Federlingue: "Un settore fondamentale ma invisibile nel decreto ristori"

Federlingue: "Un settore fondamentale ma invisibile nel decreto ristori"

Venerdì 13 novembre alle 18, le scuole di lingue e i centri di certificazione linguistica spegneranno le luci in segno di disapprovazione nei confronti dell’ultimo DPCM e del Decreto Ristori bis.

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11 novembre 2020

Venerdì 13 novembre alle 18, le scuole di lingue e i centri di certificazione linguistica spegneranno le luci in segno di disapprovazione nei confronti dell’ultimo DPCM e del Decreto Ristori bis.

Lo annunciano in una nota le associazioni del comparto:  AISLi – Associazione Italiana Scuole di Lingue, ASILS – Associazione Scuole di Italiano come Lingua Seconda, CAMBRIDGE ASSESSMENT ENGLISH – Ente Certificazioni di lingua inglese, EDUITALIA – Associazione di Scuole ed Università che offrono corsi per studenti stranieri, FEDERLINGUE (Confcommercio) – Associazione Italiana Servizi Linguistici, FIDEF – Federazione Italiana Enti e Scuole di istruzione e formazione, ITALIAN IN ITALY – Associazione Scuole per la diffusione della cultura e della lingua italiana nel mondo.

Assimilate ai centri di formazione che possono operare solo con una didattica a distanza non adeguata alla fascia di studenti più giovani che le frequentano, dimenticate dal Decreto Ristori che non inserisce il codice ATECO 85.59.30 a cui appartengono e con perdite di fatturato fino all’80%, le scuole di lingue sono vicine al collasso.

Migliaia di studenti sono costretti ad interrompere i corsi di lingua perché la didattica a distanza su percorsi non curriculari non è così apprezzata e gli esami di fine corso non possono essere sostenuti online.

La crisi sanitaria priva in questo modo i giovani della possibilità di diventare competitivi in un mondo sempre più globalizzato ed i nostri studenti non possono dimostrare la competenza linguistica acquisita poiché le sessioni di esame sono state annullate. Per non parlare dei piccoli studenti cui è tolto il diritto di socializzare e di svilupparsi come individui, nonostante le nostre scuole abbiano aule con pochi studenti e dove è possibile apprendere in sicurezza, più di quanto accada nelle scuole statali dove la didattica in presenza è consentita.

 

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