Gli italiani a tavola? Sono sempre meno salutisti

Gli italiani a tavola? Sono sempre meno salutisti

Sebbene per i turisti stranieri rimaniamo il paradiso dell'enogastronomia, come comportamento alimentare ci stiamo spostando verso il modello anglosassone. È quanto emerge da un' indagine Fipe-Confcommercio.

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25 ottobre 2010
TURISTI SOGNANO ITALIA BUONA CUCINA,MA A TAVOLA VINCE PREZZO SPESA 9,70 EURO A TESTA AL GIORNO, DUE EURO PIU' DI 40 ANNI FA

Sebbene per i turisti stranieri siamo sempre il paradiso dell'enogastronomia, come comportamento ci stiamo spostando verso il modello alimentare anglosassone, con un consumo di spuntini che riempiono il tempo tra un pasto e l'altro. È quanto emerge da un'indagine Fipe-Confcommercio presentata al TTG Incontri-TTI a Rimini Fiera. Che dice anche che gli italiani spendono per mangiare, tra casa e fuori casa, 9,70 euro a testa al giorno: al netto dell' inflazione, solo due euro in più di quarant'anni fa. E cresce la spesa per dolci e bevande, a dispetto di chi vede gli italiani sempre più attenti al salutismo.

Le famiglie spendono 212 miliardi di euro per mangiare, 142 tra le mura domestiche. Oltre la metà di questi 142 miliardi viene assorbita dagli acquisti di pane e cereali, carne (insaccati compresi) latte, formaggi e uova. Dolci e bevande sono i prodotti in cui la spesa è cresciuta più velocemente nell'arco degli ultimi due decenni (circa 20%). Gli aumenti di budget per frutta e vegetali sono, al contrario, modesti. La spesa per i derivati dei cereali (pasta in primis) è aumentata del 18%, mentre quella per la carne è scesa (- 9%). Più o meno la stessa la spesa per il pesce.

“Meno tempo per preparare i pasti - ha commentato Edi Sommariva, direttore generale Fipe-Confcommercio, presentando l'indagine â€" e meno attenzione alla tradizione alimentare e alla stagionalità dei prodotti, stanno delineando uno scenario preoccupante per la salute della popolazione, con il 43% degli italiani sovrappeso o obesi. Bisogna intervenire subito prima che la situazione diventi drammatica, oltre che per l'economia delle campagne, anche per le nostre tasche e che i risparmi sulla spesa alimentare si trasformino in costi aggiuntivi per tutti a sostegno del già costoso apparato socio-sanitarioâ€�.

 

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