Distributori automatici, una riforma a tappe

Distributori automatici, una riforma a tappe

Da due settimane è scattato l'obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi prodotti mediante distributori automatici. Una "rivoluzione" che si completerà a gennaio del prossimo anno con l'obbligo esteso a tutti gli apparecchi.

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10 maggio 2017

Oltre 3.500 imprese accreditate, quasi 603mila apparecchi censiti, circa 1,1 milioni di comunicazioni trasmesse: questi i numeri che il sistema informativo dell'agenzia delle Entrate ha registrato nelle prime due settimane dall'avvio dell'obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi prodotti mediante distributori automatici, apparecchi che sono ormai divenuti una costante delle nostre pause caffè in ufficio o dei "pit stop" nelle corse quotidiane in luoghi pubblici (come stazioni, metro, ospedali) e centri commerciali. Una piccola rivoluzione che si completerà a gennaio del prossimo anno con il coinvolgimento di tante altre imprese che gestiscono apparecchi, più o meno evoluti, mediante i quali effettuano cessione di beni o prestazioni di servizio al pubblico. Non si tratta quindi solo delle "macchinette" che erogano caffè o merendine, ma anche di quelle da cui compriamo prodotti di altra natura (articoli farmaceutici, accendini, acqua minerale, eccetera) ovvero che ci consentono di scattare le fototessere, di lavare l'automobile o gli indumenti, di utilizzare fotocopiatrici, tutto in modo automatico e senza la presenza di personale dell'azienda. Un'analisi di mercato condotta da Accenture per Confida (la principale associazione di categoria) ha stimato che il settore del "vending" muove nel nostro Paese solo nel food un giro d'affari di 3,4 miliardi l'anno; a questi vanno aggiunti i ricavi degli esercizi commerciali che utilizzano i distributori automatici in forma "accessoria" nell'ambito della loro ordinaria attività d'impresa (si pensi alle farmacie, alle stazioni di servizio dove sono presenti anche impianti self service sia di carburante che di autolavaggio, ai tabaccai, eccetera). Chi opera nel settore ha ben presente che nell'autunno del 2015 è stato emanato un decreto legislativo che ha stabilito l'obbligo, per le imprese che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi mediante distributori automatici, di memorizzare elettronicamente e trasmettere telematicamente all'Agenzia i dati dei corrispettivi prodotti mediante tali strumenti (articolo 2 del Dgs n. 127/15). In realtà, pochi ricordano che una previsione similare fu introdotta con la legge finanziaria 2008 e mai attuata perché abrogata pochi mesi dopo su proposta del nuovo Governo: a sette anni di distanza, quindi, il legislatore italiano ha introdotto disposizioni similari a quelle del 2008 e, questa volta, le ha rese anche operative con i provvedimenti del direttore delle Entrate emanati il 30 giugno 2016 e il 30 marzo scorso. Tuttavia, anche i non addetti ai lavori che si avvicinano a un distributore per consumare un caffè o uno snack potrebbero comprendere la portata del lavoro compiuto in questi mesi per rendere il settore più trasparente, più concorrenziale e, quindi, più "sano": basta soffermarsi a guardare la targhetta che dallo scorso 1 aprile gran parte degli apparecchi (e, dal gennaio 2018, tutti gli apparecchi) devono esporre sulla macchina (solitamente accanto al punto di pagamento o sulla vetrina dietro cui sono esposti i prodotti). Questa etichetta, oltre a riportare il logo dell'Agenzia, presenta un Qrcode che, se inquadrato con una qualsiasi app gratuita installabile sul proprio smartphone, mostra - online e in tempo reale - una serie di informazioni sul distributore che si sta utilizzando: identificativo (matricola) della macchina, azienda che lo gestisce (e che, quindi, incassa i corrispettivi), tipologia di erogazione (food, non food, misto), estremi di geolocalizzazione dell'apparecchio. Inoltre, tra queste informazioni è possibile rilevare lo "stato" dell'apparecchio in relazione alla trasmissione dei corrispettivi all'Agenzia (distributore che comunica correttamente i dati all'Agenzia oppure no). Da gennaio del prossimo anno, ossia da quando tutti i distributori automatici dovranno esibire la targhetta e trasmettere i dati dei corrispettivi incassati alle Entrate, ogni cliente potrà fare una scelta consapevole nel segno della legalità: decidere di consumare utilizzando un apparecchio "censito" dall'Agenzia e denunciare gli apparecchi "illegali", in modo tale da garantire una corretta concorrenza all'interno del settore del vending. 

 

tratto da "Il Sole 24 Ore" di Emiliano Luglio

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