I balneari chiedono più spazio al Governo

I balneari chiedono più spazio al Governo

Nota congiunta di Sib, Fiba, Cna Balneatori, Assobalneari e Oasi: "chiediamo che al più presto sia convocato dal Governo un qualificato tavolo tecnico per il riordino della materia da realizzare entro il prossimo 15 maggio, così come disposto dalla legge di stabilità".

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14 gennaio 2014

"Auspichiamo, anzi chiediamo, che nel così detto Impegno 2014' che il premier Enrico Letta e le forze politiche di maggioranza stanno elaborando in questi giorni ci sia spazio e intese sulle problematiche del nostro settore. L'eventuale assenza sarebbe avvertita come colpevole disattenzione dalle 30.000 imprese balneari italiane nelle quali lavorano 100.000 addetti diretti". Lo sottolineano congiuntamente i Presidenti delle organizzazioni sindacali degli imprenditori balneari: SIB/FIPE-ConfcommercioFIBA-ConfesercentiCNA-Balneatori, Assobalneari-Confindustria e OASI-Confartigianato. "Ci attendiamo che questo patto di Governo – proseguono le quattro sigle sindacali - ponga le basi per fare uscire il turismo balneare italiano da un tempo troppo lungo caratterizzato da incertezza normativa e amministrativa, oltre che da un trattamento fiscale penalizzante, che ne hanno minato le prospettive e, soprattutto, la competitività". A quest'ultimo proposito i balneari ricordano che "irragionevolmente, solo per le imprese balneari" l'IVA è al 22% invece che al 10% come per tutte le altre imprese turistiche; che quasi ovunque le Regioni applicano "considerevoli, quando non spropositate, addizionali sui canoni demaniali"; che le stesse sono soggette all'IMU malgrado siano affittuarie e non proprietarie delle aree e che le nuove TASI e TARI sono calcolate sull'intera superficie oggetto di concessione, addirittura fino alla battigia. "Ci sembra opportuno ricordare – dicono ancora Sib, Fiba, Cna Balneatori, Assobalneari e Oasi - soprattutto a chi tratta questa materia distrattamente o con ingiusta sufficienza o, peggio ancora, con colpevole pregiudizio, l'importanza economica e sociale del turismo balneare ed il suo peso specifico nell'intero comparto. Non servono tante parole. E' sufficiente menzionare l'ultimo Rapporto ‘Impresa turismo 2013' di Isnart-Unioncamere che certifica, ancora una volta, che, anche per i flussi provenienti dall'estero e in modo particolare dal Nord e Est Europa, il turismo balneare costituisce, il primo prodotto per entità dell'offerta dell'industria dell'ospitalità nonché il "primo prodotto per la domanda turistica italianascelto dal 45% dei turisti italiani in vacanza". Le organizzazioni chiedono dunque che sia "al più presto convocato dal Governo un qualificato tavolo tecnico per il riordino della materia da realizzare entro il prossimo 15 maggio, così come disposto dalla legge di stabilità appena approvata. Si potrà in questo modo dare, finalmente, concretezza agli obiettivi di assicurare un futuro alle imprese e rilanciare gli investimenti, perseguiti sia dagli emendamenti presentati in sede di discussione alla Camera e al Senato, sia dagli ordini del giorno accolti dallo stesso Esecutivo e autorevolmente confermati in sede politica". Sib, Fiba, Cna Balneatori, Assobalneari e Oasi auspicano infine che "il cosiddetto decreto turismo, più volte annunciato per gennaio sia dal ministro Bray che dal premier Letta, contenga anche misure per il settore della balneazione come l'uniformità dell'aliquota Iva all'intero comparto turistico; un più esteso ambito di applicazione della definizione delle controversie sui canoni pertinenziali; un freno all'introduzione delle addizionali regionali sui canoni e una rimodulazione della disciplina sulla nuova IUC per renderla più equa e sostenibile".

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