Firenze, i commercianti scrivono al sindaco Nardella

Firenze, i commercianti scrivono al sindaco Nardella

Confcommercio ha consegnato a Palazzo Vecchio una lettera aperta al primo cittadino per scongiurare l'ipotesi di un inasprimento della Ztl. Il 2 maggio in sole tre ore l'Associazione ha raccolto oltre 300 firme tra titolari di bar, ristoranti e locali notturni del centro storico.

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3 maggio 2017

Non si placano a Firenze le polemiche sull'ipotesi di inasprimento della Ztl. Sono sempre di più, infatti, gli imprenditori del centro storico firmatari della lettera aperta al sindaco Nardella, che la Confcommercio ha consegnato Palazzo Vecchio. Il 2 maggio 201 in sole tre ore Confcommercio ha raccolto oltre trecento firme tra i titolari di molti bar, ristoranti e locali notturni, alcuni dei quali hanno fatto la storia della città. Unanime la richiesta di non procedere con l'idea di interdire l'accesso al centro storico alle auto dei non residenti dalle 7.30 del giovedì alle 16 del sabato, a partire dal prossimo primo giugno. "Un provvedimento del genere – scrivono nella lettera gli imprenditori - oltre a compromettere l'accoglienza nella nostra città e a causarne quindi un danno di immagine, sarebbe fatale per l'economia di molte imprese – pubblici esercizi in primis - che perderebbero una fetta notevole dei propri introiti".  "Per mantenere gli stessi livelli di accessibilità – prosegue il testo della missiva indirizzata a Nardella - la città dovrebbe avere infrastrutture che al momento non esistono, in termini per esempio di parcheggi scambiatori di adeguata capienza. Dovrebbe poi garantire un servizio di navetta necessario e sufficiente per rispondere alla domanda del pubblico, con notevole aggravio di costi per la comunità. Non solo: sarebbe necessario anche un considerevole aumento del presidio del territorio da parte delle forze dell'ordine, poiché la mancanza di traffico veicolare in alcune aree del centro storico già oggi considerate "problematiche" (ad esempio, per la presenza di spacciatori), aumenterebbe ancora di più la percezione di insicurezza da parte di visitatori e cittadini, con il risultato a medio termine dell'abbandono completo di alcune aree in mano alla microcriminalità". "A chi serve una città che, come nel Medioevo, serra le sue porte all'esterno? – si chiedono gli operatori - Non certo all'economia né alla cultura, né tantomeno alla socialità!". Consapevoli di rappresentare "non solo gli interessi particolari, per quanto legittimi, della loro categoria, ma l'interesse più generale della città", gli imprenditori invitano poi il Sindaco "a tenere in considerazione anche i risvolti economici del provvedimento, che rischiano di far calare una scure su occupazione e fatturato di molte imprese fiorentine. Noi imprenditori già dobbiamo difenderci da fenomeni difficili da fronteggiare, quali l'abusivismo, la concorrenza sleale, la contingenza difficile del mercato. Da un'Amministrazione ci aspetteremmo sostegno e collaborazione, non certo ulteriori ostacoli a svolgere il nostro lavoro. Che, riteniamo, in questi anni abbia contribuito a far crescere Firenze". La speranza, ora, è che Nardella e la sua giunta prendano in considerazione le istanze rappresentate da Confcommercio, anche in virtù "della tutela degli attuali livelli occupazionali". 

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