Dalla fiducia di consumatori e imprese "segnali di tenuta"

Dalla fiducia di consumatori e imprese "segnali di tenuta"

Ad agosto l’indice Istat relativo ai consumatori sale da 94,8 a 98,3, mentre quello relativo alle imprese cala da 110,7 a 109,4. Male i servizi di mercato, in controtendenza il commercio al dettaglio.

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26 agosto 2022

Dopo due mesi consecutivi di calo, ad agosto torna a salire l'indice di fiducia dei consumatori, con l'indicatore Istat (link ai dati completi in pdf) che sale da 94,8 a 98,3, sullo stesso livello del giugno scorso. Ancora male, invece, l'indice relativo alle imprese che diminuisce per il secondo mese consecutivo scendendo da 110,7 a 109,4.

Per quanto riguarda i consumatori sono in crescita tutte le singole componenti dell'indice di fiducia dei consumatori, tranne i giudizi sulla situazione economica familiare e di quelli sulla possibilità di risparmiare in futuro che restano stabili rispetto al mese precedente. Quanto alle imprese, la fiducia è in peggioramento nell'industria e nei servizi di mercato (da 103,9 a 103,3) mentre migliora decisamente nel commercio al dettaglio (da 108,5 a 113,5).

Nei servizi di mercato migliorano sia i giudizi sugli ordini che quelli sull'andamento degli affari mentre le attese sugli ordini sono in peggioramento. Nel commercio al dettaglio bene le aspettative e, soprattutto, i giudizi sulle vendite, cui si associa un aumento delle scorte di magazzino.

Indici del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese italiane, gennaio 2013-agosto 2022. Fonte: Istat

 

Il commento di Confcommercio

“I dati rilevati ad agosto, seppure di non semplice ed univoca interpretazione, sono il segnale di come il nostro sistema economico continui a mostrare un’inaspettata capacità di reazione ai molteplici e gravi fattori di criticità. In particolare, le famiglie non evidenziano ancora particolari stress da eccesso di inflazione. Ciò non toglie che dopo la fine dei saldi e della stagione turistica verranno al pettine i nodi sulle perdite di potere d’acquisto di redditi e ricchezza liquida, con compressione della spesa e del Pil nella parte finale dell’anno. Tuttavia, alla luce della complessiva tenuta della fiducia, il fenomeno potrebbe avere dimensioni meno negative di quanto temuto”: così l’Ufficio Studi di Confcommercio. “In ogni caso sembra verosimile che, nell’ambito del commercio, a soffrire perdite di fatturato più profonde potrebbero essere ancora le imprese di minori dimensioni. Non va trascurato, infine, il progressivo calo della fiducia tra gli operatori del manifatturiero e di molti settori dei servizi di mercato (turismo e trasporto), sui quali, oltre alla crisi energetica, comincia a pesare anche il rallentamento di molte attività produttive dislocate a monte e a valle nelle catene internazionali di fornitura”, conclude Confcommercio.

 

Altre notizie e approfondimenti sono a tua disposizione nel nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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