Buoni pasto: la "protesta" di bar, ristoranti e supermercati

Buoni pasto: la "protesta" di bar, ristoranti e supermercati

Il 15 giugno gli esercizi aderenti a Fipe- Confcommercio, Fida Confesercenti, Federdistribuzione, Coop e Ancd Conad non hanno accettato i buoni pasto. "Le commissioni a carico di noi esercenti sono insostenibili. Per ogni buono da 8 euro ne incassiamo poco più di 6".

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16 giugno 2022

I ripetuti appelli delle ultime settimane da parte del mondo dei pubblici esercizi e della distribuzione commerciale, che lamentano commissioni sui buoni pasto troppo alte, sono caduti nel vuoto. Così gli esercizi aderenti a Fipe- Confcommercio, Fida Confesercenti, Federdistribuzione, Coop e Ancd Conad hanno deciso di non accettarli per l'intera giornata del 15 giugno. "Le commissioni a carico di noi esercenti sono insostenibili. Per ogni buono da 8 euro ne incassiamo poco più di 6". 

 

Fipe: “una tassa occulta sul mondo della ristorazione”

"Il buono pasto sta perdendo la sua funzione di efficace strumento di welfare integrativo. Un'insostenibilità economica che deriva dal fatto che i costi e le commissioni sono prossime al 30% e azzerano ogni margine per la rete dove il buono pasto oggi può essere utilizzato. La causa è il meccanismo di gara e il criterio del massimo ribasso: gli effetti economici vengono pagati tutti dall'ultimo anello della filiera, vale a dire dai pubblici esercizi e dalla distribuzione commerciale". Così il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, nel giorno dello sciopero dei buoni pasto proclamato dalle principali associazioni di categoria della distribuzione e del commercio.  "Noi - aggiunge - consideriamo oggi la situazione dei buoni pasto una richiesta di una 'tassa occulta' sul mondo della ristorazione, che esce devastato da due anni di pandemia e che sta facendo ogni sforzo anche per contenere gli effetti inflattivi generati dal costo delle materie prime ed energetici. Non si può accollare un ulteriore onere. È lo Stato che dovrebbe avere l'obiettivo di creare un mercato sano". In vista della gara Consip "che vale circa 1,25 miliardi di euro - conclude - chiediamo una revisione radicale del meccanismo di gara che assicuri il mantenimento del valore nominale del buono pasto lungo tutta la filiera, eliminando un paradosso italiano. In Europa il costo del servizio è pagato da chi lo richiede, che ha già tra l'altro altri risparmi, e non invece da chi lo rende e soprattutto non a queste condizioni".

 

"Il Mef sia vigile sulla prossima gara Consip"

Le sei organizzazioni, in vista della prossima gara Consip, avevano scritto: "Il ministro dell'economia Daniele Franco intervenga immediatamente sulle gare Consip e promuova una strutturale riforma del sistema dei buoni pasto. Non possiamo più sopportare una tassazione occulta ai danni di centinaia di migliaia di imprese della ristorazione e della distribuzione commerciale". Una battaglia contro i meccanismi di gara previsti dal codice degli appalti e soprattutto contro un sistema che impone, di fatto, nelle gare pubbliche una tassa occulta a danno delle imprese che vale oltre 200 milioni di euro. "Vogliamo ringraziare il senatore Daniela Manca - aggiungono i vertici delle organizzazioni - per l'attenzione dimostrata a questo tema al fine di favorire la revisione degli attuali meccanismi che regolano le gare della centrale unica d'acquisto. Un intervento autorevole che speriamo spinga il governo a provvedere ponendo fine a una situazione paradossale che mette a rischio l'esistenza stessa di una misura di welfare integrativo apprezzato e diffuso e, peraltro, già sostenuto da politiche di decontribuzione a favore dei datori di lavoro e defiscalizzazione a vantaggio dei lavoratori".

 

Buoni pasto: "Costi insostenibili, intervenire subito sulle gare Consip"

Prendiamo atto che anche Consip auspica evoluzioni del quadro normativo volte a rendere più efficiente il sistema dei buoni pasto in Italia. E’ infatti indispensabile riformare al più presto le modalità di acquisto dei buoni da parte delle pubbliche amministrazioni e occorre intanto intervenire subito sulla prossima gara Buoni Pasto 10, per evitare che si  scarichino ancora una volta sugli esercizi convenzionati i rilevanti sconti di cui beneficia lo Stato in sede di gara.” Questa la risposta dei rappresentanti delle sei organizzazioni (ANCD Conad, ANCC Coop, FIEPeT,  Federdistribuzione, Fida e Fipe) che lo scorso 17 maggio hanno organizzato una conferenza stampa per denunciare le distorsioni del sistema dei Buoni Pasto in Italia, un mercato che per la prossima gara Consip si stima abbia una base d’asta di oltre un miliardo e duecentocinquanta milioni di euro.

“Le dichiarazioni di Consip - prosegue la nota - rafforzano i contenuti delle nostre denunce sull’anomalia del sistema italiano, che consente alla centrale pubblica di comprare buoni sottocosto a spese altrui, ossia degli operatori presso i quali i buoni pasto vengono utilizzati dai lavoratori. Di fatto, con tali dichiarazioni, Consip conferma che le commissioni a carico della rete degli esercizi convenzionati dipendono esclusivamente dal risparmio di spesa per le casse dello Stato. Per questo parliamo di una tassa occulta sulla ristorazione e distribuzione del valore di oltre 200 milioni l’anno, che pagano solo ed esclusivamente gli esercenti convenzionati". "Così non si può andare avanti - concludono le organizzazioni - chiediamo al Governo e ai Ministeri competenti, il MEF e il MISE, un incontro urgente per chiarire la situazione ed evitare che la prossima gara Consip BP10 riproponga i noti problemi, con sconti richiesti da Consip fino al 20% del valore del buono”. 

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