Il "caso" Saccomanni agita la maggioranza

Il "caso" Saccomanni agita la maggioranza

Il ministro dell'Economia minaccia le dimissioni come reazione alle continue pressioni di Pdl e Pd sulla gestione dei conti pubblici. Il premier Letta dal Canada: "Basta con gli ultimatum dei partiti all'esecutivo".

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23 settembre 2013

 

"Stop con i ricatti o faccio le valigie": i nervi e la pazienza di Fabrizio Saccomanni pressato da destra e sinistra e non solo su Imu e Iva, alla fine sono saltati. E cosi' il ministro del Tesoro ha affidato al Corsera il suo sfogo ma anche il suo ultimatum. Destinatari soprattutto il Pdl e Renato Brunetta che di Saccomanni ha fatto una sorta di punching ball anti-tasse. Il preannuncio di un addio, quello del ministro, che ha detto chiaro e tondo che la musica deve cambiare, che la richiesta 'propagandistica' del centrodestra su Imu e Iva e' impossibile da realizzare in questo frangente specie dopo lo sforamento del 'maledetto' limite del 3%. L'Italia - e' stato il monito di chi si sente investito del ruolo di custode dei conti pubblici - deve mantenere gli impegni con l'Europa "altrimenti - ha avvertito - io non ci sto".  Ha chiesto quindi una 'tregua' su Iva e Imu, squarciando il velo: 'gli italiani meritano la verita' sui conti' e non gli 'slogan'. Il ministro ha indicato un percorso e delle soluzioni per recuperare terreno e tornare ad avvicinarsi ad un equilibrio di bilancio ma poi ha messo i piedi nel piatto della politica (cosa che ha irritato non poco il centrodestra): ci diamo da fare, troviamo coperture e soluzioni ma se poi ci impantaniamo nella campagna elettorale e si va al voto a febbraio allora tutto diventa inutile. Una intervista-choc quella di Saccomanni che ha
fatto fibrillare governo e maggioranza. Con il Pdl che ha lanciato in volo i suoi falchi: 'si dimetta pure' ha detto tra gli altri Maurizio Gasparri per il quale la 'minaccia di lasciare non spaventa nessuno' anche  perche' l'interim puo' prenderlo direttamente Letta. 'Saccomanni faccia il tecnico e non il politico, pensi a trovare le coperture e i fondi senza attardarsi in contorcimenti politici, come le elezioni, che non lo riguardano', e' stato il motivo conduttore degli affondi azzurri. Ma Enrico Letta (e tutto il Pd) ha fatto subito scudo al ministro che, per il suo ruolo, rappresenta la spina dorsale del corpo governativo; gli ha manifestato vicinanza e piena sintonia, con un altola' al Pdl: basta con i continui 'aut aut'. "Piena fiducia" in Saccomanni, hanno detto in coro i Dem. Con Guglielmo Epifani che ha rinnovato la fiducia al ministro ma con una raccomandazione: "quando si trattera' di fare scelte di rigore si ricordi che in una crisi come questa'' serve anche "grande equita' e grande giustizia sociale". Mentre Luigi Zanda ha definito 'prive di senso' le polemiche del Pdl, e Matteo Colaninno ha fatto presente come Saccomanni per la sua autorevolezza, sia una "garanzia per il paese". Incurante degli sfoghi e dei tormenti governativi, Renato Brunetta ha continuato a martellare su Iva e Imu. Con una certezza granitica: ''Quest'anno non ci sara' l'aumento dell'Iva e non si paghera' la seconda rata dell'Imu, perche' ci sara' la copertura''. Bacchettata, poi, dal capogruppo, sulle dita del ministro "tecnico" per la 'brutta scivolata' fatta sul voto anticipato, ma anche per la sua 'lingua biforcuta' che invoca rigore solo se c'e' di mezzo il Pdl.

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