Disagio sociale "stabile" a novembre
Disagio sociale "stabile" a novembre
Misery Index di Confcommercio: la crescita dell'inflazione annulla gli effetti positivi del miglioramento del mercato del lavoro accentuando le incertezze sulle prospettive per il 2022.
A novembre il disagio sociale, che mensilmente Confcommercio registra nei numeri del Misery Index, è sostanzialmente stabile perdendo solo un decimo di punto (16,6) rispetto al dato di ottobre confermando rimanendo così ad un livello decisamente elevato. Come al solito, per analizzare i risultati del Misery Index bisogna prendere in considerazione l'andamento dei due elementi base di cui si compone l'indicatore: la disoccupazione estesa e l'inflazione. Secondo il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, "gli effetti positivi derivanti dalla graduale “normalizzazione” del mercato del lavoro, sono stati neutralizzati dalla continua e decisa ripresa del processo inflazionistico che, peraltro, non appare destinato a esaurirsi nel breve periodo, proprio in considerazione del diffondersi delle tensioni dagli energetici ad altri importanti segmenti dei consumi delle famiglie. Ciò amplia lo stato d’incertezza sulle prospettive a breve della ripresa e del mercato del lavoro".
I "numeri" del Misery Index
A novembre il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato al 9,2%, in diminuzione di due decimi di punto su ottobre. Il dato è sintesi di un recupero dei livelli occupazionali (+64mila unità) e di una riduzione del numero di persone in cerca di lavoro (-43mila unità in termini congiunturali). A questa evoluzione ha continuato ad associarsi il progressivo ritorno sul mercato del lavoro di parte degli inattivi. Per quel che riguarda i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno segnalato una decisa accelerazione, attestandosi al 3,7% su base annua, fenomeno che non sembra destinato ad arrestarsi nel breve periodo.
Prezzi, disoccupazione e Misery Index Confcommercio (MIC) in Italia
anno | disoccupazione ufficiale (%) | disoccupazione estesa (%) * | Δ% prezzi-alta frequenza di acquisto | MIC* |
2007 | 6,2 | 6,9 | 2,9 | 10,8 |
2014 | 12,8 | 15,6 | 0,3 | 20,0 |
2019 | 10,0 | 11,3 | 0,8 | 14,8 |
2020 | 9,3 | 13,7 | 0,2 | 17,4 |
2021-II trim | 9,8 | 13,3 | 1,3 | 17,8 |
2021-III trim | 9,2 | 11,8 | 2,3 | 16,7 |
2021-Febbraio | 10,1 | 14,4 | 0,1 | 18,3 |
2021-Marzo | 9,9 | 13,8 | 0,7 | 18,0 |
2021-Aprile | 10,1 | 13,5 | 1,0 | 17,8 |
2021-Maggio | 9,8 | 12,6 | 1,4 | 17,0 |
2021-Giugno | 9,4 | 13,9 | 1,6 | 18,7 |
2021-Luglio | 9,2 | 11,6 | 2,0 | 16,2 |
2021-Agosto | 9,3 | 12,2 | 2,4 | 17,2 |
2021-Settembre | 9,2 | 11,7 | 2,6 | 16,6 |
2021-Ottobre | 9,4 | 11,4 | 3,1 | 16,7 |
2021-Novembre | 9,2 | 11,0 | 3,7 | 16,6 |
Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia su dati ISTAT ed INPS.
(*) I dati degli ultimi due mesi sono frutto di stima