Eurispes: giù il potere d'acquisto per 7 famiglie su 10

Eurispes: giù il potere d'acquisto per 7 famiglie su 10

Secondo il Rapporto Italia 2015 il 71,5% degli italiani ha visto nell'ultimo anno diminuire nettamente o in parte la capacità di affrontare le spese con le proprie entrate. Cambiano non solo i modelli di consumo, con la contrazione degli acquisti considerati superflui, ma anche i modelli di acquisto.

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30 gennaio 2015

L'erosione del proprio potere d'acquisto è ormai un dato di fatto per 7 italiani su 10 (71,5%) che hanno visto nell'ultimo anno diminuire nettamente o in parte la capacità di affrontare le spese con le proprie entrate. È quanto emerge dal Rapporto Italia 2015 dell'Eurispes, che sottolinea come a mutare non siano solo i modelli di consumo, con la contrazione degli acquisti considerati superflui (tempo libero, pasti fuori casa, parrucchiere, estetista, eccetera), ma anche i modelli di acquisto (e-commerce e mercato dell' usato). Secondo il Rapporto, infatti, le famiglie si rivolgono sempre più spesso a punti vendita economici come grandi magazzini, mercatini, outlet (lo fa l'84,5% contro il 75,3% dello scorso anno) e si rimandando gli acquisti ai saldi (l'88,2% contro l'82,9%). Stando ai dati, è aumentata di ben 13 punti la percentuale di chi si è rivolto ai discount (70,9%) per la spesa alimentare e sale all'81,7% (+5,8) la percentuale di italiani che cambia marca di un prodotto alimentare se più conveniente. I tagli si riflettono anche sugli articoli tecnologici, l'80,1% (+8,5), quelle per la benzina, con un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici (41,6%), quelle dedicate agli animali domestici (49,5%), per la baby sitter (53,5%) e per i collaboratori domestici (60,8%). Il 44,2% dei consumatori, inoltre, fa sempre più riferimento al mercato dell'usato (+18,3%), il 48,8% (+4,8) ha dichiarato di aver effettuato acquisti online per ottenere sconti e aderire ad offerte speciali. Rilevante, infine, il dato sui tagli sulle spese mediche (32,3%) che va di pari passo con l'aumento delle rateizzazioni per coprire i costi per curarsi (46,7%,+24,3%).

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