Fiscalità e Pmi. Un fisco sostenibile per le piccole e medie imprese in Italia

Fiscalità e Pmi. Un fisco sostenibile per le piccole e medie imprese in Italia

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18 maggio 2009

Logo prima settimana europea delle PMI (2009)

IL FEDERALISMO FISCALE

La riforma deve privilegiare soluzioni normative e misure tese ad incentivare la ricerca di una maggiore efficienza nella gestione dei servizi e di una effettiva trasparenza nei flussi finanziari che attraverso il bilancio dello Stato transitano da un’area all’altra del Paese, nonché una piena responsabilizzazione degli amministratori locali nei diversi livelli di governo del territorio in cui si articola la Repubblica.

Le aspettative di Confcommercio sono di vedere ridotta, tramite la realizzazione del federalismo, la pressione fiscale – attualmente al 43%, uno dei livelli più alti in Europa – e di vedere realizzati i principi della semplificazione del sistema tributario, della riduzione degli adempimenti a carico dei contribuenti, della trasparenza del prelievo e dell’efficienza nell’amministrazione dei tributi.

UN FISCO CHE RISPETTI IL CONTRIBUENTE

Lo “Statuto dei diritti del contribuente”  tutela i contribuenti rispetto ai comportamenti anomali delle Pubbliche  Amministrazioni, centrali e locali, in materia di retroattività delle norme fiscali, di chiarezza delle leggi e così via. Finora è stata una delle leggi più derogate dal Parlamento e dai Governi che si sono succeduti alla guida del Paese. Confcommercio plaude all’inserimento dei principi dello Statuto nella legge sul federalismo fiscale come regole di primaria importanza da rispettare per costruire un fisco più equo.

STUDI DI SETTORE

Il contributo propositivo delle imprese e delle Associazioni di categoria ha dato i suoi frutti anche, e soprattutto, in questo momento di crisi globale dell’economia.

Gli studi di settore verranno infatti applicati tenendo conto delle ripercussioni negative provocate dalla situazione fuori controllo della finanza e poi dei mercati, causa dell’attuale crisi. Verranno, inoltre, rivisti tenendo conto di numerosi correttivi validi per la maggior parte dei settori. Gli studi di settore devono diventare uno strumento moderno, utile per una tassazione ragionevole e giusta delle attività d’impresa, che impedisca, definitivamente, il ritorno di sistemi grezzi di tassazione sul modello della vecchia minimum tax.

L’IVA PER CASSA

E’ una regola che corregge sperequazioni tra tutte le componenti della filiera commerciale provocate dai ritardi nei pagamenti. I principi di tempestività e correttezza nei pagamenti devono però essere rispettati anche da tutte le amministrazioni pubbliche. In Italia, infatti, lo Stato paga le forniture alle imprese dopo ben 138 giorni.  Si tratta di un pesante onere per le  imprese a cui è necessario porre al più presto rimedio.

UN’AMMINISTRAZIONE FISCALE ALL’ALTEZZA DEL COMPITO

Le regole fiscali da rispettare sono ancora numerosissime e spesso poco chiare.

Gli adempimenti tributari rischiano di moltiplicarsi se non si tiene sotto controllo l’evoluzione della fiscalità di Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane, i nuovi soggetti del federalismo fiscale.

Ma il quadro si complica ancora di più se il contribuente e l’impresa si trovano di fronte ad una Amministrazione fiscale impermeabile alla ragionevolezza, refrattaria a considerare – come spesso accaduto in passato – circostanze e fatti reali che attenuano parzialmente il carico fiscale del singolo cittadino, come accade per esempio  nel caso del “contraddittorio” per gli studi di settore.

Oggi la situazione potrebbe migliorare e i rapporti con gli uffici finanziari si avviano, grazie anche agli sforzi delle Organizzazioni di categoria, su binari di rispetto reciproco e consapevolezza dei diritti e doveri validi per tutti.

Confcommercio è per il contrasto deciso all’evasione fiscale, quella vera, quella che sottrae, alla tassazione,  300 miliardi di imponibile all’anno e rappresenta la vera concorrenza sleale per le imprese sane.

IN EUROPA

L’IVA COME FATTORE DI CONCORRENZA

Confcommercio guarda con favore alle recenti decisioni dell’ECOFIN sulla possibilità di regolare in modo chiaro e condiviso le aliquote ridotte dell’Iva nei 27 Paesi della UE.

Il tempo delle deroghe e delle eccezioni che ci hanno finora discriminato, soprattutto sul versante del turismo, deve finire.

I settori turistico-alberghiero e della ristorazione avranno l’Iva ridotta in via definitiva e potranno finalmente competere alla pari con i competitor europei.

INTERVENTI PER IL MEZZOGIORNO

L’Europa deve riconsiderare tutta la materia dei cosiddetti aiuti di Stato, soprattutto ora che i membri dell’Unione sono la maggioranza del territorio e della popolazione europea.

Il nostro Meridione fa parte del Mezzogiorno d’Europa e deve poter usufruire di tutti gli strumenti previsti per stimolare ripresa economica ed imprenditorialità. Le rigide regole sugli aiuti di Stato vanno ridefinite e adeguate ai nuovi scenari economici e politici che si stanno assestando nella UE e nel mercato globale.

In questo senso Confcommercio è favorevole alle norme sulla fiscalità di sviluppo contenute nella legge sul federalismo fiscale.

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