Lavoro autonomo: "Migliorare il DDL del governo per far crescere il Paese"

Lavoro autonomo: "Migliorare il DDL del governo per far crescere il Paese"

Anna Rita Fioroni (responsabile coordinamento professioni di Confcommercio): "Il disegno di legge del Governo per la tutela del lavoro autonomo è un primo passo importante verso un settore da troppo tempo penalizzato, su cui Confcommercio reclama da anni una maggiore attenzione. Ci sono però ancora molti nodi da sciogliere".

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15 aprile 2016

"Il disegno di legge del Governo per la tutela del lavoro autonomo è un primo passo importante verso un settore da troppo tempo penalizzato, su cui Confcommercio reclama da anni una maggiore attenzione. Ci sono però ancora molti nodi da sciogliere, perché questo settore possa esprimere tutte le sue  potenzialità a favore della crescita del Paese e per favorirne la competitività". Anna Rita Fioroni, responsabile del coordinamento professioni di Confcommercio nazionale, interviene così al convegno su "Lavoro e libertà in Italia dopo il Jobs Act. Verso una legge sul lavoro autonomo non imprenditoriale", che si è svolto a Perugia, a Palazzo Baldeschi.  "Il DDL sul lavoro autonomo introduce, per la prima volta nel nostro Paese, un organico e positivo riconoscimento delle istanze del lavoro autonomo e professionale", sostiene Anna Rita Fioroni. "L'approccio generalista non permette però di focalizzare le diversità tra i destinatari con riferimento alle rispettive esigenze. Il lavoro autonomo puro, ad esempio, andava tenuto distinto dalle collaborazioni coordinate e continuative. Gli aspetti più innovativi del DDL sono quelli che favoriscono la competitività dei liberi professionisti, che dovrebbero esser implementati nell'ottica di contrastare il progressivo e diffuso impoverimento del lavoro autonomo e professionale, che negli anni della crisi si è manifestato in maniera eclatante, anche attraverso la sofferenza delle tradizionali professioni liberali. In tal senso, bene le norme sui ritardati pagamenti, con la deducibilità delle spese sostenute dal lavoratore autonomo per la formazione, che dovrebbe estendersi anche alla certificazione delle competenze da parte degli organismi a ciò accreditati. Peccato invece che non sono previsti maggiori oneri per la finanza pubblica quando si parla di misure per l'orientamento, la riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori autonomi e di misure volte a favorire il loro accesso agli appalti pubblici. Stessa cosa per l'equiparazione dei lavoratori autonomi alle PMI per l'accesso ai piani operativi regionali e nazionali a valere sui fondi strutturali europei. Questo ci induce a dubitare seriamente della concreta efficacia ed utilità delle nuove misure in tal modo previste, che andrebbero invece munite di adeguati strumenti di implementazione amministrativa. Peraltro la programmazione regionale deve essere volta a far esprimere al meglio le potenzialità del settore professionale a favore della crescita  del Paese. 

Sempre per favorire la competitività riteniamo utile potenziare le capacità di aggregazione dei lavoratori autonomi, che spesso mancano della massa critica necessaria per cogliere le opportunità presenti nel mercato.

L'estensione dell'accesso al contratto di rete anche ai lavoratori autonomi e la possibilità di utilizzare lo strumento delle associazioni temporanee tra imprese e professionisti, ovvero tra professionisti regolamentati e non, andrebbero sicuramente nella direzione auspicata.   

Allo stesso modo vanno affrontati però alcuni problemi fondamentali di questo mondo di cui non si parla nel DDL", conclude Anna Rita Fioroni, "come le problematiche legate alla previdenza, la riduzione delle pressione fiscale e degli adempimenti amministrativi e burocratici".

 

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