Direttiva sulla plastica monouso, un flagello per la distribuzione automatica

Direttiva sulla plastica monouso, un flagello per la distribuzione automatica

Allarme delle pmi produttrici di palette associate a Confida sui tempi previsti dal provvedimento europeo: dal 3 luglio al bando gli articoli monouso in plastica. A rischio il 90% dei posti di lavoro.

DateFormat

26 aprile 2021

Il 23 aprile scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge che recepisce, tra le altre, la direttiva europea sugli articoli monouso in plastica. In pratica, dal 3 luglio prossimo non sarà più possibile vendere, tra gli altri, prodotti assai diffusi come palette per i caffè usa e getta, bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie, cannucce, piatti e posate, contenitori in polistirene espanso per consumo immediato o asporto. È un provvedimento che mette in serio dubbio la sopravvivenza di un intero settore produttivo, quello delle palette in plastica del caffè per i distributori automatici, composto da piccole e medie imprese italiane leader indiscusse a livello internazionale. Sono aziende attive da Nord a Sud associate a Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica aderente a Confcommercio. Senza contare che due giorni prima, il primo luglio, entrerà in vigore la plastic tax...

“In base alla direttiva europea – commenta Massimo Trapletti, presidente di Confida se non esistono alternative, come in questo caso, i singoli Paesi dovrebbero perseguire solo gli obiettivi di riduzione del consumo e non di divieto di immissione sul mercato. Quanto previsto dalla legge di recepimento italiana, quindi, prevede restrizioni sproporzionate e discriminatorie nei confronti dei produttori di palette che subirebbero un danno economico ingente. L’intero settore del vending dopo il 3 luglio sarà in difficoltà per la mancanza di un accessorio fondamentale per l’erogazione del servizio”.

La direttiva prevede infatti che la plastica monouso attuale sia sostituita da un “polimero naturale non modificato chimicamente”. Ma la bioplastica compostabile, ad esempio, non regge le alte temperature - tra gli 80° e i 90°- delle bevande calde come tè, caffè e cioccolate. E il legno, oltre a non avere certificazioni di riciclabilità e a essere meno resistente della plastica all’umidità e al calore interni alla macchina, è un prodotto di importazione.

L’impatto della mancanza delle palette in plastica avrà ripercussioni sull’intero settore della distribuzione automatica, comparto in cui l’Italia è leader in Europa con oltre 820mila distributori automatici, 3mila aziende di gestione e oltre 33mila lavoratori, il 90% dei quali vedono a rischio la propria occupazione.

“Le palette in plastica inoltre – conclude Trapletti – sono prodotti riciclabili composti dallo stesso materiale dei bicchierini utilizzati nei distributori automatici. Per questo motivo, sono state incluse nel progetto RiVending voluto e promosso da Confida, Corepla, e Unionplast che si sposa con i principi europei dell’economia circolare fornendo un ‘fine vita’ virtuoso alla plastica dei distributori automatici”.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca