Draghi: "la crescita c'è, ma restano rischi"

Draghi: "la crescita c'è, ma restano rischi"

Monito del governatore della Banca d'Italia in occasione della conferenza Bce/Commmissione Ue sull'integrazione dei mercati finanziari. Per fronreggiare l'incertezza serve "aumentare il coordinamento internazionale".

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2 maggio 2011

Dopo la crisi, siamo ora in una fase di crescita ma restano alcuni rischi. Lo ha detto a Bruxelles il
governatore della Banca d'Italia Mario Draghi in occasione della conferenza Bce/Commmissione Ue sull'integrazione dei mercati finanziari. La ripresa, ha ricordato Draghi, "è guidata dalla rapida crescita dei Paesi emergenti" mentre è più modesta "nelle economie avanzate". I rischi globali, che
"resteranno con noi ancora per qualche tempo", sono quelli di "ripresa disomogenea, politiche economiche divergenti, aumento dei prezzi delle materie prime, squilibri nei pagamenti
internazionali e pressioni sui tassi di cambio". Draghi ha indictoa anche una strada per fronteggiare la situazione economica di incertezza: a suo giudizio, è "essenziale e decisiva" una "coerenza globale" ed "è solo aumentando il coordinamento internazionale che si può raggiungere questo obiettivo". Secondo il governatore, infatti, "abbiamo bisogno di collaborare e di coordinamento nello sviluppo di appropriati strumenti di controllo" e una nuova legislazione sia all'interno dell'Europa, attraverso l'Esrb (European stability risk board), che globalmente attraverso il Fsb, il
Financial stability board a livello di G20 di cui lo stesso Draghi è l'attuale presidente. Infine, Draghi ha sottolineato come i prossimi stress test per le banche europee debbano essere "credibili, applicati in modo efficace e trasparente attraverso il continente": non solo, ma "ognuno dei punti di debolezza identificati da quei test deveessere prontamente affrontato". Insomma, ha concluso,
"dobbiamo rimediare alle debolezze dei sistemi bancari, in Europa e altrove, per dare a investitori e creditori la fiducia per fornire capitale e liquidita' in più". E, visto che "i rischi sovrani e bancari sono così strettamente interconnessi, programmi credibili di consolidamento fiscale hanno un ruolo cruciale nella riduzione dei rischi per il sistema finanziario".

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