Tappa aretina per "Fermiamo la contraffazione"

Tappa aretina per "Fermiamo la contraffazione"

Oltre 400 studenti delle scuole superiori hanno partecipato insieme agli imprenditori del terziario, all'iniziativa itinerante ideata da Confcommercio per denunciare i pericoli della contraffazione e dell'abusivismo commerciale. Lapini: "diffondere il valore di principi come l'onestà significa costruire quel mondo ideale nel quale economia e legalità costruiscono la giustizia".

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8 febbraio 2017

Oltre 400 studenti delle scuole superiori della provincia di Arezzo hanno partecipato il 9 febbraio ad  Arezzo all'iniziativa "Fermiamo la contraffazione", ideata dalla Confcommercio nazionale per promuovere la cultura della legalità partendo dalle nuove generazioni. Bellissimo il colpo d'occhio offerto dal teatro Petrarca, gremito di giovanissimi in ogni ordine di posti. Questi gli istituti rappresentati: il Liceo "Benedetto Varchi" di Montevarchi, il Liceo Classico " Luca Signorelli" di Cortona, l'Isis di San Giovanni Valdarno e da Arezzo il Liceo Scientifico " Francesco Redi", il Liceo Classico "Francesco Petrarca", il Coreutico "Piero della Francesca", il Liceo di Scienze Umane " Vittoria Colonna" e l'Itis "Galilei". Ad aprire la mattinata il direttore regionale di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni, che ha ricordato come l'illegalità abbia "molte declinazioni e altrettante implicazioni,: morali, giuridiche, economiche. Perché fenomeni come l'usura, il racket, la corruzione, l'abusivismo, la contraffazione alterano il mercato, falsano la concorrenza a scapito delle imprese "sane", ci rubano fette importanti di ricchezza e sottraggono occupazione". "Questo progetto è nato per voi, ragazzi", ha detto nel suo intervento la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, che segue il progetto nazionale in ogni sua tappa in qualità di membro della giunta nazionale Confcommercio con incarico alla legalità e alla sicurezza. "Attraverso di voi possiamo cambiare quella mentalità e quella cultura che oggi permettono all'illegalità di  prosperare. Diffondere il valore di principi come l'onestà significa costruire quel mondo ideale nel quale economia e legalità costruiscono la giustizia". Anna Lapini ha poi ricordato le tante attività sostenute da Confcommercio per raggiungere questo obiettivo, dal Premio Libero Grassi all'istituzione di una giornata "Legalità, mi piace!", ogni anno a novembre. "La criminalità è un costo per le aziende sane. Dalle nostre stime abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, taccheggio, furti, rapine hanno sottratto al commercio, agli alberghi e ai pubblici esercizi 27 miliardi di euro, mettendo a rischio oltre 260mila posti di lavoro regolari. Ecco perché siamo impegnati in prima linea per combattere questi fenomeni", ha concluso. Alla contraffazione e all'abusivismo commerciale è dedicato l'applauditissimo spettacolo che ha fatto seguito, "Tutto quello che sto per dirvi è falso", scritto da Andrea Guolo e interpretato dall'attrice Tiziana Di Masi. Un esempio di teatro civile che fra numeri e fatti di cronaca, video e coinvolgimento del pubblico, è riuscito a trasferire con grande immediatezza il senso della portata enorme del problema. Ne è seguito un dibattito, moderato dal direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, al quale hanno partecipato anche gli studenti ponendo alcune domande agli ospiti sul palco: insieme alla presidente Anna Lapini, il prefetto di Arezzo Clara Vaccaro, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, il comandante della Guardia di Finanza di Arezzo Andrea Tesi e il provveditore agli studi di Arezzo e Siena Roberto Curtolo. "La legalità, come la sicurezza, si deve costruire insieme: cittadini, forze dell'ordine e istituzioni. Tutti siamo chiamati a questa responsabilità. La società di oggi - ha sottolineato il prefetto Vaccaro durante il dibattito – è dominata dalla dicotomia fra avere ed essere. "Si è" perché "si ha" qualcosa,  magari si prendono delle scorciatoie se il bene che si desidera è troppo costoso. Perché un prodotto legale costa di più, ma difende i nostri diritti", ha ricordato poi ai ragazzi,  "domandatevi quanti diritti calpestati ci sono dietro ad un prodotto contraffatto. Come vi sentireste, per esempio, a sapere che dietro la maglietta acquistata a poco prezzo sul mercato abusivo c'è un bambino a cui è stato negato il diritto all'infanzia?". "Viviamo un nuovo Medioevo, con forme nuove di schiavitù che alimentiamo acquistando prodotti contraffatti-  ha ribadito il comandante Tesi – e purtroppo è un fenomeno ampio che si è evoluto in ordine alla globalizzazione. Oggi non ci sono più frontiere e questo rende più complesso espletare il controllo, anche per la forte sinergia fra criminalità autoctona e internazionale, che hanno fatto della contraffazione un business enorme. Il consumatore che acquista un prodotto contraffatto è solo l'ultimo anello di una lunga e complessa catena criminale". "Anche la Polizia municipale è impegnata nel contrasto al commercio di merce contraffatta, che per fortuna da noi è un fenomeno circoscritto - ha detto il sindaco Ghinelli - eppure a volte gli agenti che fanno sgombrare un venditore abusivo vengono guardati male dalle persone che passano, come se facessero un torto ad un debole. Non pensano che quella persona è sfruttata dalla criminalità. È solo nel rispetto delle regole che si tutelano i più deboli".  "Il rispetto delle regole è rispetto di noi stessi - ha sottolineato il provveditore Curtolo -e la scuola può aiutare a far passare questo concetto ai più giovani, ma ha bisogno di autorevolezza nei confronti delle famiglie che invece favoriscono comportamenti al limite della legalità. Scuola, famiglia, istituzioni, tutti gli attori sociali devono contribuire ad affermare la legalità". 

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