Fipe: "Il sistema dei colori per le regioni è irrispettoso"

Fipe: "Il sistema dei colori per le regioni è irrispettoso"

Il presidente Stoppani: "Le imprese hanno modalità organizzative, esigenze, tempistiche per le quali non basta un interruttore per farle aprire". "Riaprire i ristoranti anche con protocollo più stretti".

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28 gennaio 2021

"Le imprese hanno modalità organizzative, esigenze, tempistiche per le quali non basta un interruttore per farle aprire. E ancor di più imprese come le nostre che trattano prodotti alimentari, con il problema aggiuntivo quindi della deperibilità e sulla conservazione dei prodotti stessi. Non è il modo di gestire le aziende che hanno il cibo come core business. Avere 48 ore di tempo o meno per organizzarsi non è compatibile con le esigenze organizzative delle nostre imprese". Così Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe Confcommercio, sulla possibilità che nel week end alcune regioni possano passare in zona gialla, dando così ai ristoranti la possibilità di riaprire.
Per Stoppani, comunque, "è' chiaro che poi se sono chiuso e mi viene data la possibilità di riaprire, allora metto in campo tutta la mia elasticità come impresa". "Non è l'ideale quindi - osserva Stoppani - ma lo accetto perché so che riparto. Il dramma è il contrario quando da zona gialla si entra in arancione, o quando da arancione divento rossa con tutti gli impedimenti collegati, con il rischio dello smaltimento delle materie prime, con uno spreco che è inaccettabile anche a livello etico oltre che economico". 

"Riaprire i ristoranti anche con protocolli sanitari più ristretti"

Stoppani ha poi sottolineato l'esigenza di riaprire i pubblici esercizi, anche con protocolli sanitari più inaspriti. "Ma facciamolo, e anche presto, gli imprenditori e anche i lavoratori dipendenti non ce la fanno più. Vivono del loro lavoro e restare così senza prospettiva si rischia di farli ammalare, se non di Covid, di stress e depressione". "Ho ascoltato con speranza -spiega Stoppani- il vice ministro Sileri che ha detto che probabilmente prima di maggio terremo aperti i ristoranti. Non possiamo essere gli unici a pagare, mentre la gente è in giro e negozi e fabbriche sono aperti". E gli esercenti sono pronti anche a fare la loro parte. "Siamo anche disposti ad accettare -ripete Stoppani- un inasprimento degli interventi e delle procedure sui protocolli sanitari assegnati ai nostri esercizi pur di dare prospettive e speranze di lavoro. Le aziende sono fatte per essere tenute aperte. Se il problema è il metro di distanziamento mettiamolo di un metro e mezzo ma fammi aprire". 
"Anche perchè - secondo Stoppani - la situazione rischia di sfuggire di mano. E' da un anno che la categoria è in questa condizione, con un disagio sociale che cresce. E' mortificante aspettare ogni venerdì quelli che sono gli esiti degli algoritmi del ministero della Sanità che hanno effetti devastanti su alcuni settori della nostra economia. Perché i costi fissi delle aziende anche se chiuse restano, le aziende sono al collasso".

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