Qui! Group, con il fallimento 600 posti a rischio

Qui! Group, con il fallimento 600 posti a rischio

II tribunale fallimentare di Genova ha rifiutato la richiesta di amministrazione straordinaria presentata dai vertici del gruppo. Fipe: "Consip risponda ai creditori".

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9 settembre 2018

Si complica la crisi di Qui! Group. Dopo il fallimento, la prima emergenza riguarda il destino di 200 dipendenti diretti della società fornitrice di buoni pasto e welfare aziendale. Ma ci sono anche 400 lavoratori circa che fanno riferimento a una galassia di società controllate (Welfare company, Qui! Ticket e Qui! Financial services sono solo le principali). A Genova domani i dipendenti si riuniranno in assemblea. Poi ci sono i creditori. I debiti della società toccherebbero i 320 milioni. «Daremo assistenza ai nostri associati e stiamo valutando di chiamare in causa Consip (primo cliente di Qui! Group, ndr,) perché risponda in solido», annuncia il presidente di Fipe Confcommercio Lino Stoppani. L'8 agosto il cda di Qui! Group ha rivisto il bilancio 2017. E cosi dall'attivo dichiarato a fine giugno si è passati a una perdita per 207 milioni di euro e a un patrimonio netto negativo di per 186,5 miioni. Il fondo Kkr che aveva sottoscritto un bond della società da 50 milioni ad agosto aveva segnalato «l'avveramento di plurimi eventi di default tali da determinare l'immediata esigibilità del bond medesimo, nonché l'avvio delle procedure per l'escussione dei pegni concessi in garanzia». Visto che la garanzia erano le azioni stesse della società, il fallimento complica la posizione del fondo. Come anche quella della multinazionale Usa Fleetcor che detiene una quota di Qui! Group del 54096. Il D-day della crisi di Qui! Group è il 13 luglio scorso, quando Consip risolve la convenzione per i buoni pasto dei lotti Lazio e Nord Ovest (il business di Qui! Group è sempre stato per il 70-75% legato a commesse pubbliche). Successivamente Consip ha bandito una nuova gara. Visto che Qui! Group era stata estromessa, ha partecipato una sua controllata, Più Buono. Il 25 luglio scorso sono state aperte le buste delle offerte economiche. E Più Buono (come confermano il management della società oltre ai concorrenti presenti all'apertura delle buste) ha fatto le migliori offerte per i lotti del Piemonte e della Toscana. Il valore di partenza per i due lotti era complessivamente di 97,5 milioni Che Più Buono si sarebbe aggiudicata con uno sconto vicino al 20%. L'aggiudicazione formale non è ancora avvenuta ma la società si dice pronta a svolgere il lavoro. Nell'ampia diversificazione di business messa in piedi da Qui! Group, da segnalare quella nelle carte di pagamento con Qui! Financial services (l'auto- rizzazione della Banca d'Italia era arrivata a giugno). Ora toccherà ai curatori fallimentari — Adolfo Praga, Olga Russo ed Elisabetta Vassallo — dipanare la delicata matassa. Nel settore Qui! Group era percepita come una entità a sé. Anche perché aveva deciso di non iscriversi né ad Aiwa (Associazione delle imprese del welfare aziendale) né ad Anseb (associazione degli operatori dei buoni pasto che fa riferimento a Fipe Confcommercio). Qui! Group aveva infatti fondato, lo scorso gennaio, una nuova associazione delle imprese del welfare aziendale — WelfareImpresa — all'interno di Confindustria. Ora Aiwa e Anseb prendono le distanze: «La vicenda di Qui! Group era un'anomalia nota — dice il presidente di Anseb e Aiwa Emmanuele Massagli —. Chiediamo più controlli da parte di Consip. Questo mercato è fatto di società che non sono indebitate e rispettano i patti».

tratto dal Corriere della Sera

di Rita Querzè

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