Grillo attacca i suoi, bufera nel M5S

Grillo attacca i suoi, bufera nel M5S

Il leader del Movimento sconfessa l'operato dei parlamentari che erano riusciti a far votare un emendamento che abolisce il reato di immigrazione clandestina. Agitazione anche dentro al PdL.

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11 ottobre 2013

Poteva essere un successo, da portare in trionfo come risultato del metodo Cinque Stelle, e invece si trasforma in una nuova e netta sconfessione dell'operato dei parlamentari da parte dei leader del Movimento. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, con un durissimo post pubblicato sul blog, bacchettano i due senatori che, a sorpresa, erano riusciti a farsi votare un emendamento che abolisce il reato di immigrazione clandestina. E li sbeffeggia: sono due "Dott. Stranamore". "La loro posizione in Commissione è del tutto personale, non faceva parte del programma. Non siamo d'accordo sia nel metodo che nel merito", avvertono i due big del Movimento. Una vera e propria doccia fredda per i parlamentari M5S che invece avevano salutato il voto come un successo del Movimento. Per Grillo e Casaleggio, invece, nessun "portavoce può arrogarsi una decisione così importante senza consultarsi". Tanto più, cosa ancor più seria, che una posizione del genere sull'immigrazione durante la campagna elettorale, secondo Grillo, avrebbe portato il Movimento ad ottenere "percentuali da prefisso telefonico". Dall'amnistia, passando per le carceri e fino all'abolizione del reato di immigrazione clandestina è da tre giorni che i Cinque Stelle sono sugli scudi. Ierii hanno anche rasentato la rissa in Aula alla Camera durante la discussione sul finanziamento ai partiti. Ma l'intervento a gamba tesa del leader sugli eletti ha provocato il patatrac. I gruppi invocano il silenzio stampa in attesa di una riunione dei gruppi di Camera e Senato che deve decidere che posizione prendere sul provvedimento e sui fatti accaduti. Ma tra un post e mezze dichiarazioni, la solidarietà e la condivisione dei compagni sulla scelta dei due senatori appare abbastanza granitica. Sia, per dirla alla Grillo, 'nel metodo che nel merito'. Buona parte dei parlamentari condivide l'emendamento sia dal punto di vista umanitario sia da quello dello snellimento del lavoro dei tribunali e della polizia. E anche dal punto di vista del metodo, viene fuori che l'emendamento era stato discusso, e "acclamato", al Gruppo nella riunione di lunedì scorso e annunciato alla stampa (il video della conferenza era anche stato pubblicato sul blog del Movimento) insieme al piano carceri che sempre ieri una delegazione M5S ha portato al Quirinale. Almeno da parte dei senatori, quindi, in assemblea congiunta sarà espressa compattezza. Ma se l'emendamento salva immigrati clandestini provoca un terremoto nei Cinque Stelle, anche nella maggioranza scoppia il caso. Pd e Sel approvano e attaccano Grillo e il suo diktat ("Sono come Bossi e Calderoli" dice Vendola) ma la faccenda mette in seria difficoltà il Pdl. A votare il parere favore del governo in commissione è stato infatti il sottosegretario Cosimo Ferri, uomo Pdl. Lui spiega di averlo fatto oltre che "per un discorso umanitario, sulla base di considerazioni tecnico-giuridiche, non di valutazioni politiche". Ma le valutazioni politiche non si fanno attendere. E alcuni leggono la mossa come un modo per mettere in difficoltà Angelino Alfano. Daniela Santanché, ad esempio, non ha dubbi: il reato di immigrazione clandestina non si discute. E Giovanardi, per dire  si dice invece favorevole all'abrogazione. La Lega non si capacita: inscena in Aula al Senato una protesta, condanna il 'blitz' e Roberto Maroni, gelido, avverte che si attende dal Pdl, "che c'è cascato" una rapida correzione.

 

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