E' una Finanziaria che lascia i consumi "a bagno maria"

E' una Finanziaria che lascia i consumi "a bagno maria"

Per il Presidente di Confcommercio Sergio Billè è preoccupante che le legge di bilancio ignori i consumi. Berlusconi lascia la porta aperta alle proposte delle Camere, mentre Maroni invita al dialogo le parti sociali.

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2 ottobre 2001

Approvata la Finanziaria, consumi a "bagno maria"

 

"E' una Finanziaria che lascia qualche dubbio; certamente è condivisibile la prudenza del governo rispetto ai conti ereditati che sono di una certa gravità, ma aver lasciato a bagno maria i consumi può essere una soluzione abbastanza preoccupante: è come affrontare un Gran Premio di Formula Uno con gomme di asciutto quando il cielo è denso di nubi". Il presidente di Confcommercio Sergio Billè ha commentato così il varo della legge Finanziaria da parte del Governo Berlusconi. Secondo Billè "far ripartire il mercato e risvegliare i consumi è il miglior modo di rimettere in moto l'economia che i terroristi stanno cercando di fermare". Di qui l'auspicio che ci siano "margini di recupero". "Io credo – ha continuato Billè - che anche il Parlamento possa dire qualcosa di importante. Il mercato italiano e i consumi sono il volano per far ripartire l'economia. Ci sarà un rallentamento dell'economia mondiale, occ upiamoci del nostro mercato".

La preoccupazione del presidente di Confcommercio si scontra con la soddisfazione espressa dal Presidente Berlusconi: "era difficile- ha detto - fare una Finanziaria che mantenesse gli impegni elettorali. Credo che nonostante tutto ci siamo riusciti". Anche se poi ha aggiunto, riferendosi all'extra-deficit e al deterioramento della congiuntura internazionale: "siamo stati costretti a rimodulare i piani di prima delle elezioni". E comunque si tratta di un provvedimento "innovativo e creativo". D'accordo il ministro Giulio Tremonti, che ha sottolineato come l'Esecutivo "sia certo della ripresa. In una fase di incertezza noi consideriamo fortemente positivo aver imposto un a Finanziaria normale".

Confermate le anticipazioni: la manovra è di 33mila miliardi tra tagli e risparmi di spesa corrente. Secondo il Presidente Berlusconi, l'effetto è quello di ridurre la spesa dal 47,2 al 46,9%, mentre la pressione fiscale cala dal 42,2 al 41, 9%.

Per quel che riguarda le misure di "impatto sociale", è stato confermato l'aumento fino ad un milione delle pensioni minime: sarà poi un successivo decreto ad individuare le categorie delle pensioni e i soggetti che ne avranno diritto. Confermato anche l'aumento delle detrazioni fiscali per i figli a carico, che passeranno dalle attuali 540mila lire all'anno a un milione, per redditi fino a 70 milioni di lire. Complessivamente il governo ha stanziato per queste due misure 8000 miliardi, di cui 4200 per le pensioni. Per recuperare p arte di queste risorse (circa 2300 miliardi) è stato deciso di sospendere i tagli delle aliquote Irpef, già programmate dal governo Amato, un Governo che, a detta di Tremonti, "ha sostanzialmente truccato i conti della Finanziaria 2001". Dal 1 gennaio del 2002, infatti, il prelievo per i redditi da 20 a 30 milioni sarebbe dovuto scendere dal 24% al 23% ed era anche prevista la riduzione di mezzo punto per tutte le altre fasce di reddito. Per quanto riguarda l'Irpeg la riduzione è prevista solo per il 2003. "Come facciamo – ha detto il ministro Tremonti - a rinviare una cosa che è prevista per il 2003? Ci sembra una colpa impossibile".

Capitolo tagli: dovrebbero entrare 10.000 miliardi dai tagli alle spese dei vari ministeri, che non riguarderanno però le spese per la sicurezza. Capitolo entrate: una cifra tra 6.000 e 7.000 miliardi dovrebbe arrivare da quelle che Tremonti ha definito "entrate fiscali non coattive", cioè dalla sanatoria sul sommerso. Il governo punterebbe poi a incassare 13-14.000 miliardi dalla cartolarizzazione degli immobili (la conversione in titoli del proprio patrimonio). Per i contratti pubblici poi, sono stati previsti circa 5.000 miliardi contro i 10.000 richiesti da Cgil, Cisl e Uil.

E per le imprese commerciali? In Finanziaria è stata inserita l'abolizione della tassa sulle insegne dei negozi e sulle locandine delle edicole, mentre sono stati aumentati per 274 miliardi i trasferimenti per la gestione commercianti e artigiani dell'Inps.

In merito alla manovra dei "cento giorni", infine, Tremonti ha detto che "diventerà legge il 10-12 ottobre. Per ora è solo un atto della Camera".

Intanto, in vista del primo incontro con le parti sociali, il ministro del Welfare Roberto Maroni ha lanciato sulle pagine de "La Stampa" del 2 ottobre un appello a tutti i leader delle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro sul tema delle pensioni e dell'occupazione. "Ci sono – ha detto – le condizion i per aprire davvero una stagione riformatrice molto profonda, per dare lavoro agli italiani e garantire meglio le pensioni in futuro".

A quanto si apprende, il ministro proporrà nuove regole per il collocamento con il coinvolgimento dei privati e la riforma dello Statuto dei lavoratori (senza toccare la possibilità di reintegro del lavoratore licenziato ingiustamente). Dal lato delle pensioni, Maroni nega la drammaticità dell'andamento dei costi, ritiene modesto il beneficio deruvante da un'eventuale anticipo delle scadenze della legge Dini e punta sullo sviluppo della previdenza integrativa.

 

 

 

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