Fipe: niente vacanze per 35 milioni di italiani

Fipe: niente vacanze per 35 milioni di italiani

Secondo una ricerca commissionata ad Axis Research, sono quasi tre milioni in più dello scorso anno gli italiani che questa estate non partono in vacanza. Calo delle presenze anche a Ferragosto e ritorno alla vacanza unica.

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5 agosto 2011

Solo il 25% degli italiani ha fatto quest'anno una vacanza prima dell'estate e oltre 35 milioni di non hanno ancora fatto e non faranno vacanze estive: 2,8 milioni in più dell'anno scorso. Anche se gli stranieri dovessero confermare i loro buoni propositi vacanzieri sul suolo italico, l'estate 2011 sarà orribile per la nostra macchina del turismo. Sono questi i dati più salienti della ricerca condotta da Fipe e Axis Research su un campione di 800 famiglie residenti, rappresentative della realtà italiana. Si sta ritornando al passato sia come flussi (nel 1999 gli italiani andati in vacanza durante l'estate erano il 42,5 dei residenti, contro il 46,1 % del 2002, il 49,3% del 2006 e il 40% stimato per l'anno in corso) che come fruizione della vacanza. Le vacanze 'spalmate' nel corso dell'anno, fatte di viaggi frequenti ma di breve durata, sono solo un ricordo. "Questa indagine - commenta il presidente Fipe, Lino Enrico Stoppani - ci dice che si torna alla monovacanza, dalla durata media di massimo due settimane complessive, così da sfruttare le economie di scala, almeno per quanto riguarda il costo del viaggio. Non sono belle notizie per un settore, il turismo, che non beneficia di alcun genere di sostegno economico". In uno dei fine settimana da tradizionale bollino nero sulle strade, si appresta comunque a lasciarsi alle spalle la città poco più di un italiano su tre. Chi parte soggiornerà nel 45,5% dei casi in alloggi privati (in affitto, di proprietà, di parenti e amici oppure in bed & breakfast o in barca), mentre il 42,9 lo farà in strutture ricettive collettive (hotel, villaggi turistici o campeggi, in crociera). La maggior parte dei vacanzieri (58%) cambierà destinazione turistica per sperimentare qualche cosa di diverso o per spendere di meno, ma l'1,5% lo farà perché l'estate scorsa non si era trovato bene. Le ristrettezze economiche dovute alla mancata crescita economica e il timore degli effetti della manovra finanziaria rendono gli italiani restii a spendere ciò che non hanno per concedersi la meritata vacanza. Quasi nessuno (0,5%) è disposto ad indebitarsi pur di partire. In pratica, la vacanza se la concede solo chi ha già i soldi in tasca o conta di averli a breve, visto che quasi il 90% pagherà in contanti, userà la carta di credito volta per volta o al massimo lascerà un acconto e salderà tutto alla fine. "Insomma - conclude Stoppani, cio - la crisi ci sta restituendo un nuovo consumatore, più razionale e attento al giusto rapporto qualità/prezzo e al proprio benessere. C'è poi chi ha seri problemi economici come i cassaintegrati che non riescono a concedersi la vacanza. E anche il tempo non ha incoraggiato le partenze. Si è così dato un taglio ai divertimenti più costosi. Solo apparentemente un passo indietro ma, invece, un ponte interessante per un futuro diverso e, forse, più sostenibile".

 

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