Il fisco semplice: l'Irpef che vogliamo

Il fisco semplice: l'Irpef che vogliamo

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21 giugno 2017

 

Premessa

Le sfide che il Governo è chiamato ad affrontare nell'immediato sono di continuare nel percorso intrapreso di sostegno alla crescita economica, attraverso la riduzione della pressione fiscale su imprese e lavoratori, e di eliminare, in modo definitivo, le clausole di salvaguardia poste a garanzia dei conti pubblici. Nel 2016 la pressione fiscale è stata pari al 42,9%. In particolare, l'Italia è, tra i Paesi membri dell'Unione Europea: › al secondo posto per il prelievo sui redditi da lavoro; › al terzo posto per il prelievo sui redditi d'impresa. Considerato che dal 2017, l'IRES (l'imposta sul reddito delle società) è stata ridotta dal 27,5% al 24%, una riforma dell'IRPEF, ossia della maggiore imposta del nostro sistema fiscale, è improcrastinabile. Tale riforma deve essere improntata sia alla riduzione del prelievo sia alla semplificazione del tributo. Per fare ciò è necessario partire dall'eliminazione delle attuali distorsioni dell'imposta che la rendono, oltre che gravosa, complessa ed iniqua.

1. La riforma dell'IRPEF che vogliamo

L'IRPEF che vogliamo è, quindi, fondata su due pilastri: riduzione del prelievo e semplicità. Un'IRPEF che preveda 3 sole aliquote in luogo delle attuali 5 (che, oggi, vanno da quella minima del 23% a quella massima del 43%), con la contestuale rimodulazione degli scaglioni di reddito e l'introduzione di una "no tax area" ("soglia di esenzione" o "soglia di povertà") pari a 8.000 euro. L'introduzione di una "no tax area" uguale per tutte le categorie di contribuenti consentirebbe di eliminare le attuali detrazioni da lavoro che determinano ingiustificate disparità di trattamento per cui, oggi, si è considerati "incapienti" se il reddito di lavoro dipendente non è superiore ad 8.000 euro; se, invece, si ha un reddito di lavoro autonomo o di piccolo imprenditore, si è considerati "incapienti" se il reddito non è superiore a 4.800 euro. Un sistema fiscale davvero equo determina una "soglia di povertà" uguale per tutti, qualunque sia la categoria reddituale di appartenenza.

2. Dove reperire le risorse finanziarie per attuare la riforma dell'IRPEF?

Un'IRPEF riformata in tal senso avrebbe come effetto sia la riduzione del prelievo su lavoratori ed imprese sia la semplicità di imposizione, garantendo, al contempo, la progressività dell'imposta. E le risorse finanziarie necessarie ad attuare la riforma potrebbero essere trovate, in primis, nella riduzione della spesa pubblica improduttiva e nelle maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale (ben 19 miliardi di euro recuperati nel solo 2016). Parte di esse, inoltre, potrebbero essere reperite anche riordinando le agevolazioni fiscali con l'obiettivo di eliminare quelle non più giustificate dalle esigenze sociali ed economiche o quelle che duplicano programmi di spesa pubblica.

3. Conclusioni

Per attuare la riforma dell'IRPEF occorrono risorse finanziarie e senso di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo, Governo, forze politiche e parti sociali, ma siamo fermamente convinti che se l'imposta personale sui redditi venisse riformata secondo i principi suesposti il nostro Paese non resterebbe più ancorato ad un sistema fiscale ormai vetusto ma avrebbe, finalmente, un Fisco più equo e più semplice.

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