FederModaItalia: "No all'aumento dell'Iva al 23 per cento"

FederModaItalia: "No all'aumento dell'Iva al 23 per cento"

Il presidente Renato Borghi: "il solo annuncio del probabile aumento dell'IVA ad ottobre di quest'anno rischia di mortificare la ripresa del clima di fiducia registrata a marzo". Presentata un'indagine Federmoda-Astra.

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22 marzo 2012

A fronte del paventato aumento dell'IVA dal 1° ottobre 2012, il Consiglio Nazionale di Federazione Moda Italia , riunitosi a Milano il 19 marzo, esprime "profonda preoccupazione per le pericolose ricadute sui consumi delle famiglie, in un momento di grave difficoltà soprattutto per il settore moda". Per il Presidente Renato Borghi, "alcune uscite pubbliche possono provocare disorientamento e l'annunciato aumento dell'IVA è sicuramente un passo falso". Da un'indagine commissionata da Federazione Moda Italia ad AstraRicerche emergono due importanti evidenze: da un lato, la crisi è conclamata tant'è che, nel mese di marzo, oltre il 68% degli italiani si dichiara insoddisfatto della propria condizione economica, raggiungendo un livello record rispetto agli ultimi sessant'anni. Dall'altro lato, il sentiment - il clima di fiducia degli italiani - ha registrato, per la prima volta dalla primavera del 2010, un sensibile incremento dell'ottimismo pari al 7% in un solo mese. I positivi, quelli che vedono con fiducia il prossimo futuro, sono passati dal 37% al 44% in sole quattro settimane. A commento di questi dati, il Presidente Borghi afferma che "Il dato sul miglioramento del clima di fiducia del Paese - che comunque deve consolidarsi anche nei prossimi rilevamenti per non essere considerato un fuoco di paglia - non deriva affatto da un percepito avvio di ripresa, ma è dovuto all'inizio di rinnovate aspettative. La crisi, soprattutto nel settore tessile, resta forte e dominante, anzi s'aggrava; ma è importante rilevare che alcuni italiani iniziano ad ipotizzare la fine della Grande Depressione, esprimendo il desiderio di tornare a sperare", che si traduce in quello che i tecnici definiscono "la speranza della speranza". "Il paventato aumento dell'IVA - prosegue Borghi - rischia così di rompere quel positivo clima primaverile che ci permetterebbe di definire strategie, non più solo "difensive" ed emergenziali, ma a medio termine se non addirittura "d'attacco". Ecco che - continua Borghi - chiedo al Governo un forte e deciso impegno per il rilancio dei consumi che sicuramente mal si concilia con le attuali scelte messe in campo. Pur nella consapevolezza della difficile situazione del Paese, tali scelte provocheranno di sicuro un'erosione dei redditi disponibili delle famiglie. A breve, avremo l'impatto sui consumi provocato dall'addizionale regionale IRPEF, a giugno l'effetto dell'IMU, ma vorremmo almeno evitare l'incremento delle aliquote IVA ad ottobre.

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