Fiavet: "nel turismo poche donne ai vertici, ora basta”

Fiavet: "nel turismo poche donne ai vertici, ora basta”

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14 ottobre 2020

Nel turismo un uomo su due sa di avere più possibilità lavorative rispetto a una collega donna e, in un caso su tre, ciò è ritenuto in qualche misura "accettabile". E' quanto rivela la ricerca "Potere Rosa", commissionata dalla Fiavet e patrocinata dall'Ente Nazionale Bilaterale per il Turismo.

Nell'intermediazione turistica la percentuale di lavoro femminile tocca il 72,5%, ovvero 23.554 donne ripartite tra 5.852 imprese ma difficilmente le donne occupano posizioni apicali. Secondo la presidente di Fiavet, Ivana Jelinic il gender gap è diminuito, ma nella fase attuale vive il suo momento più difficile, perché non è più evidente: "questa cultura della disuguaglianza temo non cambierà con l'avvicendarsi generazionale se non si interviene a livello economico, normativo e soprattutto culturale".    

"Potere Rosa" dimostra che i mestieri in cui le donne sono predilette continuano ad essere quelli che riguardano la cura della persona, in cui l'attività prevalente è accudire ed organizzare. Quindi: hostess, ma non pilota, agente di viaggio, ma non amministratore delegato di un gruppo turistico. "noi donne - aggiunge Ivana Jelinic -  possiamo fare le banconiste, le agenti di viaggio, mentre ai vertici dell'industria turistica arriviamo quasi sempre per eredità, per matrimonio, o con molte difficoltà".  In questo quadro si fa strada, pure nel turismo, il movimento #Boycottmanels: "boicottare gli eventi in cui non ci sia almeno un 50% di donne tra i relatori è una battaglia giusta, ma al momento irrealizzabile - afferma la presidente Fiavet- tuttavia ci aiuta a capire, che la realtà è quella di una disuguaglianza cui bisogna porre fine".

La ricerca si sofferma infine su vantaggi e svantaggi dello smart working. "La storia del multitasking e della nostra capacità di adattarci - sostiene Jelinic - fa sì che la situazione della donna peggiori sempre più. Lavoriamo il triplo, per salvare tutto, e se non sia mai nostro figlio a scuola starnutisce, dobbiamo restare ferme a casa, abbassando le serrande dell'agenzia di viaggi, perdendo la continuità d'impresa, alla base della fidelizzazione della domanda, già vacillante senza il prodotto".

Nelle conclusioni della ricerca la presidente di Fiavet racconta anche la sua personale esperienza e gli ostacoli incontrati, un confronto in aperta disuguaglianza. "Spesso mi sono sentita trattare come una fanciullina da educare a prendere decisioni troppo grandi per lei, oppure mi sono trovata di fronte a conflitti molto poco professionali, ho subito e subisco ogni giorno commenti estetici, primo fra tutti quello che vede la competenza professionale direttamente proporzionale al colore dei capelli: in questo Paese più sei bionda meno sei in grado di capire normative, tributi, investimenti".

"Potere Rosa" vuole rappresentare per Fiavet, per le donne del turismo, una richiamo all'attenzione sul gender gap, ma anche un primo segnale di svolta.  "Questa ricerca - conclude Ivana Jelinic - è il primo dei passi che Fiavet farà sotto la mia presidenza per cambiare la cultura della negazione di un trattamento diseguale delle donne nella professionalità turistica".

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