Ok al decreto sblocca cantieri, ma l'intesa nella maggioranza non c'è

Ok al decreto sblocca cantieri, ma l'intesa nella maggioranza non c'è

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il provvedimento "salvo intese". Il vertice a tre Conte-Salvini-Di Maio non c'è stato e i nodi politici non sono stati sciolti.

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21 marzo 2019

Lo scontro sul decreto sblocca-cantieri ha tenuto banco fino all'ultimo e non pare placato. Il decreto è stato approvato dal Consigliodei ministri "salvo intese", dunque in versione nient'affatto definitiva. Non ha aiutato l'assenza di un vertice politico tra il premier Giuseppe Conte e i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini.  Il testo in entrata, venti pagine, constava di quattro articoli: modifiche al codice dei contratti pubblici, disposizioni sulle procedure di affidamento in caso di crisi di impresa, norme in materia di semplificazione della disciplina degli interventi strutturali in zone sismiche e, da ultimo, commissari straordinari e interventi sostitutivi. Quest'ultimo il nodo più spinoso, su cui le tensioni non sono risolte. Le posizioni di partenza non sono mutate: la Lega continua a spingere per un commissario unico e i Cinque Stelle a resistere, anche per non creare "un doppione" (parole di Di Di Maio) del ministro DaniloToninelli. Ma il Carroccio ha alzato un muro contro la proposta pentastellata di tanti commissari per poche mini-opere, concentrate quasi soltanto al Centro-Sud. La mediazione, per ora minima, è passata per il premier Giuseppe Conte: si è fatto uno sforzo per rafforzare la figura dei commissari straordinari, ma restano vincoli e limiti che evidentemente non piacciono alla Lega. Ed è saltata la lista delle opere, su cui si preannunciano nuovi confronti più che serrati. "Mancano tante opere da sbloccare", ha d'altronde avvertito Salvini. "E manca un sostanzioso incentivo alla ripartenza dell'edilizia privata". Quel pacchetto per "la rigenerazione urbana" che il M5S aveva ribattezzato "condono". "Nessun condono - la replica del vicepremier leghista - ma devono ripartire manutenzioni, messe a norma, adeguamenti ambientali e antisismici, con sconti alle famiglie. Se non riparte l'edilizia, non riparte l'Italia". I commissari, secondo la bozza di decreto, dovranno agire "operando in raccordo con i Provveditorati interregionali alle opere pubbliche". Una norma certamente voluta da Toninelli, da cui i Provveditorati dipendono. D'altra parte è lo stesso ministro - nel testo - a proporli al presidente del Consiglio che li nomina. Più forti alcuni poteri previsti dal provvedimento, soprattutto in fase di esecuzione. I commissari straordinari possono infatti essere abilitati dal presidente del Consiglio ad "assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante e operano in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, tutela ambientale e paesaggistica, tutela del patrimonio storico, artistico e monumentale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea". Quanto alle funzioni fondamentali, ai commissari spetta «l'assunzione di ogni determinazione ritenuta necessaria per l'avvio ovvero la prosecuzione dei lavori, anche sospesi». Possono rivedere o rielaborare progetti non ancora appaltati. Resta nel decreto la figura del commissario straordinario per la viabilità in Sicilia, che sarà nominato con apposito Dpcm. E rimane in pista il nuovo Programma di interventi infrastrutturali peri piccoli Comuni fino a 3.500 abitanti. La formula «salvo intese» lascia aperta ancora la possibilità di inserire nello sblocca cantieri alcune norme del pacchetto Tria perla crescita che i leghisti avrebbero voluto introdurre subito. In Cdm se ne discute brevemente, ma anche Di Maio sta lavorando al suo provvedimento. 

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