Fmi: serve nuovo sostegno monetario della Bce, prestiti alle imprese ancora cari

Fmi: serve nuovo sostegno monetario della Bce, prestiti alle imprese ancora cari

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9 ottobre 2013

 

Gli interessi sui prestiti alle aziende restano alti nell'area euro e questo a causa del legame fra il debito sovrano, le banche e le aziende. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale, nel Rapporto sulla stabilità finanziaria, sottolineando che le banche deboli hanno rafforzato i problemi delle aziende deboli e le aziende deboli hanno esacerbato le pressioni sulle banche, creando un vero e proprio circolo vizioso. Nell'area euro circa il 50% del debito in Portogallo, il 40% in Spagna e il 30% in Italia è in mano ad aziende deboli. E questo fa si' che le banche, a fronte di un peggioramento degli asset nei propri bilanci, aumentino i tassi di interesse sui prestiti più rischiosi alle aziende.

Secondo l'Fmi "invertire la frammentazione finanziaria aiuterà a ridurre i tassi di interesse nelle economie sotto stress" anche se ciò "non sarà sufficiente per risolvere il problema relativo al peso del debito che grava sulle aziende" non finanziarie. E' dunque essenziale che "i bilanci delle banche vengano risanati e che ci sia il pieno completamento dell'unione bancaria".

Per l'Istituto di Washington un "ulteriore" sostegno monetario della Bce e sostegno creditizio della Banca europea per gli investimenti sono "cruciali" per fornire il tempo necessario per il ritorno alla normalità dei bilanci privati. Anche la Commissione europea può  dare il suo contributo nell'aumentare i prestiti concessi alle piccole e medie aziende.

Per quanto riguarda l'Italia, le banche – si legge nel Rapporto - "hanno resistito" alla crisi e alla prolungata recessione , ma restano rischi legati alla debolezza dell'economia e ai legami con il debito sovrano. L'Fmi riconosce anche l'azione della Banca d'Italia tesa a rafforzare i prestiti di capitale degli istituti e la loro efficienza e redditività. 

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