I consumi recuperano ma per gli alimentari andamento anomalo

I consumi recuperano ma per gli alimentari andamento anomalo

"I dati sulle vendite del commercio al dettaglio confermano una tendenza al recupero dei consumi ma non eliminano le perplessità circa la consistenza e solidità della ripresa, in particolare per quanto concerne le imprese di più piccola dimensione": é il commento del Centro Studi Confcommercio ai dati diffusi oggi dall'Istat.

"L'incremento in termini reali delle vendite al dettaglio riscontrato nel mese di luglio continua, infatti, ad essere sintesi di andamenti articolati in quanto a fronte di una crescita in volume per le grandi imprese prossima al 4%, le piccole aziende scontano incrementi di poco superiore all'1,0%.
Ancora più preoccupante - continua il Centro Studi - risulta la situazione delle piccole imprese se si valuta l'andamento relativo ai primi sette mesi dell'anno.
Nella media del periodo le vendite in termini reali risultano sostanzialmente stazionarie per questa tipologia di impresa in quanto gli incrementi riscontrati a giugno e luglio hanno solo permesso di recuperare quanto perso nei mesi precedenti.
Che la situazione per questo segmento, che costituisce la parte più consistente del sistema distributivo italiano, non sia particolarmente positiva è dimostrato anche dal fatto che vi è un saldo fortemente negativo tra iscrizioni e cessazioni di impresa (oltre 10.000 in meno nel primo semestre) ed una consistente riduzione dell'occupazione indipendente (nella media delle prime tre indagini del '97 sulle forze di lavoro il calo è stato di 83 mila unità).
Al di là di queste valutazioni complessive vi sono, comunque, elementi che suscitano perplessità: in particolare risulta abbastanza anomalo l'andamento delle vendite del comparto alimentare.
Per questo segmento di offerta le vendite in quantità, considerando che i prezzi degli alimentari sono diminuiti, mostrerebbero una crescita a luglio prossima al 5% e nella media dei sette mesi al 3%.
Dati questi che contrastano nettamente con le tendenze dei consumi alimentari così come vengono registrate dalla contabilità nazionale e con le funzioni di consumo, in considerazione degli attuali livelli di reddito e degli andamenti demografici, che comporterebbero una sostanziale tendenza alla stabilità.
D'altra parte
- conclude il Centro Studi - anche lo scorso anno questo indice aveva mostrato per il comparto alimentare una tendenza all'incremento in termini quantitativi prossima al 3%, mentre a consuntivo i consumi delle famiglie per questi prodotti hanno mostrato una flessione in termini reali dell'1,3%".

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