Sulle pensioni rottura tra governo e sindacati

Sulle pensioni rottura tra governo e sindacati

Forte tensione e nessuna intesa su pensioni e ammortizzatori sociali nell’incontro di ieri sera a Palazzo Chigi sulla legge di bilancio.  Draghi lascia il tavolo, Cgil, Cisl e Uil vanno verso una mobilitazione unitaria.

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27 ottobre 2021

Come era purtroppo prevedibile, tra governo e sindacati è rottura sullo spinoso tema delle pensioni e anche sugli ammortizzatori sociali. Il vertice di ieri pomeriggio tra il premier Mario Draghi e i segretari di Cgil, Cisl e Uil è stato un confronto molto teso: i tre leader sindacali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, hanno smontato pezzo per pezzo la prima legge di Bilancio firmata Draghi-Franco. La proposta messa sul tavolo da Draghi, che non piace affatto i sindacati, è un ritorno graduale alla legge Fornero. Il presidente del Consiglio ha parlato più volte di "ritorno alla normalità", dove per normalità si intende la pensione a 67 anni come previsto dalla riforma in vigore. Quota 100 è stata una misura sperimentale, programmata per tre anni e costosissima, impossibile da rinnovare. Per evitare lo scalone di cinque anni, il governo viaggia verso delle quote intermedie, che potrebbero essere 102 e 104 per un ritorno alla "normalità" nel 2024. Contestualmente dovrebbero essere prorogate per un altro anno – con estensione a nuove categorie di lavoratori gravosi – sia Opzione donna che l'Ape sociale. I sindacati hanno espresso soddisfazione solo per l'estensione di Opzione donna e Ape sociale. Il punto, per Cgil, Cisl e Uil, è che alla Fornero non bisogna proprio tornare. I sindacati chiedono una riforma complessiva e lamentano una mancanza di investimenti. "Se giovedì il governo confermerà questa impostazione nei prossimi giorni valuteremo iniziative unitarie di mobilitazione – ha annunciato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, dopo l'incontro di ieri sera – Se poi vorranno confrontarsi con noi siamo pronti a farlo giorno e notte, ma se non dovesse avvenire valuteremo quello che il governo fa e decideremo le iniziative di mobilitazione più adatte". "Sulle pensioni ci sono solo 600 milioni", ha commentato il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, "non ci sono risposte sulla riforma complessiva necessaria". Sulla stessa linea il segretario della Cisl, Luigi Sbarra: "Le risorse sono largamente insufficienti".

 

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