Gualtieri: “Pil giù meno del previsto, spazio alla riforma del fisco”

Gualtieri: “Pil giù meno del previsto, spazio alla riforma del fisco”

Per il ministro dell'Economia il 2020 si chiuderà con un calo "non a due cifre". Fondamentale preparare adeguatamente il Recovery Plan, meno Irpef soprattutto per i redditi più bassi.

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7 settembre 2020

Meglio del previsto. Roberto Gualtieri si presenta al Forum di Cernobbio annunciando che la caduta del Pil nel 2020 sarà "senza precedenti", ma molto meno drammatica di quello che avevano stimato diversi analisti nelle settimane e nei mesi scorsi.

"Non sarà troppo lontana dalle previsioni di aprile", ovvero -8%, di sicuro "non a due cifre". In questo modo nel 2021 l'arrivo dei primi vaccini (incrociando le dita che non ci siano altri shock) "porterà verso un graduale ritorno alla normalità" dell'economia. L'incubo era di affrontare il prossimo inverno con un fardello da meno 12 o 13 percento sulle spalle. Il rischio, però, sembra scongiurato grazie al rimbalzo del terzo trimestre dovuto all'incremento inatteso della produzione industriale di maggio e giugno, quindi la testa può restare bassa a preparare il Recovery plan, passaggio fondamentale per accedere ai 209 miliardi di fondi Ue.

Sulla sua scrivania ammette di avere "una pila di progetti", eppure non lo considera un male. L'importante - questo l'impegno che prende pubblicamente - è che "non saranno dispersi in mille rivoli". Un messaggio anche per qualche suo collega di governo e maggioranza, che si vedrà respingere qualche proposta. Il ministro dell'Economia si concentra molto sul tema europeo, spiegando che il piano da presentare alla Commissione in ottobre, ma soprattutto ai partner continentali, si fonderà su un principio basilare: servono riforme. "Con questo piano dobbiamo individuare, con precisione, le debolezza strutturali che per molti anni hanno determinato un basso incremento della produttività, un basso tasso di crescita potenziale dell'Italia" e "modificare in modo altrettanto strutturali queste variabili".

L'obiettivo, però, non è tornare all'Italia pre crisi, perché "non era abbastanza forte, equa e sicura". Bisogna cambiare radicalmente il paradigma, anche osare, ma tenendo ben dritta la barra dei conti pubblici. Per questo sulla riforma del fisco Gualtieri tira il freno a mano, pur confermando che il modello su cui sta lavorando il governo è quello tedesco, ma senza fare un copia e incolla spiccicato. Al centro ci sarà l'Irpef, soprattutto per i redditi più bassi, ma non solo. Gualtieri torna anche sul Mes, riconoscendo che "non è la panacea di tutti i mali" ma dire che "nasconde le manovre di austerity è falso".

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