Giovannini: “c’è vita oltre il PNRR”

Giovannini: “c’è vita oltre il PNRR”

Il ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili ha sottolineato che “c’è un’accelerazione per attuare con un anno di anticipo le riforme connesse al Piano, per poter rispondere meglio alla situazione in atto”.

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28 aprile 2022

ROMA - È stato il ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ad inaugurare l’edizione 2002 del Forum Confcommercio in un colloquio con il direttore del Giornale Radio Rai, Andrea Vianello.  “Mi aspettavo la forte ripresa che c’è stata prima dello scoppio della guerra, avvenuta soprattutto grazie alla capacità di resilienza dimostrata dalle imprese. La guerra è la negazione della cooperazione e senza cooperazione non si va da nessuna parte”, ha esordito il ministro. Che è passato poi a parlare di PNRR (“una grande opportunità per chi vuole cogliere le trasformazioni”), sottolineando che “gli investimenti previsti sulle infrastrutture hanno un senso anche nel nuovo quadro, li farei anche domani mattina. Tanto più che è in atto un’accelerazione per attuare le riforme connesse al Piano con un anno di anticipo, per metterci in grado di rispondere ancora meglio alla situazione in atto. Il Piano, insomma, andrà avanti comunque, c’è vita oltre il PNRR”. Adesso, ha concluso Giovannini, “dobbiamo pensare a come impiegare tutti i fondi non ancora impegnati e in questo il privato ha un ruolo straordinario da giocare, soprattutto in termini di sostenibilità. Il tessuto produttivo italiano, d’altronde, è capace di cogliere le opportunità, anche quelle innovative”. 

La prima sessione del Forum è stata dedicata al "Nuovo scenario internazionale" con gli interventi di Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo dell’ISPI, Kenneth Rogoff, Professore di Economia all'Università di Harvard e Abby J. Cohen economista della Columbia Business School. Si è parlato della crisi tra Ucraina e Russia e delle conseguenze economiche che ne stanno derivando soprattutto alla luce dello scenario già molto precario dovuto ai due anni di pandemia.

 

Conftrasporto: “sì alla sostenibilità, ma con realismo”

“Le proposte avanzate dalla Commissione Europea con il pacchetto Fit for 55 sembrano calate dall’alto in un sistema che semplicemente non ha i mezzi per soddisfarle”. Ne è convinto il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, che commenta così le affermazioni del ministro ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, al Forum internazionale di Confcommercio sul tema della transizione green.

“Conftrasporto - precisa Uggè - promuove da tempo percorsi virtuosi di sostenibilità, ma alcune proposte normative e determinate posizioni sembrano il frutto di un’impostazione ideologica più che realistica. Le politiche ambientali dovrebbero guardare a una programmazione fattibile, evitando di introdurre misure che, di qui a poco, bloccheranno le imprese, già vessate dalla crisi energetica e della guerra”.

“L’accisa pagata dall’autotrasporto è la più elevata d’Europa; un mezzo di ultima generazione versa allo Stato un extra-costo sulla quantificazione del suo impatto ambientale di quasi 10mila euro annui - spiega Uggè - eppure assistiamo a un trend di aumento dei volumi trasportati e di un calo delle emissioni, a testimonianza che la scelta della sostenibilità è stata già adottata dal settore”.

Lo stesso vale per il fronte marittimo, dove le misure previste, secondo Conftrasporto, non considerano le peculiarità del settore e la sua dimensione internazionale. “Le misure adottate a livello rischiano di rendere le norme regionali controproducenti sul piano competitivo e di contrasto alle emissioni, oltre che ignorare la reale disponibilità di carburanti alternativi rispetto a quelli tradizionali”, afferma il presidente di Conftrasporto. Per la quale è vitale mantenere, nel settore su gomma, la compensazione delle accise e gli incentivi per il rinnovo dei mezzi, e calibrare i sostegni sul grado d’inquinamento prodotto. Per il trasporto marittimo, bisogna invece garantire la continuità territoriale (“Il Ponte sullo Stretto di Messina è indispensabile”, dice Uggè), e rendere strutturali le risorse per le autostrade del mare.  

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