Federagenti alla sfida della globalizzazione

Federagenti alla sfida della globalizzazione

A Roma si è tenuto il convegno nazionale della Federazione del settore marittimo e portuale. Per il presidente Negri, è necessario "essere reattivi ai cambiamenti per non subire il progresso ma per governarlo".

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22 maggio 2002
Mercoledì 22 maggio a Roma, presso Villa Spalletti Trivelli a Via Piacenza 4, si terrà il convegno nazionale di Federagenti

La Federagenti alla sfida della globalizzazione

 

Si è tenuto a Roma, presso Villa Spalletti Trivelli, il convegno nazionale di Federagenti. I lavori sono stati aperti dalla relazione del presidente della federazione Luigi Negri. Negri ha subito sottolineato come il 2001, sia stato un anno diverso e molto duro per il settore, ovvia ripercussione della crisi internazionale dell’11 settembre ricordando i dati sull’andamento dell’economia mondiale forniti dall’Ocse e dal Fondo monetario Internazionale. Il presidente di Federagenti non ha risparmiato poi qualche critica al governo: “I governi precedenti – ha detto Negri – avevano iniziato un cammino per sviluppare una politica marittimo-portuale per mettere la flotta italiana, in particolare quella impiegata nei servizi di cabotaggio, in competizione con quelle europee. Una politica che il nuovo esecutivo doveva proseguire. Non sembra che le cose siano andate così, e siamo veramente meravigliati dal fatto che chi ci governa non capisca quanto sia importante per un Paese come il nostro, sviluppare una ricchezza come il mare e la posizione strategica dell’Italia, soprattutto alla luce del fatto che la domanda di trasporto nei prossimi anni crescerà in maniera esponenziale”. Negri ha quindi illustrato la situazione della flotta, del traffico marittimo e del settore portuale. Il presidente di Confcommercio Sergio Billè (vedi testo integrale in fondo alla pagina N.d.R) ha evidenziato essenzialmente tre problemi per il settore. “In primo luogo – ha detto Billè –la mancanza di una programmazione di settore, che abbia finalità strategiche per sfruttare una risorsa troppo poco utilizzata a scapito dei trasporti su strada. Con il risultato che oggi abbiamo reti viarie terribilmente ingolfate che producono costi sempre maggiori”. Per il presidente di Confcommercio tutto ciò è avvenuto anche “per un livello di pressione fiscale che ha posto in sofferenza le piccole e medie imprese e fortemente demotivato le grandi, oltre che per un sistema di leggi che hanno fiaccato lo spirito e la voglia di fare impresa dell’operatore marittimo”. E infine, Billè ha sottolineato come la “mancanza di riforme che consentano di diminuire i costi d’impresa e d’incentivare gli investimenti accentuano le ragioni della nostra crisi e raddoppiano rispetto ad altri Paesi i nostri problemi”. Il presidente di Confitarma Giovanni Montanari, il presidente di Fedarlinea Giuseppe Ravera e il presidente di Assoporti Francesco Nerli, hanno tutti messo l’accento, ognuno da un’angolazione diversa, sul fatto che il governo non abbia ancora dato dei segnali su come affrontare i problemi di un settore che nel suo complesso dà lavoro a quasi trecentosessantamila persone. Il sottosegretario alle Infrastrutture ed ai Trasporti Paolo Mammola, ha incassato le critiche mosse all’esecutivo ma ha annunciato novità positive per il settore. In primo luogo, il sottosegretario ha detto che a partire dal 2003 entrerà in vigore la Tonnage Tax, il sistema di tassazione in base al tonnellaggio e non al volume d’affari.

Il sottosegretario ha poi dichiarato che, probabilmente entro il 30 giugno, sarà approvato “l’emendamento al collegato alla  Finanziaria che darà copertura alla parte degli sgravi  contributivi che mancavano al cabotaggio, dopo che la Finanziaria li aveva ridotti al 43%”. “Con i 30 miliardi di lire previsti nell’emendamento – ha precisato Mammola - ridaremo copertura fino all’80% degli sgravi”.

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