Gli effetti dell'attentato USA sul turismo italiano (1a parte)

Gli effetti dell'attentato USA sul turismo italiano (1a parte)

Gli effetti dell'attentato USA sul turismo italiano (1a parte)

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27 settembre 2001

 

OSSERVATORIO DI CRISI CONFTURISMO – CISET

 

 

I - BREVE ANALISI STORICA DEL MOVIMENTO INTERNAZIONALE VERSO L’ITALIA

 

Il paragrafo presenta una panoramica del turismo internazionale verso l’Italia. Si commenta innanzitutto l’evoluzione recente dei flussi turistici e la loro composizione secondo le diverse aree di origine, distinguendo tra mercati tradizionali e mercati emergenti.

 

Ci si focalizza successivamente sul turismo proveniente dagli Stati Uniti, che attualmente rappresentano il secondo mercato di origine per il nostro paese in termini assoluti (dopo la Germania), e il primo mercato extraeuropeo.

In particolare, si sono analizzate le caratteristiche quantitative e qualitative del turismo statunitense secondo diverse variabili: aree di destinazione, stagionalità, motivazione di viaggio.

 

 

 

 

I.1. Dinamica recente del movimento turistico internazionale verso l’Italia

 

L'evoluzione del fenomeno turistico in Italia negli ultimi anni va analizzata e interpretata alla luce del complesso scenario economico internazionale che ha caratterizzato questo periodo.

 

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dall'attuazione, da parte dei paesi della Unione Europea, e dell'Italia in particolare, di politiche economiche restrittive tali da consentire il rispetto dei parametri di Maastricht, in vista dell'introduzione dell'Euro. All'inizio del 1998 il fattore cruciale sul piano internazionale è stato rappresentato dall'impatto della crisi asiatica sul ciclo economico mondiale che ha ulteriormente condizionato verso il basso la crescita delle quattro maggiori economie europee (Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna). Il ripiegamento della crescita si è fatto sentire ancor più incisivamente nella seconda metà del 1998 quando sono intervenuti nuovi elementi di crisi: il persistere della stasi giapponese, l'estendersi della crisi russa sia sul piano finanziario che politico, l'accendersi di nuove tensioni in America Latina. Nonostante le turbolenze finanziarie e il ciclo negativo di alcune economie, la solidità delle economie occidentali e l'adozione delle misure per l'avvio dell'Euro hanno scongiurato la temuta recessione generalizzata, limitando l'effetto ad una frenata della crescita limitata nel tempo, tanto che già all'inizio del 2000 si sono manifestati  segnali chiari di  ripresa .

 

Sotto il profilo valutario, a partire dalla fissazione dei tassi di cambio tra le varie monete europee appartenenti all’area euro, la nuova valuta europea ha progressivamente mostrato segni di debolezza, mentre il dollaro statunitense si è apprezzato rispetto a tutte le maggiori valute.

 

Le incertezze sull'andamento economico, il prolungarsi della crisi asiatica, le preoccupazioni per gli alti livelli di disoccupazione, la debolezza della moneta europea, sono tutti fattori che hanno influenzato le decisioni soprattutto dei turisti europei, ridimensionandone la propensione a fare turismo internazionale e orientando le loro scelte verso destinazioni e combinazioni di vacanza meno costose e più competitive. Tutto questo si è dunque tradotto in una crescita moderata delle partenze verso l'estero, soprattutto da alcune delle principali aree di origine del movimento verso l'Italia, e di conseguenza in un aumento modesto degli arrivi nel nostro paese.

 

Nell’anno 2000, i risultati economici a livello mondiale hanno raggiunto un picco, con una crescita registrata dai paesi dell’area OCSE pari a +4%. Tuttavia, i segnali di probabile recessione dell’economia statunitense hanno portato nell’anno in corso a un rallentamento delle partenze dai principali paesi extraeuropei.

 

La Tabella 1. riassume l’andamento dei flussi turistici internazionali diretti in Italia nel periodo 1996-2000. I 21 principali mercati turistici sono così suddivisi per aree geografiche:

·         l'Area Mediterranea (Francia, Spagna, Portogallo e Grecia);

·         l'Europa Centrale (Germania, Austria, Svizzera,  Belgio e Olanda);

·         il Nord Europa (Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Regno Unito e Irlanda);

·         l'Extra Europa (Usa, Canada, Australia, Giappone, America Latina e Africa).

 

Tabella 1. Arrivi internazionali in Italia (in migliaia). Periodo 1996-2000.

 

 

1996

 

% var.

 

1997

 

% var.

 

1998

 

% var.

 

1999

 

% var.

 

2000

 

% var.

Arrivi mondiali

  

31.066

 

6,3

         31.743

 

2,2

        32.779

 

3,3

            33.736

 

2,9

 

34.710

 

2,9

Arrivi dai 21 principali paesi

        27.092

 

6,2

         27.940

 

3,1

        28.913

 

3,5

            29.757

 

2,9

 

30.426

 

2,2

 

Area Mediterranea

          3.499

 

-1,8

           3.519

 

0,6

          3.542

 

0,6

              3.641

 

2,8

 

3.706

 

1,8

 

Europa Centrale

        14.403

 

3,3

         14.686

 

2,0

        14.949

 

1,8

            15.462

 

3,4

 

15.661

 

1,3

 

Nord Europa

          2.640

 

9,8

           2.789

 

5,7

          3.082

 

10,5

              3.336

 

8,3

 

3.397

 

1,8

 

Extra Europa

          6.550

 

17,2

           6.945

 

6,0

          7.340

 

5,7

              7.317

 

-0,3

 

7.661

 

4.7

Fonte: CISET

 

In seguito a un incremento sostenuto registrato nel 1996, il movimento internazionale ha mostrato una crescita contenuta. In termini di nazionalità, molto forte è stato fino al 1998 il trend generale di aumento del turismo extraeuropeo. Nel 1999, i possibili effetti negativi del conflitto balcanico scoppiato nella primavera sono prontamente rientrati prima dell'avvio della stagione estiva, senza produrre particolari conseguenze sul risultato complessivo; la contrazione registrata per i paesi extraeuropei è da imputarsi a un decremento dei flussi dal Giappone pari al –6%, legato al forte decremento delle partenze da quel paese in quell’anno.

Nel 2000, le partenze dai paesi extraeuropei hanno mostrato una notevole ripresa, a fronte di un aumento dei flussi mondiali in linea con l’anno precedente.

 

 

I.2. I mercati principali di origine dei flussi verso l’Italia

 

Vengono analizzati di seguito i principali mercati di origine dei flussi turistici verso il nostro paese.

Per ciascun paese si riportano alcune informazioni relative alla dinamica recente del turismo outgoing verso l'Italia.

 

Germania

Profilo generale: Con elevata propensione all'outgoing, è tradizionalmente il primo mercato di origine per l'Italia, che è riuscita a fidelizzare il segmento anche con un adeguamento dell'offerta. Notevole la propensione al turismo balneare e la sensibilità ambientale.

Posizione dell'Italia tra le mete outgoing: al terzo posto dopo Spagna e Polonia.

Prodotti turistici più richiesti: Balneare, Città d'Arte, Lacuale, Termale

 

 

Austria

Profilo generale: tre quarti della popolazione hanno visitato l'Italia, in particolare le regioni limitrofe all'Austria; risulta uno dei mercati principali, per cui si segnala ancora l'interesse per il prodotto balneare/lacuale e per il turismo verde.

Posizione dell'Italia tra le mete outgoing: al primo posto, seguita a grande distanza dalla Germania.

Prodotti turistici più richiesti: Balneare, Città d'Arte, Lacuale, Termale

 

 

Francia

Profilo generale: simili agli italiani e attorniati da risorse, i francesi sono orientati fortemente al turismo domestico, anche se dal 1995 ha avuto un impulso l'outgoing; con l'Italia ha relazioni da "confinanti e concorrenti": apprezza le mete culturali.

Posizione dell'Italia tra le mete outgoing: al secondo posto dopo la Spagna.

Prodotti turistici più richiesti: Città d'arte, Balneare, Lacuale, Termale.

 

 

Gran Bretagna

Profilo generale: Elevata propensione all'outgoing e forte presenza dell'intermediazione; un terzo dei residenti è già stato in Italia; forte propensione per il turismo culturale

Posizione dell'Italia tra le mete outgoing: al sesto posto, dopo Francia, Spagna, USA, Irlanda, Grecia.

Prodotti turistici più richiesti: Città d'arte, montagna

 

 

Giappone

Profilo generale: elevata propensione al turismo, soprattutto organizzato, la cui pratica è oggi sottodimensionata a causa del costo locale della vita e allo scarso tempo libero. Tipologie di turismo culturale, di studio, di shopping sono tra le più interessanti; Roma e Milano le mete più nominate.

Posizione dell'Italia tra le mete outgoing: al terzo posto, dopo USA e Hong Kong

Prodotti turistici più richiesti: Città d'Arte

 

Stati Uniti

Profilo generale: Elevata propensione all'outgoing; grande notorietà dell'Italia, con cui esistono legami di tipo culturale, scientifico e commerciale. Solo il 15% della popolazione ha però visitato il nostro paese; tra le mete, le città d’arte sono sicuramente le mete predilette, soprattutto per chi ha alta capacità di spesa. L'interesse va alle esperienze  di viaggio culturali anche in senso lato e alla ricerca di un prodotto "tailor made".

Posizione dell'Italia tra le mete outgoing: al quarto posto, dopo Canada, Messico e Regno Unito. Lusinghiero risultato, vista la contiguità spaziale o culturale delle mete che ci precedono. Da non trascurare comunque il peso del turismo etnico.

Prodotti turistici più richiesti: Città d'Arte (70%), Isole (12%), Laghi (10%)

 

La Tabella 2 sintetizza gli arrivi in Italia dagli Stati Uniti, e il loro peso in percentuale sugli arrivi mondiali, sugli arrivi dai 21 principali paesi e sui paesi extraeuropei.

 

Tabella 2. Arrivi in Italia dagli Stati Uniti e peso sugli arrivi mondiali, sugli arrivi dai 21 principali paesi e sugli arrivi dai paesi extraeuropei. Periodo 1996-2000.

Anno

Arrivi

USA

% var.

% su

arr.mond.

% su

arr.dai 21 p.

% su Extra

Europa

1996

2.914.453

12,2

8,9%

10,2%

46,5%

1997

3.201.680

9,9

9,4%

10,8%

44,5%

1998

3.622.640

13,1

10,1%

11,5%

46,1%

1999

3.788.472

4,6

11,1%

12,5%

49,4%

2000*

4.012.674

5,9

11,2%

12,7%

51,8%

* stima

Fonte: CISET

 

Si osserva che la percentuale di arrivi dagli Stati Uniti sul totale degli arrivi in Italia e sul totale degli arrivi dai principali paesi extraeuropei è in costante crescita dal 1996. In ciascun anno, i tassi di incremento registrati dai flussi statunitensi superano quindi la crescita registrata dai flussi totali verso il nostro paese.

 

La tabella 3 riassume il numero di passeggeri registrati dagli aeroporti italiani con connessione diretta con gli Stati Uniti. Milano Malpensa e Roma Fiumicino rappresentano i principali hub di ingresso dal Nordamerica; si osserva tuttavia una notevole crescita dello scalo di Venezia Tessera, dovuto alla

recente istituzione di rotte da parte di alcune compagnie (ad esempio la Delta Airlines).

 

Tabella 3. Traffico passeggeri di linea e charter dagli Stati Uniti (arrivi + partenze)

 

1999

2000

Milano Malpensa

1.242.919

1.608.648

Roma Fiumicino

1.124.074

1.338.760

Venezia Tessera

12.571

73.725

Roma Ciampino

2.296

1.025

TOTALE ITALIA

2.393.706

3.022.583

Fonte: Ente Nazionale per l’Aviazione Civile

 

La tabella 4 riassume la stagionalità dei flussi in Italia dagli Stati Uniti. Sia gli arrivi che le presenze sono concentrati nei mesi estivi; è interessante tuttavia osservare che le percentuali relative al mese di agosto sono di gran lunga inferiori a quelle relative ai mesi di settembre e ottobre.

 

Tabella 4. Stagionalità dei flussi in Italia dagli Stati Uniti

 

% Arrivi

% Presenze

Gennaio

2,8

3,4

Febbraio

3,3

3,6

Marzo

7,2

7,3

Aprile

8,4

8,5

Maggio

12,2

11,7

Giugno

14,1

13,6

Luglio

12,0

11,4

Agosto

7,3

7,5

Settembre

12,9

12,4

Ottobre

11,7

11,7

Novembre

5,4

5,9

Dicembre

2,6

3,1

Totale anno

100

100

Fonte: ISTAT

 

La tabella 5 riporta infine le dieci regioni più visitate dai turisti statunitensi. Al primo posto troviamo il Lazio, il cui peso sfiora il 30% degli arrivi e delle presenze totali nel nostro paese. Al secondo e terzo posto si trovano la Toscana e il Veneto, seguiti a grande distanza dalla Campania. Questi dati confermano quindi la predilezione dei turisti nordamericani per le città d’arte italiane: nell’ordine, Roma, Firenze e Venezia.

 

Tabella 5. Le dieci regioni più visitate dai turisti USA (percentuale di arrivi e presenze)

 

 

% arrivi

% presenze

1

Lazio

27,7

27,7

2

Toscana

20,3

19,8

3

Veneto

17,3

14,4

4

Campania

7,2

10,8

5

Lombardia

9,8

8,6

6

Sicilia

3,8

4,0

7

Liguria

2,8

2,4

8

Friuli V.G.

1,1

2,4

9

Umbria

2,8

2,1

10

Piemonte

2,2

2,0

 

Tot. Italia

100,0

100,0

Fonte: ISTAT

 

 

 

I.3. Alcuni mercati emergenti e potenziali

 

Cina

Mercato interessantissimo per ampiezza e potenziale: è passata dai 500.000 viaggi all'estero del 1985 ai 6 milioni di oggi (purtroppo frenate dalle crisi economiche dell'area). Per ora il turismo outbound in Europa, che raggiunge il 12% dei viaggi all'estero, è spesso contraddistinto dalla motivazione business: la Germania si colloca al decimo posto tra le mete dei viaggiatori cinesi (133.000 arrivi).

In Italia i visitatori cinesi raggiungono il 25° posto in classifica. Fra le mete preferite, sicuramente quelle urbane.

Il viaggio organizzato per i cinesi rispetta alcune caratteristiche di economicità, di brevità con scelta di appoggi sulla terraferma.

 

 

Sud Est Asiatico: Corea del Sud, Singapore, Malesia

Dopo l'intensa crescita economica dei primi anni Novanta, la crisi ha colpito questi interessanti mercati. Il turismo outbound (un totale di 16,4 milioni di viaggi complessivamente) si rivolge essenzialmente agli stati vicini, con l'emergere però di Usa e di Australia. I viaggi in Europa costituiscono il 7% del totale per i coreani; quote assai inferiori per gli altri paesi. In Italia, le mete di maggior interesse restano quelle urbane. I viaggi culturali e di conoscenza sono tra quelli più richiesti.


II - VALUTAZIONE DELLO SCENARIO TENDENZIALE DEI FLUSSI INTERNAZIONALI PER IL BIENNIO 2001-2002 PRECEDENTE L’ATTACCO TERRORISTICO

 

Il paragrafo presenta i risultati delle previsioni sull'andamento dei flussi turistici verso il nostro paese elaborate nella primavera 2001 sulla base dell'evoluzione degli scenari economici nazionali e internazionali precedentemente agli ultimi avvenimenti.

Secondo tale quadro, gli stranieri che visiteranno l'Italia nel 2001 raggiungeranno i 35,8 milioni con un tasso di crescita previsto del 3,2% rispetto al 2000, mentre nel 2002 gli stranieri dovrebbero aumentare del 2,8%, arrivando a quota 36,8 milioni.

 

 

Tabella 6. Arrivi internazionali in Italia. Previsioni 2001-2002.

 

2001

% var.

2002

% var.

 

 

 

 

 

Arrivi mondiali

35.805

3,2

36.796

2,8

Arrivi dai 21 principali paesi

31.234

2,7

31.970

2,4

Area Mediterranea

3.767

1,6

3.856

2,4

Europa Centrale

16.113

2,9

16.530

2,6

Nord Europa

3.452

1,6

3.510

1,7

Extra Europa

7.902

3,1

8.074

2,2

Fonte: CISET

 

 

Nel prossimo biennio una percentuale pari a quasi il 90% degli arrivi totali in Italia sarà originata dai 21 paesi considerati. Gli arrivi complessivi da questi mercati dovrebbero ammontare a 31,2 milioni nel 2001 e salire a quasi 32 milioni nel 2002, con un aumento di +2,7% e +2,4% rispettivamente. In entrambi gli anni, quindi, la crescita complessiva del turismo internazionale appare leggermente più sostenuta rispetto alla crescita dei flussi provenienti dai principali mercati. In termini assoluti, tra il 2001 e il 2002 il gap tra gli arrivi mondiali e gli arrivi dai principali paesi si assottiglia leggermente: infatti, la percentuale rappresentata da questi ultimi passa dall’87% all’89%.

Queste saranno le principali tendenze della domanda turistica internazionale verso l’Italia:

 

-         L’Europa Centrale, oltre a costituire il mercato più importante in termini di valore assoluto (con più di 16 milioni di arrivi assorbe una quota pari al 45% degli arrivi totali in Italia), sarà nel biennio una delle aree più dinamiche, registrando incrementi superiori alla media dei 21 paesi (+2,9% nel 2001 e +2,6% nel 2002). Nel 2001 spicca la crescita degli arrivi dalla Germania (che assorbe da sola i due terzi degli arrivi dall’area), pari a +3,0%, e dalla Svizzera (+3,8%), mentre i flussi dal Belgio-Lussemburgo saranno caratterizzati da una sostanziale stazionarietà (+0,6%). Nel 2002 sarà notevole la crescita dell’Austria (+4,0%), mentre gli altri paesi non mostreranno grandi scostamenti  rispetto alla media dell’area.

 

-         i paesi dell’Area Mediterranea rappresentano circa l’11% degli arrivi totali in Italia, e cresceranno nei due anni rispettivamente del +1,6% e +2,4%. La Francia (che con quasi 2,5 milioni di arrivi assorbe il 65% degli arrivi dall’area) mostrerà una crescita modesta nel 2001 (+1,0%) per poi allinearsi alla media dell’area nel 2002 (+2,4%). Il paese più dinamico risulta ancora una volta il Portogallo (rispettivamente +3,7% e +3,3%); anche la Spagna sarà caratterizzata da una dinamica sostenuta nel 2001 (+3,1%), per poi crescere in maniera più moderata l’anno successivo (+2,2%). Infine, la Grecia registrerà nel biennio incrementi inferiori alla media dell’area: +1,6% nel 2001 e +2,4% nel 2002.

 

-         I paesi del Nord Europa rappresentano il mercato meno consistente per il nostro paese in termini di valore assoluto: assorbono infatti il 10% circa degli arrivi totali in Italia. Nel biennio quest’area sarà inoltre caratterizzata da tassi di crescita più bassi rispetto agli altri mercati di origine, pari rispettivamente a +1,6% e +1,7%. Il Regno Unito (da cui proviene il 63% degli arrivi dall’area) crescerà in maniera modesta in entrambi gli anni (+1,3% e +1,2%), mentre l’Irlanda rappresenterà il paese più dinamico, con una crescita rispettivamente del +3,8% e +3,9%. Tra gli altri paesi, da segnalare la Finlandia, che sarà caratterizzata da un incremento superiore alla media dell’area in entrambi gli anni (+1,7% e +2,4%), mentre la Danimarca rimarrà sostanzialmente allineata a tale media (+1,6% e +1,5%).

-         gli arrivi provenienti dai paesi extraeuropei (che rappresentano circa il 22% degli arrivi totali in Italia) supereranno alla fine del biennio gli 8 milioni. Il tasso di crescita nel 2001 sarà pari al +3,1%, superiore alle altre aree di origine; nel 2002 sarà più moderato (+2,2%). Il rafforzamento della moneta europea previsto per il biennio non porterà quindi a un rallentamento significativo degli arrivi dall’area. In entrambi gli anni i tassi di crescita dei diversi paesi mostreranno notevoli differenze rispetto alla media. Nel 2001 la crescita più sostenuta sarà quella relativa ai flussi dagli Stati Uniti (+5,5%), dall’Australia (+3,3%) e dall’Africa (+2,9%), mentre gli altri paesi registreranno un incremento notevolmente inferiore; in particolare, i flussi dal Giappone saranno in leggera diminuzione (-0,5%). Nel 2002, si dimostreranno particolarmente dinamici l’America Latina (+3,9%), e ancora gli Stati Uniti (+3,1%) e l’Africa (+2,9%). Oltre al Giappone (-0,3%), anche il Canada registrerà un leggero calo (-0,6%), mentre l’Australia sarà allineata alla media dell’area (+2,2%).

La Tabella 7 sintetizza le previsioni relative agli arrivi dagli Stati Uniti nel biennio in corso.

 

 

 

Tabella 7. Arrivi in Italia dagli Stati Uniti e peso sugli arrivi mondiali, sugli arrivi dai 21 principali paesi e sugli arrivi dai paesi extraeuropei. Previsioni 2001-2002

 

Anno

Arrivi

% var.

% su

arr.mond.

% su

arr.dai 21 p.

% su Extra

Europa

2001

4.235.162

5,5

11,8%

13,6%

53,6%

2002

4.367.188

3,1

11,9%

13,7%

54,1%

Fonte: CISET

 

 

 

III – REVISIONE DELLE PREVISIONI “TRIP” ALLA LUCE DEGLI ULTIMI AVVENIMENTI

 

Il modello econometrico TRIP è stato utilizzato per rivedere tali previsioni alla luce dei seguenti fattori:

 

 

Scenario economico

 

-         Andamento dei cambi: negli ultimi giorni si è registrato un leggero decremento del cambio euro/dollaro, che ha raggiunto quota 1,08. La stima formulata per il 2001 pari a 1,12 può essere rivista in leggero ribasso (1,10).

-         Dinamica del prezzo del petrolio: prezzo stabile, a causa di diminuzione della domanda dovuta a situazione economica generale, a riduzione spostamenti a causa attacchi, acquisto anticipato di scorte per l’inverno, minori vendite di jet fuel alle compagnie aeree. Si prevede che non si supereranno i 28-29 $/ barile (prezzo del Brent al 20.9: 26 $/barile). L’Opec si è inoltre dichiarata disposta a spostare al ribasso i propri prezzi di riferimento, per non essere accusata di speculare sulla situazione.

-         Crescita del PIL. Area Euro: per l’anno 2001 alcuni analisti (Barclays Capital) stimano una riduzione di 0,4 punti rispetto alle stime pre-attentati (+1,7% invece di +2,1%). Per gli Stati Uniti, la situazione sarà caratterizzata da perdite per alcuni settori (in primis vettori aerei, Boeing) ma anche da possibili sviluppi per altri (bellico). Le ultime previsioni sono di una crescita quasi nulla del PIL dell’anno in corso, e di un ritardo della ripresa fino a metà del 2002. La situazione potrà peggiorare in caso di altri attentati, se le azioni di Bush non avranno successo, e se i consumatori USA non continueranno a spendere come in passato.

 

 

Scenario politico

 

-         Blocco dei voli verso alcune destinazioni: in vista del previsto crollo del traffico dei prossimi mesi (stime IATA danno 15-20% calo passeggeri e voli per le compagnie americane, 10-15% per le altre), le compagnie hanno dovuto prendere provvedimenti drastici, come tagli al personale e riduzione dei voli.


 

Compagnie

Tagli al personale

Riduzione voli

Continental Airlines

Licenziati 12.000 su 56.000

20%

American Airlines

 

20%

Delta Airlines

 

20%

Northwest

 

20%

United Airlines

 

14%

US Airways

Licenziati 11.000

 

Air Canada

 

20%

Virgin

Licenziati 16.000

Virgin Atlantic 1.200

 

 

Lufthansa ha congelato fino a marzo 2002 il collegamento Berlino-Washington e alcuni collegamenti tra Washington e New York e l’hub di Francoforte

-         chiusura di spazi aerei

-         possibile diffusione in Europa delle reazioni terroristiche

-         probabile blocco dell’e-ticketing

 

Tali vincoli strutturali potranno portare a una diminuzione di circa il 15 - 20% sui flussi statunitensi diretti in Italia.

 

 

Reazione psicologica della domanda

 

L’effetto “sicurezza percepita”, in conseguenza della possibile recrudescenza del terrorismo internazionale, agirà da deterrente soprattutto per i viaggi aerei sulle lunghe distanze. A tal proposito, l’analisi delineata ha dovuto tenere conto:

·         delle componenti di domanda turistica che più di altre potranno subire una contrazione (utilizzo del mezzo aereo, viaggi su lunghe distanze) e dei possibili effetti di redistribuzione dei flussi (ad esempio verso mete più vicine, raggiungibili con mezzo proprio). Ad esempio, una quota di turisti statunitensi diretti in Italia potrà scegliere il Messico come meta alternativa.

·         dell’andamento stagionale dei flussi e delle principali tipologie di turismo che potranno risentire del prevedibile crollo di alcuni segmenti di domanda (ad esempio il turismo culturale nelle città d’arte, tipico dei turisti statunitensi in Italia). 

 

Tali fattori potranno portare a una ulteriore contrazione della domanda, soprattutto nel settore gruppi e nelle strutture ricettive di categoria più elevata (4-5 stelle), che in alcuni casi (per esempio a Venezia) rappresentano il 40-50% dei flussi dal Nordamerica.

 

Sommando vincoli strutturali ed “effetto psicologico”, la diminuzione degli arrivi dagli Stati Uniti negli ultimi mesi del 2001 potrà raggiungere il 25% (con picchi nelle città d’arte). Tali effetti sono stati studiati anche in riferimento a quanto accaduto in passato ( Guerra del Golfo , dirottamento dell’Achille Lauro).

 

Tali considerazioni portano a una revisione delle previsioni formulate precedentemente all’attacco terroristico. Le tabelle 8 e 9 e i grafici da 1 a 4 mostrano nel dettaglio le previsioni aggiornate relative alle partenze internazionali e agli arrivi internazionali in Italia, e le variazioni rispetto allo scenario presentato sopra.

 

La colonna A delle due tabelle mostra in valore assoluto rispettivamente l’ammontare delle partenze e degli arrivi internazionali nel nostro paese relativi al periodo gennaio – agosto dell’anno in corso. La colonna B si riferisce alle previsioni in termini  di valore assoluto  modificate tenendo presente la variazione dello scenario economico post-attacco, e quindi sostanzialmente il rallentamento delle principali economie e le variazioni registrate per i tassi di cambio tra le principali valute.

Le colonne C e D mostrano ( rispettivamente in termini assoluti e percentuali) la previsione relativa all’intero anno 2001 modificata sulla base dello scenario economico. Confrontando questi dati con le previsioni formulate precedentemente agli ultimi avvenimenti, si osserva che l’impatto sulle partenze internazionali dai principali paesi e sugli arrivi internazionali in Italia rimane limitato rispettivamente a 0,9% e a 1,4% (colonna E), nonostante la diminuzione del PIL stimata per gli ultimi quattro mesi dell’anno sia per gli Stati Uniti che per l’area Euro, e una lieve variazione del tasso di cambio tra dollaro ed Euro a favore di quest’ultimo.

La diminuzione degli arrivi in Italia risulta tuttavia più accentuata rispetto alla contrazione delle partenze internazionali totali, soprattutto per i paesi extraeuropei: ciò potrebbe indicare una tendenza a scegliere viaggi meno costosi da parte dei cittadini d’oltreoceano, rappresentate per esempio da forme di turismo di prossimità verso paesi contigui (per esempio il Messico per gli statunitensi).

 

Allo scopo di stimare l’ “effetto psicologico” e dei vincoli strutturali (cancellazione di voli, ecc.) sui flussi turistici sono state calcolate, per ciascun mercato di origine, le percentuali di turisti internazionali che viaggiano in aereo (e che raggiungono il nostro paese in aereo). A questi dati è stata applicata una percentuale di riduzione , stimata per i paesi europei pari al 15%, per i paesi del Nordamerica pari al 25% e per gli altri principali paesi extraeuropei (Giappone, Australia) pari al 20%. Tali valori sono stati forniti da analisi su serie storiche con riferimento a situazioni simili verificatesi in passato.

 

La colonna F riassume la percentuale di riduzione su partenze internazionali e arrivi in Italia calcolata sulla colonna B (partenze e arrivi relativi al periodo settembre-dicembre) e relativa all’”effetto psicologico” e ai vincoli strutturali.

La previsione finale relativa all’anno 2001, che quindi tiene conto sia della variazione dello scenario economico che dell’ “effetto psicologico” e dei vincoli strutturali, è riportata in colonna G.

La colonna H esprime la percentuale di riduzione complessiva tra le previsioni del 2001 prima e dopo l’attacco terroristico..

Le colonne I e L, infine, danno una prima previsione delle partenze e degli arrivi per l’anno 2002. Tali previsioni offrono una stima basata su due punti di vista estremi : la prima sul mantenimento anche per il 2002 di tutte le ipotesi formulate sugli scenari post-attentati (e, quindi, anche di una costanza dell’effetto psicologico”); la seconda (col.L)  essenzialmente sulla variazione del solo scenario economico.

Osservazioni più attuali e precise sulle possibili variazioni di scenario  appaiono ora premature, e costituiranno oggetto di analisi nella prossima fase del progetto.

 

Dalla tabella 8 si osserva quindi che la riduzione attesa delle partenze internazionali rispetto allo scenario pre-attacco e relativa al periodo settembre-dicembre è pari in media a 11% (colonna H). Diversa è tuttavia l’entità di tale riduzione a seconda delle diverse aree geografiche. Si raggiunge infatti un picco pari al 21% in corrispondenza dell’Extra Europa, mentre la diminuzione delle partenze internazionali dai paesi dell’Area Mediterranea e dell’Europa Centrale non supera il 3-4%. Tale contrazione porta a una diminuzione degli arrivi rispetto allo scenario pre-attacco pari a 10%; la diminuzione attesa dai paesi dell’Extra Europa raggiunge tuttavia un 25%.

 

La situazione in corso porterà pertanto a una redistribuzione dei flussi turistici mondiali. Almeno nel breve termine, i viaggiatori prediligeranno mete di breve-medio raggio, mentre risulterà penalizzato il lungo raggio. Alla luce di queste osservazioni, il nostro paese continuerà a rappresentare una meta appetibile per i turisti provenienti dai mercati tradizionali dell’Europa Centrale e dell’Area Mediterranea, e, anche se in misura minore, del Nord Europa. Al contrario, dovrà fronteggiare una diminuzione sostanziosa dei flussi dai paesi extraeuropei.

 

Il segmento in cui gli effetti della crisi saranno più evidenti è indubbiamente quello delle città d’arte. In primo luogo, esse rappresentano di gran lunga il prodotto turistico preferito dai turisti d’oltreoceano (come evidenziato nei paragrafi precedenti, ben il 70% dei flussi statunitensi si dirigono verso le principali città d’arte; tale percentuale è ancora più elevata per i turisti giapponesi), che risulta il più colpito. In secondo luogo, l’ultimo quadrimestre dell’anno è generalmente considerato periodo ideale per il turismo urbano anche per quei mercati europei che in altri periodi dell’anno prediligono altre forme di turismo (balneare, lacuale, montano).

 

A partire dalla contrazione dei flussi turistici internazionali verso il nostro paese, si è cercato di stimare l’impatto economico, in termini di mancato fatturato, derivante dall’attuale situazione di crisi. Per ciascun paese di origine, la contrazione nelle presenze internazionali è stata calcolata applicando la permanenza media (fornita dai dati ufficiali ISTAT) al gap stimato per gli arrivi rispetto allo scenario pre-attacco.

Sono stati inoltre utilizzati i dati sulla spesa media pro-capite giornaliera dei turisti internazionali in Italia, pari in media a 170.000 lire (da indagine Ufficio Italiano dei Cambi). A tale media sono stati applicati coefficienti (forniti da indagini sulla spesa turistica effettuate dal CISET) diversi per i turisti extraeuropei, per i turisti di lingua tedesca e per gli altri turisti europei.

 

Per il 2001 (Grafici 5-6), la stima della riduzione del fatturato derivante dalla contrazione prevista delle presenze supera i 600 miliardi di lire. Quasi la metà di tale cifra (285 miliardi) è rappresentata dal mancato fatturato dovuto alla spesa dei turisti statunitensi, per i quali si stima una contrazione delle presenze pari a quasi 1 milione.

 

Per il 2002 (Grafici 7-8), la stima della riduzione del fatturato rispetto allo scenario pre-attacco è anch’essa ancorata alla “forbice” di ipotesi prima descritta circa partenze e arrivi internazionali. Nel caso di invarianza degli scenari anche per il 2002, la perdita di fatturato del turismo italiano potrà superare i 1600 miliardi di lire; nel caso di azzeramento dell’”effetto psicologico” la perdita va limitata a circa 93 miliardi. Si osserva che i flussi da alcuni paesi (Austria, Irlanda, Svezia) risultano in crescita rispetto allo scenario pre-attacco, portando a un aumento del fatturato; ciò può essere spiegato se si considera che la redistribuzione dei flussi turistici determinata dalla presente situazione può risultare in alcuni casi favorevole per il nostro paese. Soprattutto con riferimento a forme di turismo balneare, per alcuni mercati del centro e nord Europa l’Italia potrebbe nel breve-medio termine risultare più competitiva rispetto a mete più lontane ed “esotiche”.

 

 

IV - PRIME REAZIONI DEI TOUR OPERATOR: MONITORAGGIO DELL’ANDAMENTO DELLE PRENOTAZIONI SUI PRINCIPALI MERCATI DI ORIGINE, E OPINIONE DEGLI OPERATORI INCOMING

 

Una sintesi delle reazioni dei principali operatori, italiani e stranieri, agli avvenimenti degli ultimi giorni fornisce segnali contrastanti riguardo agli scenari di breve-medio periodo.

 

Secondo i principali tour operator americani, le ultime vicende avranno un impatto negativo di lunga durata sull’industria dei viaggi e del turismo. In particolare, gli effetti sui viaggi per affari e congressi saranno i primi a risentire della crisi, sia all’interno del paese che all’estero, in quanto settembre e ottobre rappresentano i mesi più significativi per questo segmento. L’autunno è inoltre una stagione molto importante negli Stati Uniti per i viaggi a lungo raggio, soprattutto per il segmento terza età che è uno dei più sensibili ai problemi di sicurezza. Negli ultimi giorni, i tour operator statunitensi hanno registrato un gran numero di cancellazioni sia di turisti individuali che, soprattutto, di gruppi verso le tradizionali destinazioni europee, tra cui l’Italia.

 

Citalia UK, importante tour operator britannico specializzato nella programmazione Italia, riporta una flessione tutto sommato contenuta nelle prenotazioni dei viaggi verso il nostro paese. L’operatore ha investito molto nella comunicazione, cercando di evidenziare lo sforzo da parte delle compagnie aeree partner nell’assicurare un livello elevato di sicurezza e di informare i propri clienti relativamente ai possibili disagi.

 

Italiatour, uno dei principali tour operator incoming italiani, riporta per il mese di settembre massicce cancellazioni dei gruppi organizzati dai principali mercati extraeuropei, soprattutto Stati Uniti e Giappone. Questo fenomeno ha colpito indiscriminatamente tutte le destinazioni italiane, e riguarda prevalentemente il segmento leisure. Al contrario, non si sono rilevate cancellazioni dai mercati europei. Per il mese di ottobre non si registrano cancellazioni, ma le prenotazioni sono scarse, soprattutto se confrontate con il trend positivo degli anni precedenti.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALLEGATI


 

ALLEGATO

TRIP – ITALIA: I flussi turistici internazionali da e per l’Italia

 

I rapporti previsivi basati sul modello TRIP (TouRism International Panel) sono realizzati dal CISET - Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei. Questa collaborazione permette di mettere insieme competenze in grado di apportare nuovi sviluppi metodologici ed una maggior precisione ed affidabilità del modello TRIP originariamente sviluppato da GRETA Econometrics e CISET con lo scopo di predisporre previsioni di breve-medio termine sui flussi turistici internazionali. In particolare, le dettagliate conoscen-ze dell’industria turistica acquisite dal CISET si associano alle competenze statistiche ed econometriche sviluppate dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, al fine di fornire agli operatori pubblici e privati informazioni precise e sistematiche sulle partenze e arrivi dei turisti utili per un’efficiente programmazione dei trasporti aerei e ferroviari, per i tour operators, per la gestione delle catene alberghiere e per quelle aziende il cui successo dipende principalmente dal mercato turistico.

 TRIP è un accurato strumento di stima che permette di catturare e misurare i legami tra trend economici ed il fenomeno turistico attraverso l’analisi del processo decisionale sottostante alla scelta del turista di andare in vacanza all’estero. In particolare si è tenuto conto di due fattori: 1) la decisione di fare vacanze all’estero compete con altre forme di consumo e l’attrattiva di fare turismo in patria; 2) i paesi competono l’uno con l’altro per attirare la quota più alta possibile di turisti da ogni mercato d’origine. In questo modo le più importanti origini/destinazioni sono considerate simultaneamente, utilizzando la tecnica di stima basata sui panel data per esaminare le  similitudini e correlazioni esistenti tra i paesi.

Le determinanti dei cambiamenti nell’evoluzione dei flussi turistici sono variabili economiche, come il reddito pro-capite, l’inflazione, i tassi di cambio, i costi di viaggio, i prezzi relativi dei servizi turistici rispetto ai prezzi di altri beni di consumo, il costo relativo del turismo all’estero rispetto a quello in patria; e variabili meta-economiche, come la disponibilità di mezzi di trasporto, le caratteristiche geografiche e culturali, costumi ed abitudini, condizioni climatiche e variabili socio-demografiche.

I risultati di TRIP rappresentano una novità rispetto alle statistiche generalmente disponibili, in quanto permettono di ottenere i flussi disaggregati per 21 aree d’origine: Austria, Belgio-Lussemburgo, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera, Canada, Stati Uniti, Australia, Giappone, America Latina e Africa.

Le pagine che seguono analizzeranno gli arrivi internazionali in Italia disaggregati per paese d’origine, la capacità di attrazione turistica dell’Italia rispetto ad altri 7 paesi europei (Austria, Francia, Svizzera, Grecia, Spagna, Portogallo e Regno Unito) ed infine, le partenze degli italiani verso l’estero per paese di destinazione.

Questo rapporto è pubblicato due volte all’anno: in Marzo (Edizione Primavera) ed in Ottobre (Edizione Autunno).

 


Tabella 8. Partenze internazionali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 A

 B

 C

 D

 E

 F

 G

H

I

L

 

 2001

 2001

 2001

2001

2001

2001

2001

2001

2002

2002

 

 gen-ago

 set-dic

 totale

% var.

riduz.

% riduz.set-dic

totale

% riduz

 

 

 

 

 

 

gen-dic

% su pre-attacco

% su pre-attacco

con riduz.

su pre-attacco

 

 

AUSTRIA

            4.493.594

       1.457.604

           5.951.197

3,6

0,6

             0,4

          5.945.430

1

-

      6.132.502

BELGIO

            6.850.546

       1.762.730

           8.613.276

1,2

0,7

             4,9

          8.526.407

6

-

      8.805.248

DANIMARCA

            3.115.663

          674.782

           3.790.446

2,3

0,6

             7,1

          3.742.635

8

-

      3.815.990

FINLANDIA

               954.702

          336.192

           1.290.895

2,7

0,2

             8,4

          1.262.562

9

-

      1.299.894

FRANCIA

          10.656.452

       3.613.793

         14.270.245

2,5

0,8

             1,3

        14.223.258

2

-

    14.614.027

GERMANIA

          48.690.255

     17.088.598

         65.778.853

4,3

1,4

             1,6

        65.501.453

3

-

    66.948.191

GRECIA

               866.929

          378.111

           1.245.040

1,7

0,0

             6,3

          1.221.397

6

-

      1.255.225

IRLANDA

            3.242.140

       1.542.756

           4.784.896

7,0

0,0

           10,5

          4.622.874

11

-

      4.948.932

NORVEGIA

            1.132.319

          414.375

           1.546.694

1,5

0,5

             7,9

          1.513.832

8

-

      1.555.300

OLANDA

          16.318.703

       3.768.015

         20.086.718

4,6

1,0

             4,8

        19.905.236

6

-

    20.611.537

PORTOGALLO

            1.419.171

          608.242

           2.027.413

5,8

0,2

             5,4

          1.994.584

6

-

      2.082.582

GRAN BRETAGNA

          36.331.034

     15.301.709

         51.632.743

3,3

0,2

             9,5

        50.173.997

10

-

    51.704.820

SPAGNA

            4.750.240

       1.951.629

           6.701.869

4,4

0,3

             6,0

          6.584.149

6

-

      6.784.775

SVEZIA

            3.549.021

       1.266.714

           4.815.735

3,6

1,1

             7,1

          4.725.242

8

-

      4.919.443

SVIZZERA

            7.312.400

       3.038.850

         10.351.249

5,4

0,4

             0,4

        10.338.615

1

-

    10.662.018

CANADA

          15.109.345

       7.710.258

         22.819.603

1,6

0,7

           12,3

        21.868.315

13

-

    22.446.338

USA

          26.890.702

     12.886.391

         39.777.092

3,3

1,4

           25,0

        36.555.495

26

-

    37.283.100

AUSTRALIA

            2.660.889

       1.406.414

           4.067.303

4,8

0,0

           20,0

          3.786.020

20

-

      3.905.970

GIAPPOPONE

            8.247.442

       3.863.704

         12.111.147

-2,1

2,1

           20,0

        11.338.406

22

-

    11.156.426

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PARTENZE DAI PRINCIPALI PAESI

        202.591.547

     79.070.866

       281.662.413

3,3

0,9

             9,9

      273.829.906

11

-

  280.932.318

AREA MEDITERRANEA

          17.692.792

       6.551.775

         24.244.567

3,2

0,5

             3,4

        24.023.388

4

-

    24.736.610

EUROPA CENTRALE

          83.665.497

     27.115.796

       110.781.293

4,2

1,2

             2,1

      110.217.140

3

-

  113.159.496

NORD EUROPA

          48.324.881

     19.536.528

         67.861.409

3,5

0,3

             9,3

        66.041.143

10

-

    68.244.378

EXTRA EUROPA

          52.908.378

     25.866.767

         78.775.145

2,1

1,2

           20,2

        73.548.235

21

-

    74.791.834

 


 

Tabella 9. Arrivi internazionali in Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 A

 B

 C

 D

 E

 F

 G

H

I

L

 

 2001

 2001

 2001

2001

2001

2001

2001

2001

2002

2002

 

 gen-ago

 set-dic

 totale

% var.

riduz.

% riduz.set-dic

totale

% riduz

 

 

 

 

 

 

gen-dic

% su pre-attacco

% su pre-attacco

con riduz.

su pre-attacco

 

 

AUSTRIA

            1.597.612

          517.617

           2.115.229

2,3

0,7

             0,4

          2.113.181

1

       2.186.116

         2.194.801

BELGIO

               616.853

          159.048

              775.901

0,5

0,5

             4,9

             768.063

5

          747.954

            786.725

DANIMARCA

               344.708

            74.801

              419.509

1,5

0,4

             7,1

             414.209

7

          389.976

            419.714

FINLANDIA

                 99.234

            34.971

              134.205

1,7

0,2

             8,4

             131.258

9

          122.769

            134.068

FRANCIA

            1.811.276

          615.649

           2.426.925

0,9

0,5

             1,3

          2.418.920

2

       2.442.767

         2.474.947

GERMANIA

            7.809.505

       2.732.791

         10.542.295

2,6

1,7

             1,6

        10.497.934

3

     10.515.095

       10.688.604

GRECIA

               167.513

            73.061

              240.574

1,2

0,0

             6,3

             236.006

6

          225.613

            240.661

IRLANDA

                 96.936

            46.127

              143.063

3,8

0,0

           10,5

             138.239

10

          128.785

            143.828

NORVEGIA

               115.869

            42.468

              158.338

1,0

0,3

             7,9

             154.970

8

          145.515

            158.050

OLANDA

               905.125

          209.690

           1.114.815

2,4

0,7

             4,8

          1.104.716

5

       1.079.240

         1.133.851

PORTOGALLO

               117.136

            50.242

              167.378

3,6

0,2

             5,4

             164.666

6

          160.794

            169.967

GRAN BRETAGNA

            1.534.577

          647.303

           2.181.880

1,3

0,1

             9,5

          2.120.171

10

       1.941.804

         2.146.427

SPAGNA

               657.510

          270.411

              927.921

3,0

0,2

             6,0

             911.611

6

          875.868

            932.090

SVEZIA

               304.365

          108.994

              413.358

2,4

0,7

             7,1

             405.572

8

          387.641

            417.464

SVIZZERA

            1.066.887

          443.940

           1.510.827

3,7

0,3

             0,4

          1.508.981

1

       1.535.845

         1.542.257

CANADA

               212.998

          109.205

              322.203

1,9

0,2

           12,3

             308.729

13

          268.852

            306.692

USA

            2.849.876

       1.354.327

           4.204.203

4,8

2,3

           25,0

          3.865.621

27

       2.959.916

         3.946.554

AUSTRALIA

               286.070

          151.202

              437.273

3,3

0,0

           20,0

             407.032

20

          332.828

            416.035

GIAPPOPONE

            1.311.694

          602.758

           1.914.452

-1,8

4,0

           20,0

          1.793.900

24

       1.387.190

         1.733.987

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ARRIVI DAI PRINCIPALI PAESI

          21.905.743

       8.244.605

         30.150.348

2,3

1,4

             8,3

        29.463.777

10

     27.834.567

       29.986.721

AREA MEDITERRANEA

            2.753.435

       1.009.363

           3.762.798

1,5

0,4

             3,1

          3.731.202

4

       3.705.041

         3.817.666

EUROPA CENTRALE

          11.995.981

       4.063.086

         16.059.067

2,5

1,3

             1,6

        15.992.875

3

     16.064.251

       16.346.238

NORD EUROPA

            2.495.689

          954.663

           3.450.352

1,6

0,2

             9,0

          3.364.417

9

       3.116.489

         3.419.550

EXTRA EUROPA

            4.660.638

       2.217.492

           6.878.130

2,6

2,5

           22,7

          6.375.283

25

       4.948.786

         6.403.268

 

 

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