A fine anno la ristorazione avrà perso 8 miliardi di euro

A fine anno la ristorazione avrà perso 8 miliardi di euro

Secondo il centro studi Fipe l'effetto coronavirus peserà per 10 miliardi, di cui solo un quinto verrà recuperato entro il 2020. Fipe: “la cassa integrazione è ossigeno, le Regioni accelerino sulla ripartizione”.

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18 marzo 2020

La ristorazione perderà 8 miliardi di euro per l'impatto dell'epidemia covid-19 sull'economia italiana. Secondo il Centro Studi della Federazione Italiana Pubblici Esercizi nel primo trimestre del 2020, anche per gli effetti delle ultime misure che hanno imposto la chiusura totale delle attività di ristorazione, il settore perderà oltre 10 miliardi di euro a cui si aggiungerà un'ulteriore perdita nel secondo trimestre per avere poi un recupero, non affatto scontato, nel secondo semestre dell'anno che, tuttavia, chiuderà con un bilancio pesante di -8 miliardi di euro di fatturato.

Fipe: “la cassa integrazione è ossigeno, le Regioni accelerino sulla ripartizione”

“In questa fase di emergenza è indispensabile che aziende e lavoratori possano accedere alle misure di sostegno nel più breve tempo possibile. La rapidità può far la differenza tra la sopravvivenza e la morte di un'impresa, soprattutto quelle piccole. Il nostro settore in questo primo trimestre del 2020 registra perdite per 10 miliardi di euro e ci sono 700mila lavoratori fermi per il totale blocco delle attività. Per queste persone le misure di sostegno al reddito sono ossigeno puro. Ecco perché, come Federazione nazionale dei Pubblici esercizi, chiediamo al governo di ripartire al più presto possibile le risorse previste dal decreto Cura Itala per la cassa integrazione in deroga tra le diverse Regioni, emanando i decreti interministeriali e le disposizioni dell'Inps. Allo stesso tempo chiediamo alle Regioni di sottoscrivere immediatamente gli accordi con le parti sociali per stabilire i criteri di assegnazione dei contributi. Solo in questo modo potremo garantire una risposta rapida alle imprese della ristorazione italiana ed evitare che lo stop temporaneo cui sono costrette si traduca in una chiusura definitiva”. Così Roberto Calugi, direttore generale della Fipe.

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