Fondi e progetti europei: conoscerli per farvi ricorso
Fondi e progetti europei: conoscerli per farvi ricorso
Tante opportunità di accesso ai fondi strutturali europei, spesso non sfruttate perché non si è a conoscenza delle possibilità offerte o perché si è in difficoltà nell'affrontare le procedure richieste. Se n'è parlato il 28 gebbraio scorso nella sede di Confcommercio Cuneo, in occasione di un incontro aperto a dirigenti, operatori ed imprenditori interessati, visto che i prossimi sei anni di operatività, dal 2014 al 2020, sono all'orizzonte e che è saggio premunirsi per non perdere il treno. L'incontro, caldeggiato da Ferruccio Dardanello, presidente della Confcommercio provinciale, ha visto al tavolo dei relatori Alberto Marchiori, presidente di Confcommercio Pordenone, delegato confederale per le politiche comunitarie, Marisa Ameli, responsabile della delegazione che l'associazione di categoria ha creato presso l'Unione Europea, ed Elisa Bonora, responsabile dell'ufficio politiche comunitarie della sede di Pordenone. "I problemi che, sino ad ora, hanno impedito di utilizzare al meglio le risorse finanziarie disponibili – ha detto Marchiori – sono da ricondurre al fatto che non sempre il filo di trasmissione tra Bruxelles e il territorio funziona adeguatamente. Occorre promuovere un processo di sensibilizzazione e formazione della classe dirigente, in modo che sia approfondita la conoscenza delle politiche comunitarie e degli strumenti idonei a far sì che si riesca ad approdare al massimo beneficio. Questo processo a favore della categoria deve iniziare sin dalla fase della predisposizione delle linee guida a Bruxelles, in modo da riuscire ad incidere perché i bandi siano ispirati ad una visione che tenga in giusto conto il mondo del commercio, evitando situazioni che penalizzano le piccole imprese, numerose e capaci di movimentare importi contenuti, rispetto alle grandi, in grado di attivare poche pratiche con numeri elevatissimi. Di qui la necessità di darsi da fare, a tutti i livelli, accertando che le singole proposte riescano ad inserirsi in un disegno unico, basato su scelte e criteri di utilizzo dei fondi secondo criteri razionali". Intanto, a Bruxelles, le rappresentanze di 28 Stati e 2500 organizzazioni e gli oltre 50.000 funzionari lavorano perché l'Europa sia più accessibile anche in nome di un maggiore pluralismo distributivo, nel rispetto delle specificità locali. "Appena c'è una proposta maturata a livello UE – ha precisato Marisa Ameli – viene trasmessa ai singoli Paesi. A questo punto si deve reagire immediatamente, per verificarne le opportunità e, nel caso, modificare alcuni aspetti al fine di ottimizzare i risultati. Ogni ritardo appare dannoso ed ingiustificato". Le problematiche e i livelli di utilizzo delle risorse in passato dimostrano come molte occasioni vengano trascurate con la conseguenza di far tornare i finanziamenti là dov'erano partiti. Errore gravissimo, da non ripetersi. "Nei prossimi sei anni, in base al quadro finanziario approvato nel dicembre scorso, il budget previsto per il Piemonte sarà in incremento rispetto al passato, raggiungendo i 1.081 milioni. Una opportunità straordinaria, da gestire con oculatezza e con scelte intelligenti, ponendo gli interessati in condizione di conoscere le possibilità prospettate, di predisporre progetti e di operare nella piena consapevolezza che l'Europa non è una realtà a se stante, ma è sul territorio. Siamo noi a darle vita", ha concluso Dardanello.