Fida: "Vaccino obbligatorio per lavoratori settore alimentare, no al Green Pass"

Fida: "Vaccino obbligatorio per lavoratori settore alimentare, no al Green Pass"

La presidente Prampolini: "Chi è a contatto quotidianamente con le persone credo abbia come preciso dovere vaccinarsi". "L'adozione del Green Pass per i clienti dei supermercati e dei negozi alimentari sarebbe impraticabile".

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19 luglio 2021

Il dibattito sull'estensione dell'utilizzo del Green Pass e sull'obbligo di vaccinazione per alcune categorie di lavoratori continua a tenere banco. Sulla questione è intervenuta la presidente di Fida Confcommercio (federazione dei dettaglianti alimentari e della Distribuzione organizzata), Donatella Prampolini. "Non mi scandalizzo- ha detto Prampolini commentando la proposta suggerita da Guido Rasi, ex direttore dell'Ema e consulente del commissario all'emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo, in merito all'obbligo di vaccino per chi svolge lavori a contatto con il pubblico - anzi sono favorevole all'obbligo del vaccino per il personale che lavora nei supermercati e nei negozi alimentari di prossimità". Secondo Prampolini, "chi è a contatto quotidianamente con le persone credo abbia come preciso dovere vaccinarsi, e se non ci arriva da solo è giusto che arrivi una direttiva dall'alto. Insomma per me sarebbe davvero opportuno l'obbligo del vaccino, al momento però i datori di lavoro non possono nemmeno sapere chi si è vaccinato né tantomeno obbligarlo, ma nelle attività essenziali come le nostre sarebbe da sciocchi non sfruttare l'opportunità delle vaccinazioni". Quanto all'ipotesi dell'adozione del Green pass nei supermercati ma anche nei negozi alimentari, Prampolini si è detta contraria. "Sarebbe impraticabile perché avendo attività essenziali non possiamo impedire a chi non è vaccinato o che non ha fatto un tampone nell'immediato, di entrare a fare la spesa per beni alimentari. Inoltre, diventerebbe impossibile controllare perché nei nostri punti vendita passano centinaia se non migliaia di persone al giorno - ha aggiunto - però in certi luoghi di aggregazione dove magari gli accessi sono più controllabili e la frequentazione è minore si può anche studiare ma è bene che siano le singole attività economiche a decidere".

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