Ali al Salone del libro: "più fondi per i testi scolastici"
Ali al Salone del libro: "più fondi per i testi scolastici"
Si è svolta a Torino l'ottantunesima Assemblea dell'Associazione librai. Insieme ad Aie è stato lanciato un appello al governo per potenziare il diritto allo studio.
Nella cornice del Salone del Libro di Torino, si è tenuta l'81^ assemblea dell'Associazione librai italiani (Ali), un'occasione per fare il punto sulla situazione del settore e definirne le strategie per il futuro. Tra le priorità, affrontare le sfide legate alla multicanalità nell’offerta e ribadire la centralità delle librerie nella promozione e diffusione dei saperi. Il presidente Paolo Ambrosini nella sua relazione ha sottolineato come il venir meno o il sottofinanziamento delle misure a sostegno del libro scoraggino gli operatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni. Questo all’indomani dell’importante voto del Parlamento Europeo che ha escluso il mondo del libro, unico settore, dall’applicazione del regolamento sui pagamenti in virtù dell’eccezione culturale, dell’essenzialità del libro, già peraltro riconosciuta dal parlamento italiano. Dall'altra parte, invece, le parole dal presidente Sergio Mattarella che ha indicato le librerie presidi fondamentali per "preservare costante vitalità al tessuto civile".
"La tenuta del mercato del libro in Italia nel 2023 - ha spiegato Ambrosini - con una crescita a valore dell’0,8% (Fonte Aie) e la conferma della centralità delle librerie fisiche dalle quali passa il 54,7% degli acquisti (in crescita rispetto al 2023), rappresenterebbero un buon viatico per il 2024 per le aspettative degli imprenditori librari e i loro collaboratori, purtroppo però funestate dal venir meno delle misure a sostegno della domanda, decise con l’ultima finanziaria".
L'auspicio dell'Associazione è che il governo e il parlamento sappiano trovare le giuste soluzioni per ridare fiducia e serenità alle libraie e ai librai tornando ad investire "in uno dei settori
culturali centrali per lo sviluppo e la crescita dell’Italia".
Ali e Aie per il diritto allo studio
"Serve un intervento pubblico per garantire a tutte le studentesse e gli studenti italiani l'effettivo accesso ai libri scolastici". Questo l'appello lanciato da Ali e Aie, le Associazioni dei librai e degli editori, per il diritto allo studio dal Salone Internazionale del Libro di Torino che si è concluso il 13 maggio scorso. La richiesta principale ha riguardato in particolare il fondo per l'acquisto dei libri di testo da parte delle famiglie in povertà assoluta, da incrementare a 170 milioni di euro, invece dei 133 previsti, per riuscire a coprire tutti gli aventi diritto. In aggiunta Ali e Aie hanno chiesto anche che le famiglie più in difficoltà possano detrarre fiscalmente la spesa, come succede per le spese sanitarie o l'attività sportiva dilettantistica dei figli.
"Il punto di partenza - hanno spiegato i presidenti di Ali, Paolo Ambrosini, e del Gruppo Educativo di Aie, Paolo Tartaglino - è il riconoscimento del libro scolastico come strumento centrale per l'apprendimento e veicolo di saperi e promotore di lettura". Oltre il 95% dei libri adottati oggi nelle scuole è disponibile sia nella versione cartacea che digitale e, a partire dalla pandemia, gli editori sono sempre più disponibili verso scuole e docenti per fornire loro strumenti tecnologici per la didattica in remoto e su piattaforme digitali. D'altro canto, la rete delle librerie e cartolibrerie svolge da sempre un'importante funzione sociale di primo contatto tra scuole e famiglie. L'intervento a sostegno delle famiglie consentirebbe quindi di affrontare anche tutti gli altri nodi aperti che minacciano la sostenibilità della filiera "a partire dal tema dei tetti di spesa previsti per i libri adottati nelle scuole che, nati a tutela delle famiglie ma fermi dal 2012 (nel frattempo i prezzi sono cresciuti di oltre il 20%, fonte Istat), sono diventati un limite anche all'attività didattica, come in passato ha ricordato anche l'Associazione Nazionale Presidi". Nella maggior parte dei casi, infatti, le scuole, per rispettare i limiti dei costi, sono talvolta costrette a non adottare alcun testo, privando docenti e studenti del loro prezioso supporto.