di Roma e le posizioni Bruxelles, già emersa al vertice di Bratislava. Lunedì, o più probabilmente martedì, ultimo giorno utile, sarà presentata in Consiglio dei ministri la Nota di aggiornamento al Def con cui si metterà nero su bianco il peggioramento del quadro macroeconomico in vista della legge di bilancio che sarà presentata entro il 20 ottobre. Lunedì è già fissata una riunione del Consiglio dei ministri che dovrà stabilire la data del referendum costituzionale ma non è ancora chiaro se quella sarà l'occasione per presentare anche l'aggiornamento delle stime macroeconomiche o alla fine si aspetterà l'ultimo giorno utile, appunto il 27.  Il Pil 2016 sarà rivisto al ribasso dal +1,2% al +0,8-0,9% (si allontana definitivamente l'1% indicato da Renzi nelle slide sull'attività di governo pubblicate a fine agosto) mentre la crescita per il 2017 dovrebbe essere fissata a +1-1,1%, ben sotto il +1,4% previsto ad aprile. Il ministro Padoan ha già detto che le stime del governo saranno migliori di quelle appena pubblicate dal Centro Studi di Confindustria che prevede una crescita del Pil allo 0,7% nel 2016 e addirittura allo 0,5% nel 2017. L'asticella dell'indebitamento netto, nelle nuove stime governative, dovrebbe essere portata dal 2,3% al 2,4% quest'anno, così come indicato nelle slide del governo. Con una crescita inferiore alle attese sia quest'anno che il prossimo l'Italia sarà costretta a rinegoziare anche l'impegno assunto con Bruxelles di un deficit all'1,8% del Pil nel 2017. Dopo aver incassato già circa un punto di Pil di flessibilità quest'anno, il governo chiede spazi di manovra aggiuntivi e conta di fissare l'asticella del deficit al 2,3%-2,4%, il che vorrebbe dire ottenere tra gli 8 e i 10 miliardi. Senza ulteriori margini di flessibilità, c'è il rischio di una manovra complessiva sui saldi di 16,6 miliardi. Ma secondo le regole europee l'Italia non potrà godere di margini di flessibilità anche l'anno prossimo: il Fiscal compact prevede infatti che un paese possa usufruirne una sola volta. Il premier Renzi però ha detto chiaramente che intende chiedere alla Commissione più spazio di manovra ed è pronto a far leva sia sul rallentamento dell'economia globale che sulle spese straordinarie da sostenere per i costi della ricostruzione del terremoto che ha colpito il Centro Italia il 24 agosto scorso. D'altronde Bruxelles ha già concesso più tempo alla Spagna, al Portogallo e alla Spagna per riportare in equilibrio i loro conti pubblici. E potrebbe quindi venire, almeno in parte, incontro alle richieste italiane.  Una partita difficile quella sta giocando l'esecutivo che, nonostante lo scenario avverso, punta a una manovra espansiva improntata al taglio delle tasse e a incentivi alle imprese. Piatto forte il piano industria 4.0 presentato proprio ieri dal governo che prevede 13 miliardi di risorse per attivare gli investimenti. Produttività e competitività saranno gli altri pilastri. Ma i margini sono stretti e il grosso delle risorse sarà destinato a disinnescare gli aumenti di Iva e accise, le cosiddette clausole di salvaguardia che valgono da sole 15 miliardi. 

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