Emilia-Romagna: commercianti uniti contro le liberalizzazioni

Emilia-Romagna: commercianti uniti contro le liberalizzazioni

Conferenza stampa congiunta di Confcommercio e Confesercenti regionali per dire no a provvedimenti che non tengano conto della peculiarità del sistema italiano della distribuzione commerciale.

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23 gennaio 2012

Nel corso di una conferenza stampa congiunta a Bologna, Confcommercio e Confesercenti Emilia-Romagna hanno ribadito la loro contrarietà ai provvedimenti dell'attuale Governo in tema di liberalizzazioni nel commercio. Durante l'incontro, al quale hanno partecipato per la Confesercenti regionale il presidente Roberto Manzoni e il direttore Stefano Bollettinari e per la Confcommercio Imprese per l'Italia dell'Emilia Romagna il vice Presidente Vicario Celso De Scrilli e il direttore Davide Urban, le due associazioni di categoria hanno sottolineato i motivi della loro posizione contraria, già espressi nei giorni scorsi in una nota nella quale si chiede al presidente della Regione, Vasco Errani, di sollevare l'illegittimità del provvedimento e nel contempo di intervenire presso il Governo perché venga modificato. Confcommercio e Confesercenti ritengono che i provvedimenti adottati non tengano conto della peculiarità del sistema italiano della distribuzione commerciale, fatto di piccole, medie e grandi imprese che si confrontano in un mercato pienamente competitivo e senza barriere all'ingresso, capace di assicurare ai consumatori livelli di servizio fra i più elevati in Europa, in particolare in Emilia Romagna. La liberalizzazione selvaggia del settore, che prevede l'apertura delle attività 24 ore su 24, festivi e domeniche comprese, condizione insostenibile per le piccole imprese che rischieranno così di chiudere, e quella annunciata dei saldi e delle vendite sottocosto, a giudizio delle due organizzazioni, non farà aumentare i consumi e non migliorerà certamente i servizi, come d'altronde non farà aumentare l'occupazione ma servirà solo a trasferire quote di consumo dal piccolo e medio dettaglio alla grande distribuzione, che già detiene un'elevata quota di mercato (oltre il 70% dei consumi alimentari). "Le scelte del Governo in fatto di liberalizzazioni - ha affermato Celso De Scrilli, vicepresidentevVicario di Confcommercio Imprese per l'Italia dell'Emilia Romagna - stanno fortemente danneggiando un modello italiano di distribuzione commerciale in cui la compresenza di piccole, medie e grandi superfici di vendita ha fin qui mostrato di agire positivamente tanto a vantaggio della concorrenza, quanto della qualità del servizio reso ai consumatori".


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