L'analisi di Massimo Fracaro e Nicola Saldutti "Le promesse e la realtà: il fisco cambia"

L'analisi di Massimo Fracaro e Nicola Saldutti "Le promesse e la realtà: il fisco cambia"

il tema della riduzione della pressione fiscale, anche se nell'ultimo anno è scesa leggermente, con l'aiuto dell'aumento del Pil, resta una questione scottante e sempre aperta.

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22 gennaio 2018

L'analisi di Massimo Fracaro e Nicola Saldutti

"Le promesse e la realtà: il fisco cambia"

tratto dal Corriere della Sera

Le campagne elettorali certo non sono il miglior momento per parlare con serenità di tasse. Il confine tra la promessa e la reale possibilità di miglioramento delle condizioni per il contribuente si fa sempre più labile quando i partiti cercano (legittimamente, ma troppo spesso con qualche promessa un po' troppo ambiziosa e difficilmente realizzabile) il consenso. Una cosa è certa, nel corso del 2o17 come rivela l'inchiesta de «L'Economia» della scorsa settimana, dovremo lavorare per 170 giorni per pagare le tasse e solo dallo giugno saremo liberi e potremo finalmente pensare a noi stessi (esclusi gli evasori, s'intende). Dunque il tema della riduzione della pressione fiscale, anche se nell'ultimo anno è scesa leggermente, con l'aiuto dell'aumento del Pil, resta una questione scottante e sempre aperta. Non si tratta solo di rivedere le aliquote Irpef, ferme al 2007, e altre tasse ingombranti. Ormai è necessario avere uno sguardo più ampio, sulle sempre più numerose forme di tassazione laterale, dalle addizionali regionali ai prelievi che a varia natura pesano sui redditi e sulle attività. Con quel meccanismo per il quale le regioni che hanno il sistema sanitario più inefficiente (e dunque con il deficit più alto) sono quelle dove l'addizionale regionale è ai livelli massimi consentiti. Come dire: contribuenti puniti due volte. Le ultime dichiarazioni dei redditi pubblicate dal ministero dell'Economia e delle Finanze dicono che il calo dell'Irap ha portato a un prelievo medio intorno agli 8 mila euro e che circa il 4o per cento delle imprese non verserà imposte. Uno scenario che si può interpretare in molti modi, dall'evasione al fatto che l'economia si è messa in moto, ma ancora non in modo così evidente da far aumentare il gettito. Eppure qualche timido segnale di una nuova politica fiscale, da incrementare, c'è. Un esempio è quello della Tari che potrebbe essere ridotta (nei comuni che regoleranno questa materia) in base alla propria capacità di ridurre gli sprechi. Una formula di economia circolare e fiscale che potrebbe funzionare. 

 

 

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