Il dettaglio orafo combatte la crisi e rivela una dinamica positiva

Il dettaglio orafo combatte la crisi e rivela una dinamica positiva

In occasione di Vicenzaoro Fall e in collaborazione con Fiera di Vicenza, Federpreziosi Confcommercio ha presentato i risultati di un'analisi su consistenza, struttura e recente evoluzione dei punti vendita del commercio al dettaglio di gioielleria, orologeria e argenteria.

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11 settembre 2014

Da tempo il dettaglio orafo è ‘alla ricerca dei propri numeri'. Per la prima volta Federpreziosi Confcommercio ha presentato quindi un rapporto (vedi link a fondo pagina, ndr) realizzato sulla base di varie banche dati e rilevazioni ufficiali, proponendosi di offrire una panoramica sulle imprese operanti nel settore degli ‘Orologi e articoli di gioielleria', ossia del lato dell'offerta di questo comparto.  "Il dettaglio orafo dà i numeri" è stato appunto il titolo dell'incontro tenutosi  il 7 settembre a VicenzaoroFall, grazie al supporto di Fiera di Vicenza, da sempre attenta promotrice delle attività orientate allo sviluppo e all'informazione a vantaggio delle aziende orafe e delle associazioni di categoria.  Duplice l'obiettivo dello studio realizzato da Paolo Ghinetti, docente universitario di Economia e Politica delle Risorse Umane: da una parte offrire un'analisi della struttura del settore in termini di consistenza, di numero e di caratteristiche delle imprese, con particolare accento sulla ‘tipologia'  dal punto di vista dell'assetto logistico-organizzativo, produttivo e di distribuzione territoriale; dall'altra valutare, in base a tali dati, l'evoluzione del settore nel primo semestre 2014 attraverso i mutamenti delle imprese operanti nel comparto dei preziosi per comprenderne la dinamica recente, evidenziando i principali trend in atto. In un momento certo non facile praticamente in tutti i settori della nostra economia, il quadro che emerge dal rapporto riserva qualche sorpresa positiva: in particolare, nella prima parte dell'anno, nonostante  il saldo tra "nascite" e  "cessazioni" di imprese appaia negativo, i tassi netti di crescita sono positivi grazie al contributo di imprese che ora operano nel dettaglio orafo ma che in precedenza erano impegnate in altri settori o in quello orafo ma non nel commercio al dettaglio. Un dato supportato da valutazioni effettuate sulla base degli elementi forniti dal registro Movimprese (rilevazione statistica condotta da Infocamere) e da quelli pubblicati  dall'Osservatorio sulla demografia delle imprese del terziario di mercato,  che  suggerisce come il settore eserciti ancora una certa ‘attrazione' soprattutto nei confronti delle imprese già operanti nel mercato e come, complessivamente, sia fortemente impegnato per mantenere – e anzi accrescere, se pur leggermente – la propria dimensione. Secondo i dati degli studi di settore 2011 le imprese del commercio al dettaglio e riparazione di orologi e gioielli risultano 18.343. Analizzando le caratteristiche delle 16.475 imprese che hanno fornito dati completi, per quel che riguarda gli articoli trattati e ai canali di vendita, il 45% risulta essere "generalista", prevalentemente di dimensioni medio piccole (39%). Tra quelle specializzate il 10-11% tratta articoli in argento, orologi, oreficeria a peso; l'8% gioielleria; il 5% è costituito da laboratori di riparazione (soprattutto orologi). Estremamente contenuto il numero dei punti vendita in franchising (1%) e quelli dislocati in grandi centri commerciali (2%). Il 61% è costituito da persone fisiche, il 26% da società di persone e l'11-12% da società di capitali. Sono quindi privilegiate, come per altro è comune al resto del dettaglio), forme di impresa snelle e con una dotazione di capitali limitata. Sempre per quanto riguarda la dimensione del settore, sono 16.187 le aziende registrate e censite dalle Camere di Commercio al 31 dicembre 2013 che hanno nella vendita di orologi, gioielli e articoli di gioielleria (esclusa quindi l'attività di riparazione) l'attività principale: salgono a 19.572 in base all'Osservatorio nazionale del commercio, che prende in considerazione anche quelle che indicano  la vendita dei preziosi tra le attività, ma non come principale. Le 16.187 imprese del dettaglio dei preziosi costituiscono l'1,885% del totale delle 872.725 del dettaglio in generale. A livello di distribuzione dei punti vendita sul territorio nazionale, la maggior concentrazione si trova nel Sud-Isole e nel Centro, rispettivamente con un 41,47% e un 23,06%. Segue il Nord Ovest con il 22,41% e il Nord Est con il 12,94%. A livello di singole Regioni, sono in testa Lombardia, Lazio e Campania che da sole rappresentano il 40% delle attività registrate e valori compresi tra il 12% e il 14% ciascuna, seguite dalla Sicilia con il 9%. Veneto e Piemonte valgono ciascuna per il 5-6% del totale. Analizzando l'evoluzione nei primi mesi del 2014, emerge che, pur in presenza di un saldo demografico negativo tra Gennaio e Maggio 2014 (84 nuove iscrizioni contro 512 cessazioni), il numero di imprese che operano nel campo dei preziosi è cresciuto complessivamente dell'1,6%, passando da 16.187 a 16.451 per l'incidenza di 692 variazioni di attività: fenomeno spiegabile con l'ingresso di aziende già attive nell'ambito del commercio  che hanno ampliato la propria offerta inserendo quello dei preziosi o che in precedenza operavano in altre fasi della catena di produzione/distribuzione del settore dei preziosi, ma non nel dettaglio. Il Presidente di Federpreziosi Giuseppe Aquilino evidenzia l'importanza di offrire strumenti di valutazione che consentano di monitorare la situazione del dettaglio orafo: "poter tracciare un quadro del nostro settore il più possibile aderente alla realtà, seguendone soprattutto le variazioni di rotta, è un servizio che riteniamo, prima di tutto, di notevole utilità per i nostri Associati, ma di cui pensiamo possa beneficiare l'intero comparto. Si tratta di un lavoro svolto nell'ampio quadro di interventi che ci vedono impegnati su tanti temi per affrontare le problematiche del nostro settore e ricercarne la soluzione".  "E' del tutto evidente che la fotografia che si è cercato di offrire è parziale - sottolinea il direttore Steven Tranquilli - ma rappresenta un primo passo sulla strada del monitoraggio del commercio dei preziosi, che riteniamo di estrema importanza e c he auspichiamo di poter approfondire grazie alla possibilità di reperire dati più precisi o quantomeno di poter disporre con continuità delle fonti utilizzate in quest'occasione. Si tratta di un importante completamento dell'indagine delle vendite al dettaglio che Federpreziosi ha introdotto da alcuni anni e che sta portando avanti con sempre più soddisfacente partecipazione da parte  degli operatori e conseguente significatività dei dati".

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