Fipe: "il buono pasto non diventi un'obbligazione"

Fipe: "il buono pasto non diventi un'obbligazione"

Secondo il presidente Stoppani, "l'uso del buono pasto ha ormai tradito il suo principio ispiratore diventando un semplice buono spesa utile per comperare di tutto". Anseb: "nessun abbandono da parte della Gdo".

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11 ottobre 2010
“Se anche alcune catene della grande distribuzione cominciano a rifiutare i buoni pasto vuol dire che la situazione è arrivata

“Se anche alcune catene della grande distribuzione cominciano a rifiutare i buoni pasto vuol dire che la situazione è arrivata davvero al culmine”. Lino Stoppani, presidente Fipe, rincara la dose sulla vicenda della distorsione nel mercato sempre più difficile dei tagliandi sostitutivi del servizio mensa. “Il problema sta nel sistema di aggiudicazione delle gare di appalto dei servizi sostitutivi mensa – ha proseguito Stoppani - che trasferisce sulla filiera dei pubblici esercizi tutti gli svantaggi per aggiudicazioni effettuate a valori molto inferiori rispetto al nominale. L’uso del buono pasto inoltre ha ormai profondamente tradito il suo principio ispiratore, trasformandolo da titolo di credito mirato a consumare il pasto nell'intervallo di lavoro, a semplice buono spesa utile per comperare di tutto, con evidenti irregolarità anche di natura amministrativa-fiscale”. “E' un meccanismo pericoloso – ha concluso il presidente della Fipe – perché i buoni pasto diventano dei titoli di credito al portatore, equiparabili in tutto e per tutto a carta moneta che però sfugge al controllo della Banca d'Italia. Se non si cambiano alla radice le regole in questo settore ridando valore ad un servizio che va riconosciuto e compensato dai richiedenti e non cannibalizzato come sta succedendo, tanto vale monetizzare in busta paga il valore del buono pasto”. Più “morbido” il giudizio del presidente Anseb, l’associazione delle società emettitrici, Sandro Fertino: “Non ci risultano situazioni di rifiuto dei buoni pasto, sono state diffuse notizie prive di fondamento”. Per l’Anseb non c’è nessun abbandono da parte della Gdo, “le informazioni riportate si riferiscono a situazioni pregresse nella grande distribuzione. In molti casi il non utilizzo dei buoni pasto deriva da decisioni in tal senso delle società emettitrici”. Dall’Anseb sottolinea poi che esiste una proposta elaborata insieme a Fipe, sindacati e consumatori, “per difendere il mercato e tutelare lavoratori e esercizi commerciali che prevede termini di pagamento fissi e inderogabili”.     

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