FederModaItalia: "Le vendite nel settore sono in graduale ripresa"
FederModaItalia: "Le vendite nel settore sono in graduale ripresa"
Il presidente Borghi: "I dati del Fashion & High Street Report 2021 sono leggermente più confortanti rispetto al 2020 e inizio 2021, ma servono parità di regole e una coerente tassazione per i colossi del web".
Secondo i dati rilevati nel nuovo Fashion & High Street Report 2021, realizzato da Federazione Moda Italia-Confcommercio con World Capital, il settore retail ha iniziato a reagire mostrando i primi segnali positivi. E' il Nord a trainare il comparto con una percentuale di tasso di sconto in lieve diminuzione, una forbice dei canoni di locazione (valore medio minimo -1,2% e valore medio massimo +1,2%) che si allarga e i rendimenti in lieve ridimensionamento (in media dal 6% al 5,6%). Scenario più stabile al Centro, mentre al Sud nelle vie dello shopping i canoni di locazione risultano ancora in lieve calo (valore minimo medio -3% e valore massimo medio -0,9%).
Dando uno sguardo alle fasi congiunturali salienti del settore retail, secondo Federazione Moda Italia-Confcommercio, i dati risultano più confortanti rispetto ai primi mesi dell’anno. Dal mese di aprile la percentuale di aziende che ha optato per la cassa integrazione è in costante calo. Per quanto riguarda la risposta dei consumatori, il trend si orienta maggiormente verso un progressivo ritorno agli acquisti nei negozi di prossimità dopo il forzato ricorso all’online, dovuto principalmente alle restrizioni nei movimenti e alle limitate occasioni d’incontro, ma anche alle nuove modalità di lavoro, che hanno modificato flussi e abitudini dei consumatori. Focalizzandoci sui canali di vendita online, dal mese di marzo a luglio i social network (con Instagram al 30,3%, Whatsapp al 16,7% e Facebook al 13,6%) e i siti web (propri al 21,2% e piattaforme terze al 9,1%) sono stati i mezzi privilegiati dai commercianti, con una lieve diminuzione ad agosto.
Commentando i dati dell'indagine il presidente di Federmoda, Renato Borghi (leggi l'intervista integrale, documento pdf), ha sottolineato che "la pandemia ha portato alla chiusura complessiva dei nostri negozi per 138 giorni, pari al 35% della capacità lavorativa. Di questa situazione si sono sicuramente avvantaggiati i colossi del web. Quelle multinazionali ben strutturate anche dal punto di vista logistico che hanno ottenuto una importante rendita di posizione e sulle quali continuiamo a ribadire la necessità di parità di regole nonché di una coerente tassazione. Abbiamo, quindi, sottolineato al Governo l’improcrastinabile necessità di estendere, nella prossima manovra di bilancio, il contributo sotto forma di credito d’imposta del 30% delle eccedenze di magazzino, ad oggi previsto inspiegabilmente solo per l’industria della moda, anche e soprattutto alla distribuzione commerciale del fashion. C’è da dire, comunque, che questo periodo è stato utile per accelerare anche il percorso di digitalizzazione dei nostri store. Basti pensare che nel 2019 solo il 14,4% delle imprese del dettaglio moda aveva associato alla vendita tradizionale l’e-commerce. Nei primi mesi del 2021, tale percentuale è salita al 51,2%”.