L'Istat conferma il deficit al 3% del Pil. I derivati costano 3,2 miliardi allo Stato

L'Istat conferma il deficit al 3% del Pil. I derivati costano 3,2 miliardi allo Stato

Il deficit del 2013 scende al 2,8 per cento senza considerare le operazioni di swap per coprirsi dai rischi dei derivati. La pressione fiscale media al 43,8%, ma nel quarto trimestre le scadenze tributarie l'hanno portata al 51,5%.

DateFormat

7 aprile 2014

 

ll rapporto deficit-Pil nel 2013 senza le operazioni di swap è stato pari al 2,8%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali sul 2012. Lo comunica
l'Istat. Includendo le operazioni sui derivati si arriva, dice l'Istat, al 3%, dato valido ai fini dei parametri Ue per le procedure su deficit eccessivo. Nel quarto trimestre 2013, aggiunge l'Istat, l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari all'1,1%, risultando inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2012. Nel quarto trimestre 2013 il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo e pari a 16.765 milioni di euro. L'incidenza dell'avanzo sul Pil è stata del 4,1%, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2012 Il saldo corrente, conclude l'Istat, nel quarto trimestre 2013 è stato positivo e pari a 5.003 milioni di euro (9.153 milioni nel corrispondente trimestre dell'anno precedente), con un'incidenza sul Pil dell'1,2%. La pressione fiscale nel 2013 è risultata pari al 43,8%, in flessione di 0,2 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Nel quarto trimestre del 2013 è stata invece pari al 51,5%, in calo di 0,3 punti rispetto allo stesso periodo del 2012. L'Istat ricorda come la pressione sia 'fisiologicamente' più alta negli ultimi tre mesi dell'anno, periodo in cui si concentrano i pagamenti. Nel quarto trimestre 2013, le uscite totali sono diminuite, in termini tendenziali, del 2,2%; la loro incidenza rispetto al Pil è stata del 56,7% (57,9% nel corrispondente trimestre dell'anno precedente). Le uscite correnti si sono ridotte dello 0,1% e quelle in conto capitale del 26,5%. Al netto della spesa per interessi (in flessione del 9,4%) le uscite correnti sono aumentate dell'1%. Le entrate totali nel quarto trimestre, prosegue l'Istat, sono diminuite, in termini tendenziali, dell'1,4% con un'incidenza sul Pil del 55,7%, inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2012. Nel quarto trimestre 2013, le uscite totali sono diminuite, in termini tendenziali, del 2,2%; la loro incidenza rispetto al Pil è stata del 56,7% (57,9% nel corrispondente trimestre dell'anno precedente). 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca