FISCO - Studi di settore Rete Imprese Italia: "Non si svilisca la norma per l'accesso al regime premiale. Già dal 2012 vanno superati i criteri che, per il 2011, non consentono a molte categorie di accedere al beneficio"

FISCO - Studi di settore Rete Imprese Italia: "Non si svilisca la norma per l'accesso al regime premiale. Già dal 2012 vanno superati i criteri che, per il 2011, non consentono a molte categorie di accedere al beneficio"

138/2012
COMUNICATO STAMPA

 

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138/12
Roma, 13 luglio 2012

 

 

FISCO - Studi di settore Rete Imprese Italia:

Non si svilisca la norma per l’accesso al regime premiale.

Già dal 2012 vanno superati i criteri che, per il 2011, non consentono a molte categorie di accedere al beneficio

 

“Il 2011 va considerato soltanto un anno di transizione per il regime premiale degli studi di settore. Già dal 2012 dovranno avere la possibilità di accedere al regime premiale tutti i contribuenti soggetti agli studi che risultino congrui e coerenti, senza discriminazioni settoriali”. Questo il commento del Presidente di R.ETE. Imprese Italia Giorgio Guerrini al provvedimento dell’Agenzia delle entrate con il quale sono stati individuati i criteri di accesso al nuovo regime premiale introdotto con il decreto legge n. 201 del 2011 (decreto Salva Italia).

 

“Se le scelte operate dall’Amministrazione finanziaria in sede di prima applicazione - continua Guerrini -  dovessero consolidarsi per il futuro, si mortificherebbe nei fatti lo spirito che ha mosso il legislatore a prevedere uno schermo da altri accertamenti  induttivi per i soggetti congrui e coerenti agli studi di settore oltre ad un’altra serie di benefici. In tal caso, R.ETE. Imprese Italia deciderà quali azioni intraprendere in materia, tenuto anche conto che in questa fase non sono state valutate con sufficiente attenzione alcune osservazioni da noi avanzate”.

 

In merito alla necessità che i dati forniti nel modello siano tutti indicati fedelmente, R.ETE. Imprese Italia ritiene indispensabile ripensare alla scelta operata nel provvedimento, individuando limiti oggettivi di “tolleranza”, in considerazione della numerosità delle informazioni richieste e dei conseguenti possibili errori che possono essere commessi in buona fede.

 

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