Figisc: "Importante calo di erogato non solo nelle zone rosse. In sofferenza le imprese del settore"

Figisc: "Importante calo di erogato non solo nelle zone rosse. In sofferenza le imprese del settore"

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4 marzo 2020

"Le misure di contenimento dell’emergenza sanitaria coronavirus (chiusura delle scuole, restrizioni al turismo, sospensione delle attività culturali, sportive, ecc.) stanno oggettivamente determinando una progressiva riduzione della mobilità complessiva del Paese, con un immediato riflesso sui consumi dei carburanti per autotrazione, che riguarda non solo le “zone rosse”, ma tutte le maggiori direttrici di traffico ed ambiti territoriali progressivamente sempre più ampi. Una situazione critica, che l’incertezza sulle ulteriori misure restrittive che si intenderebbero adottare e sulla loro permanenza nel tempo non fa che aggravare, incidendo, ovviamente, anche con un significativo peso psicologico oltre che materiale, sulle abitudini consolidate di vita e lavoro della popolazione.» A sottolinearlo è Figisc Confcommercio, associazione di rappresentanza dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti, che evidenzia che le vendite hanno subito negli ultimi dieci giorni flessioni generalizzate nell’ordine di 20/30 punti percentuali, con punte di oltre il 50 % nelle zone più a ridosso delle aree più direttamente coinvolte nell’emergenza, ed anche superiori nella viabilità autostradale a ridosso delle grandi aree urbane del Nord del Paese, indicatori, pertanto, estremamente significativi della frenata della mobilità e del rallentamento generale, che va a sommarsi ad una congiuntura economica già difficile di recessione tecnica conclamata, erodendo per ogni settimana di stop decimali significativi di punto di PIL. «Le conseguenze dell’emergenza sanitaria vanno ad incidere su un settore ed una categoria di operatori economici (le microimprese dei gestori delle pompe di benzina)» precisa Figisc «peraltro già in forte stato di sofferenza per la difficoltà crescente di garantire una sostenibilità economica a fronte di margini economici molto ridotti (qualche centesimo/litro), l’impossibilità di competere sul mercato a fronte di rapporti commerciali del tutto restrittivi e di una concorrenza in grado di accedere ai prodotti a prezzi più convenienti, una situazione ormai stratificata da lungo tempo ed a cui servirebbero radicali interventi sulla rete e sulla contrattualistica per apportare qualche rimedio a sollievo della categoria. Di fronte ad un forte calo o allo stop delle vendite dei prodotti di questi giorni che sono stati pagati già quasi all’atto dell’acquisto dal fornitore, infatti, la conseguenza immediata è il default della liquidità e la strozzatura del canale finanziario». Secondo i gestori «è evidente che siamo di fronte ad una emergenza che riguarda l’intero Paese, di cui tutti pagano il costo e che a tutti sta imponendo dei sacrifici, così come che, pur essendo ancora prematuro valutare l’impatto proattivo delle prime misure adottate, si debba sostenere ogni sforzo per contenere la diffusione dell’epidemia a tutela della salute dei cittadini, ma anche per evitare danni economici più severi e durevoli di quanti derivino dalle limitazioni imposte in queste prime settimane». «In un contesto difficile in cui ognuno deve fare la sua parte,» sostiene il Presidente Nazionale Figisc, Bruno Bearzi «ci rivolgiamo ai nostri associati ed alla categoria in generale per invitare ad osservare - a tutela della propria salute, di quella dei dipendenti e degli utenti - tutte le disposizioni ed accorgimenti per contenere la diffusione del contagio sugli impianti e punti vendita; alle aziende proprietarie degli impianti per invitare a farsi carico della situazione, intervenendo a modificare nella fase emergenziale le condizioni fortemente restrittive che regolano gli obiettivi di acquisti minimi previsti dai contratti di fornitura e quelle relative al pagamento dei prodotti, condizioni che se già sono anomale in un contesto di ordinario mercato maggiormente lo sono in una situazione critica ed eccezionale come la presente; al Governo perché nei provvedimenti di natura economica che si appresta ad adottare non solo preveda l’accesso anche per la nostra categoria alle misure di sostegno, ma anche eserciti una opportuna moral suasion nei confronti dei soggetti forti del settore per una gestione dei rapporti commerciali ed economici tra privati adeguata alla gravità del momento, auspicando ovviamente che quanto prima si possa manifestare una stabilizzazione od una positiva inversione di tendenza".

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