Figisc-Anisa e Assopetroli all'attacco: "no a nuovi aumenti delle accise"

Figisc-Anisa e Assopetroli all'attacco: "no a nuovi aumenti delle accise"

Il possibile aumento di 5 centesimi delle accise dei carburanti per finanziare la Protezione Civile è definito "inaccetabile" dai presidenti delle tre organizzazioni di categoria. "Petizione popolare per una riduzione delle imposte sui carburanti".

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13 aprile 2012

Figisc, Anisa e Assopetroli non ci stanno. Il possibile aumento di 5 centesimi delle accise dei carburanti studiato dal Governo per finanziare la Protezione Civile, è definito inaccetabile dai presidenti delle tre organizzazioni di categoria. "Da un anno a questa parte - osserva il presidente Figisc Luca Squeri - il prezzo dei carburanti è aumentato mediamente di 31 centesimi/litro; di questi, 10 sono dovuti all'aumento del petrolio (che ha le quotazioni più alte in assoluto), e ben 21 all'aumento delle imposte, come a dire che il 68 % della responsabilità degli aumenti è da attribuirsi alle maggiori imposte, cosa che non è accaduta in nessun Paese comunitario. Abbiamo le imposte sui carburanti più alte dell'intera Europa comunitaria e, di conseguenza, il prezzo più alto". "Consumatori, famiglie, imprese sono all'esasperazione -prosegue il presidente Figisc - la maggiore voce che contribuisce all'inflazione è il prezzo dei carburanti, i benzinai stanno agonizzando a causa dei crescenti costi di gestione, dell'esaurimento delle linee di credito, della forte contrazione dei consumi - nei primi tre mesi del 2012 si sono persi quasi 900 milioni di litri rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (- 8 %) - e delle scelte commerciali di un settore che è esso stesso in crisi, dalla raffinazione (che accumula miliardi di euro di perdite) alla distribuzione (che ha depresso i margini sotto la soglia critica)." "Senza un'inversione di rotta si rischia un cortocircuito definitivo dei consumi delle famiglie e dell'economia delle imprese - dichiara Stefano Cantarelli, presidente dell'Anisa, organizzazione di categoria dei gestori delle autostrade -il Governo affronti questa emergenza nazionale con una revisione responsabile della sua politica fiscale su questi consumi necessari a garantire la mobilità del Paese: altro che aumentare ancora, riduca il peso delle accise sui carburanti, diminuendole di almeno 10 centesimi/litro, ovvero ripristinando la situazione ante 7 dicembre 2011, quando fu deciso l'aumento in un solo giorno di 10 centesimi per la benzina e di 14 per il gasolio". "Non vi sono alternative realistiche per abbassare i prezzi se non agendo sulle cause che hanno fortemente influenzato questa situazione - concludono Figisc ed Anisa, che annunciano l'avvio per le prossime settimane di un'iniziativa che ha al centro proprio il problema della eccessiva tassazione dei carburanti: "Avvieremo su tutto il territorio nazionale, presso tutti gli impianti della rete distributiva e d'intesa con tutti i soggetti che la vorranno condividere, una raccolta di firme a sostegno di una petizione popolare che chiede una forte riduzione delle imposte sui carburanti ed il ripristino del regime di prezzi amministrati per questo bene indispensabile alla mobilità di tutti gli italiani". Dello stesso tenore le dichiarazioni del presidente di Assopetroli, Pietro Ferrari Aggradi: ""Se per finanziare la riforma della Protezione Civile il governo intende varare un nuovo aumento fino a 5 centesimi al litro dell'aliquota delle accise sulla benzina sia a livello nazionale sia regionale noi siamo i primi a dire che questo Governo ha deciso di fermare il Paese e con esso l'economia e ci opponiamo fermamente a questo modo di procedere''. "Con le vendite dei carburanti che sono crollate e le imprese del settore che sono gia' in sofferenza con l'inevitabile ripercussione occupazionale -sottolinea Aggradi - è insostenibile chiedere ai consumatori altri 5 centesimi al litro, ai quali si aggiunge l'Iva, con la certezza di un crollo definitivo delle vendite dei carburanti e il fallimento di molte imprese''. "Il Governo dei professori - aggiunge Aggradi - dovrebbe aver capito che la crisi e' tale che ad ogni aumento del costo dei carburanti consegue una spinta inflazionistica impressionante e che i cittadini hanno iniziato arinunciare non solo agli spostamenti con inevitabile contrazione di gettito per l'erario''. "Se questo Governo intende risanare i conti pubblici in questo modo, contando solo sulla necessita' di mobilita' dei cittadini per fare cassa - conclude Ferrari Aggradi - è bene che la politica torni a dire la propria opinione ai suoi elettori ponendo in campo riforme economiche e fiscali strutturali e di ampio respiro volte a restituire stabilità economica al Paese''.


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