Commissioni bancarie: "Misura giusta ma non basta. Servono incentivi alle imprese"

Commissioni bancarie: "Misura giusta ma non basta. Servono incentivi alle imprese"

Paolo Ferrè, consigliere incaricato per il credito di Confcommercio: "Il Governo ha ridotto le commissioni interbancarie ma per dare un impulso ai pagamenti elettronici bisognerebbe ridurre le commissioni applicate dalle banche alle imprese per l'utilizzo delle carte".

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13 dicembre 2017

Una misura positiva ma che, da sola, non basta a favorire la diffusione dei pagamenti digitali. E questa la posizione di Confcommercio sul decreto legislativo approvato lunedì dal Consiglio dei ministri in materia di servizi di pagamento. "Il problema è che il Governo ha ridottole commissioni interbancarie (con un tetto dello 0,2% per i pagamenti con bancomat e prepagata e dello 0,3% per operazioni con carta di credito, ndr) - spiega Paolo Ferrè, consigliere incaricato per il credito di Confcommercio -. Ma per dare un impulso ai pagamenti elettronici bisognerebbe ridurre le commissioni applicate dalle banche alle imprese per l'utilizzo delle carte". Certo, nulla esclude che, per effetto di questo decreto, qualche banca decida di ridurre a sua volta le commissioni ai commercianti. "Ma non c'è nessun obbligo - precisa Ferrè-quindi è tutto da vedere". Inoltre, secondo la Confcommercio sarebbe sbagliato puntare su un impianto solo sanzionatorio per favorire la diffusione dei pagamenti elettronici. "Servono invece incentivi agli utenti e commissioni inferiori per i commercianti, o addirittura nulle per alcune categorie", conclude Ferrè, ricordando che il numero di Pos installati in Italia è cresciuto del 60% negli ultimi cinque anni, spinto anche dall'obbligo sui Pos (a oggi ancorasenzasanzioni). Attualmente, secondo i dati di Banca d'Italia, sono 2,2 milioni i Pos nel nostro Paese, contro 1, 5 milioni in Francia e 1,2 milioni in Germania. Inoltre, nel nostro Paese le transazioni annuali con carte di credito, di debito e prepagate sono aumentate da circa l,7 miliardi nel 2011a oltre 3 miliardi nel 2016. Non abbastanza, tuttavia: l'Italia resta cenerentola in Europa per numero di pagamenti digitali: sempre secondo i dati dellaBancad'Italia, l'83%dei pagamenti è in contanti, contro il 65% della media europea (65%). «Una maggiore diffusione della moneta elettronica è auspicabile-affermaMarco Pagani, direttore area legislazione di Federdistribuzione-. I mezzi di pagamento elettronici sono, per la distribuzione organizzata, un servizio imprescindibile, ma anche un costo gestionale rilevante. Servono ulteriori interventi normativi per incentivare lo sviluppo di questi sistemi». Ad esempio, defiscalizzazioni a favore delle imprese che investono su questo fronte e sviluppo delle infrastrutture". 

 

tratto da "Il Sole24Ore" di Giovanna Mancini 

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