Fipe: “Riaprite subito le sale da gioco”

Fipe: “Riaprite subito le sale da gioco”

Secondo la Federazione il comparto dei giochi pubblici è allo stremo. E' necessario aiutare il settore a ripartire per impedire alle bische clandestine di prendere il controllo.

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8 febbraio 2021

La crisi economica dell’ultimo anno ha colpito anche le reti distributive del bingo, delle scommesse e degli apparecchi da intrattenimento, regolamentati nelle concessioni statali. Le attività dei giochi pubblici sono completamente interrotte da 9 mesi a causa delle misure governative di distanziamento sociale, ad eccezione delle lotterie. Lo scorso anno la spesa nel gioco regolamentato si è ridotta di oltre il 35% (quasi 6,8 miliardi di euro di ricavi in meno), con più del 40% di minore gettito per l’erario (oltre 4 miliardi solo per le imposte sui giochi). Sono sospesi, infatti, non solo i bingo e le scommesse, ma anche gli apparecchi da gioco, sottoposti ad un prelievo molto elevato. Il blocco integrale delle attività non considera i severi protocolli di prevenzione dei rischi adottati dagli esercenti, come quello diffuso da Fipe Confcommercio, in collaborazione con la propria organizzazione di categoria Egp (Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici), che prevede la riduzione del numero di persone negli spazi adibiti al gioco, il distanziamento dei clienti e la costante sanificazione del locale.

“Senza  la possibilità di riprendere presto a lavorare, anche per i pubblici esercizi che offrono giochi non si pone solo il problema della continuità aziendale, ma anche quello della difesa della legalità - dichiara Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio - è ancora troppo recente il ricordo delle bische, del “picchetto”, delle tombole clandestine; i giochi in denaro sono servizi che richiedono selezione, elevata qualificazione e professionalità degli esercenti, per tutelare in ogni momento i consumatori".

“Non possiamo permettere - conclude Cursano - che le incertezze sulle decisioni di riapertura favoriscano la dispersione di quanto costruito con la regolamentazione puntuale di queste attività, impedendone l’ulteriore progresso professionale e tecnologico con la restituzione di larghe porzioni di offerta alla criminalità.”

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