L'Associazione delle Imprese ferroviarie private critica la posizione di Federtrasporto sull'obbligo per tutte le imprese ferroviarie di applicare un unico contratto, perché " contraria alla logica della libera contrattazione tra le parti sociali".

Secondo Fercargo, "la posizione di Federtrasporto sull'obbligo per tutte le imprese ferroviarie di applicare un unico contratto è sorprendente e contraria alla logica della libera contrattazione tra le parti sociali, addirittura ampliata nell'ambito dello stesso articolo 8 del maxiemendamento alla finanziaria, vigente nel nostro paese. Rispetto a quanto dichiarato nei giorni scorsi da Federtrasporto, l'associazione che riunisce le imprese private di trasporto ferroviario delle merci puntualizza con fermezza che, a differenza da quanto sostenuto, né Fercargo, né le singole imprese ad essa associate sono state invitate partecipare, ad alcun livello della trattativa per il nuovo CCNL, né dal Governo né da Federtrasporto stessa". "Ciò che è accaduto - ricorda Fercargo - è invece che alcuni mesi fa FerCargo, che aveva elaborato una propria proposta per lo specifico settore del trasporto ferroviario delle merci, ha cercato di aprire un tavolo di confronto con Federtrasporto attraverso alcuni specifici incontri, iniziativa poi annullata da Federtrasporto in conseguenza della costituzione del Forum del Trasporto Ferroviario tra Fercargo, NTV, Assoferr, Arriva DB, Arenaways. L'associazione FerCargo rileva dunque che, evidentemente, Federtrasporto non ha piacere che in Italia ci siano altri soggetti, oltre alle FS da loro rappresentate, che parlino tra loro, interagiscano e possano esprimere una propria posizione sullo sviluppo del trasporto ferroviario nel nostro paese". "Appare inoltre strano a FerCargo sentire parlare Federtrasporto di "dumping contrattuale e sociale" prendendo a prestito slogan normalmente utilizzati da altri soggetti, non certo di loro patrimonio. Questo secondo Fercargo la dice lunga su come Federtrasporto, organizzazione di Confindustria, veda tra gli elementi della competizione anche l'uso ottimale delle risorse, naturalmente all'interno di disposizioni e norme che garantiscano la sicurezza ed il rispetto dei diritti e dei doveri. Al di là delle polemiche tra associazioni di categoria, a FerCargo interessa ribadire con forza la propria posizione: il futuro del trasporto merci ferroviario passa anche attraverso una profonda innovazione dell'organizzazione delle imprese, una maggiore produttività delle stesse, una vera liberalizzazione ed una corretta competizione sia con le altre modalità di trasporto sia interna alla modalità ferroviaria. FerCargo ritiene auspicabile un contratto nazionale che, al suo interno, individui pienamente la specificità del settore cargo e quindi marchi una chiara differenziazione rispetto al trasporto viaggiatori di lunga percorrenza ed al trasporto locale, che operano in contesti ed ambiti del tutto differenti.
Lo stesso contratto nazionale dovrà contenere principi e regole di carattere generale, per poi lasciare ampio spazio alla contrattazione aziendale, tenuto conto che, anche nell'ambito del cargo, vi sono aziende che per dimensione, distribuzione territoriale, tipologia di business, necessitano di una specifica organizzazione del lavoro. Sarebbe sorprendente se questi principi, certamente condivisi per altri settori dell'economia, vedessero contrapposta FerCargo rispetto ad altre associazioni del mondo industriale. Su queste basi si conferma dunque la disponibilità ad essere un soggetto attivo nella trattativa del nuovo CCNL della mobilità. Se dietro alla norma inopportunamente inserita nell'art. 8 della manovra economica si celasse invece il tentativo, già più volte intrapreso negli ultimi anni, di uniformare tutte le nuove imprese ferroviarie ad un contratto obsoleto ed inefficace, ispirato alla logica centralizzata delle ex aziende monopoliste, è chiaro ed evidente che la nostra posizione non potrà che essere di totale contrasto".