Alla Federazione non piace il decreto legislativo 141/2010, che trasforma il ruolo dell'agente creditizio, svincolandolo dalle banche.

Si trasforma il ruolo dell'agente creditizio: con il decreto legge 141/2010, per chi opera nel campo della mediazione creditizia ci saranno meno tutele. Ad affermarlo è la Fimaa, che grazie alla continua collaborazione con le altre associazioni di categoria, Fiaip, Anama, associazioni minori e istituzioni, ha lavorato a sostegno degli operatori ed è costantemente in prima linea per salvaguardare un ruolo che sta passando un momento difficile. "Abbiamo avanzato delle richieste di modifica al Ministero e stiamo aspettando un nuovo decreto - afferma Valerio Angeletti, presidente Fimaa Italia - e speriamo di avere quanto prima delle risposte da dare ad una categoria che sta vivendo in un clima di grande incertezza per il proprio futuro". Aspetti emersi anche nel corso del recente "Leadership Forum Summer Edition" promosso dalla rivista di settore SimplyBiz e che saranno ripresi nel corso di una tavola rotonda in programma per il prossimo 13 settembre. "La nostra organizzazione era fermamente contraria alla 141- dice Rossano Asciolla, segretario generale Fimaa - e altrettanto contraria dell'entrata in vigore era Confcommercio. Questo provvedimento, qualora non esca un nuovo provvedimento correttivo, ha realizzato nel nostro Paese il più grande licenziamento collettivo perché si manderanno a casa 50mila persone, dei 126mila iscritti all'UIF. Fimaa è preoccupata per i propri associati e ha costruito una società a sostegno degli operatori per entrare con forza nel mercato e sostenere i grossi cambiamenti che stiamo vivendo". "Con questo decreto cambierà il modello di relazione dell'agenzia immobiliare rispetto ai mediatori creditizi, aggiunge il presidente di MedioFimaa Mauro Danielli, società della Federazione che si occupa dei servizi finanziari, rimarcando che "l'agenzia sarà in contatto non più con la banca ma con il mediatore creditizio".