Fmi: la peggiore recessione dal 1930, nel 2020 Pil Italia a -9,1%

Fmi: la peggiore recessione dal 1930, nel 2020 Pil Italia a -9,1%

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15 aprile 2020

Il Fondo monetario internazionale scatta una fotografia dell'impatto economico del coronavirus nel suo World Economic Outlook di aprile a partire dalle stime sul Pil. Per il 2020 il Fmi stima una contrazione globale del 3%. Seguirà un rimbalzo del 5,8% l'anno successivo, ma solo supponendo che il virus si dissolva in tempi brevi e che le misure di contrasto intraprese dai Governi riescano a contenere i danni. Intanto la pandemia lascerà sul campo perdite per 9.000 miliardi di dollari, pari a oltre il Pil di Giappone e Germania messe insieme.

E per il Fondo sarà l'Italia a pagare il prezzo più alto, con il Pil che subirà una contrazione del 9,1%. Intanto i leader delle Finanze del G7 si dichiarano pronti a utilizzare tutti gli strumenti necessari per ottenere una crescita "forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva". Dalle sue ultime rilevazioni lo scorso gennaio il mondo, per il Fmi, "è radicalmente cambiato". Di conseguenza cambiano anche le previsioni per l'anno in corso, che dovrebbe vedere una contrazione globale dell'economia pari al 3%. Il Fmi spiega che si tratta di 6,3 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio, una revisione "importante" in un periodo di tempo "molto limitato".

Il 'Great Lockdown', ovvero il grande stop derivante dal distanziamento sociale e dalla chiusura delle imprese rappresenta "la peggiore recessione dalla 'Great Depression'", ovvero la Grande Depressione del 1930. Per il Fmi quella causata dal coronavirus è una crisi "di gran lunga peggiore della crisi finanziaria globale". E le perdite saranno rilevanti: nel 2020 e 2021 andranno in fumo circa 9.000 miliardi di dollari di Pil globale. Il Fmi indica comunque una luce alla fine del tunnel. Supponendo infatti che "la pandemia svanisca nella seconda metà del 2020 e che le azioni politiche intraprese in tutto il mondo siano efficaci per prevenire diffusi fallimenti di imprese, estese perdite di posti di lavoro e tensioni finanziarie a livello sistemico", il Fmi prevede che la crescita globale nel 2021 rimbalzi del 5,8%. Questa ripresa, avverte però il Fondo, "è solo parziale" dal momento che è impossibile prevedere con esattezza le conseguenze economiche della pandemia. E' una crisi "senza precedenti, e vi è una forte incertezza rispetto al suo impatto sulla vita e sui mezzi di sussistenza delle persone", sottolinea il Fmi.

La crisi - ricorda il Fondo - si sta svolgendo su molteplici piani: quello sanitario, finanziario e energetico, che "interagiscono in modo complesso". Per questo vi è una forte "incertezza su come sarà il panorama economico quando emergeremo da questo blocco". E un effetto non trascurabile ci potrà essere anche sulla tenuta delle banche della zona euro, che vedranno crescere nei prossimi mesi gli elementi di debolezza. A pagare le conseguenze - economiche - più gravi del coronavirus sarà il Pil italiano.

Secondo il Fmi, infatti, l'economia del Belpaese nel 2020 registrerà una contrazione del 9,1%. Rispetto alle precedenti stime di gennaio, la previsione è rivista al ribasso del 9,6%. Per il 2021 è tuttavia stimata una ripresa, con il Pil in aumento del 4,8%. Non va poi così meglio alle altre economie avanzate. Il Pil francese dovrebbe registrare un calo del 7,2%, quello tedesco del 7% e quello spagnolo dell'8%. Nel complesso l'eurozona vedrà un calo del 7,5%, mentre per gli Usa la flessione sarà più contenuta, ma comunque pari al 5,9%. 

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